Spari M’Ama. Cutè e Aloisi alzano un muro di silenzio davanti al Gip

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Alessandro Cutè e Gianfranco Aloisi, i due giovani ritenuti responsabili del ferimento di una trentaquattrenne, venerdì notte, dinnanzi al noto locale della riviera messinese M’Ama.

Questa mattina il Gip Eugenio Fiorentino si è recato a Gazzi per l’interrogatorio di garanzia, alle 12 in punto. Assistiti dai difensori Franco Rosso e Salvatore Silvestri, i due ragazzi hanno però preferito alzare un muro di silenzio.

E mentre la “burocrazia giudiziaria” va avanti, pian piano si delineano con sempre maggior chiarezza anche i contorni dell’intera vicenda. Dalla visione delle immagini di videosorveglianza della zona attorno al M’Ama, emergerebbero elementi importanti per capire chi, quella sera, ha preso in mano la pistola e ha sparato. I fotogrammi avrebbero difatti immortalato il motorino con cui i due sono arrivati davanti al locale. Alla guida un giovane di “corporatura più bassa”, che per gli inquirenti è Cutè, al posto del passeggero un giovane di “corporatura più alta”, che per l’accusa è Aloisi. E sarebbe stato proprio quest’ultimo a estrarre la Calibro 38 ed esplodere cinque colpi. Tre di questi hanno colpito una trentaquattrenne di Briga Marina che, in quel momento, stava uscendo dal locale con la sorella ed un’amica. La ragazza si trova ancora ricoverata al Papardo ma le sue condizioni continuano a migliorare di giorno in giorno.

Perché? Il movente sarebbe da attribuire ad un precedente diniego, da parte dei buttafuori, di far accedere Cutè e Aloisi alla serata. Un diverbio che avrebbe poi portato i due ad allontanarsi per tornare poco dopo su un motorino e armati di pistola. A dar credito a questa versione, nel provvedimento di fermo siglato dal Sostituto Procuratore Antonio Carchietti, vi sono anche le testimonianze e le dichiarazioni di alcuni impiegati del M’Ama.