I Preludi di Chopin nella splendida Corte del Castello di Oliveri

I Preludi di Chopin nella splendida Corte del Castello di Oliveri

giovanni francio

I Preludi di Chopin nella splendida Corte del Castello di Oliveri

mercoledì 04 Agosto 2021 - 17:37

Un’altra meravigliosa location, il Castello di Oliveri, è stata scelta dall’Associazione musicale V. Bellini, per i suoi concerti estivi, Associazione già distintasi per alcuni spettacoli in un altro luogo suggestivo, l’Atrio della Cattedrale.

In una serata davvero incantevole, fra le mura arabo-normanne della Corte dell’antico Castello, abbiamo assistito ad uno spettacolo di grande interesse, intitolato “CHOPIN e GEORGE SAND A MAIORCA“, un “racconto” di un breve periodo della vita di Fryderych Chopin – il soggiorno, nel 1938, nell’Isola di Maiorca, insieme alla sua amata George Sand – attraverso l’esecuzione dei celebri Preludi op. 28, eseguiti in maniera davvero eccellente dalla nota pianista Gloria Campaner, alcuni dei quali accompagnati con eleganti movenze di danza da Giulia Ramires, danzatrice e attrice, autrice delle coreografie dei passi di danza, che ha anche letto due brani, uno di George Sand e l’altro una lettera dello stesso Chopin, prima in francese e poi in italiano, riferiti a quel periodo.

In realtà, a dispetto del titolo, protagonista dello spettacolo non è stato tanto il rapporto fra il musicista e la esuberante e anticonformista scrittrice Amantine Aurore Lucile Dupin (George Sand è uno pseudonimo), ma la musica di Chopin, e in particolare i suoi ventiquattro Preludi.

L’intera raccolta dei ventiquattro Preludi op. 28di Chopin fu finita di comporre nell’isola di Maiorca nel 1839, ma i singoli preludi hanno visto la luce in anni diversi. Lo stimolo che accelerò la formazione della raccolta fu dato dal costruttore di pianoforti Camille Pleyel, il quale ebbe l’occasione di ascoltare qualche preludio composto inizialmente e volle acquistare tutta la raccolta proponendosi come editore; Chopin, spinto da necessità, accettò e si premurò così di ultimare la raccolta, nonostante le precarie condizioni di salute.

Si tratta di ventiquattro autentiche gemme, brevi nella loro concezione, a parte il numero 15, probabilmente il più famoso, soprannominato “La goccia d’acqua” per via di una nota ribattuta che persiste in durante tutto il brano, ricordando appunto il cadere della goccia d’acqua.

La raccolta di questi brevi capolavori racchiude nel suo complesso ogni aspetto della poetica musicale di Chopin, da quello triste, mesto e malinconico, come il n. 4 – che ha scandito un momento indimenticabile del film “Cinque pezzi facili” con Jack Nicholson – e il n. 6, a quello drammatico e impetuoso (n. 8, 12,16 – quest’ultimo definito da Cortot “La course à l’abime” (La corsa verso l’abisso) -, 22, e lo straordinario n. 24), a quello di infinita dolcezza (n. 13, 15 e 17, quest’ultimo il preferito di Mendelssohn, molto simile per ispirazione alle sue “Romanze senza parole”), fino a quello leggero ed etereo (preludi n. 3, 10, 23).

Non mancano i preludi che manifestano un senso di pura gioia, come i n. 5, 11,19, e 21, ma anche quelli ispirati all’occupazione della sua amata Varsavia, come il bellissimo n. 20, mesto e funebre, che, secondo Huneker, in sole tredici battute racchiude la sofferenza di tutto un popolo. Alcuni sembrano anticipare altre epoche musicali, come il n. 2, dalle misteriose dissonanze, che ad alcuni ricorda addirittura Strawinsky.

Già dal primo preludio si manifesta in tutta la sua evidenza il preciso riferimento ai preludi del “Clavicembalo ben temperato” di Johann Sebastian Bach, ma in quel caso ad ogni preludio segue una fuga, mentre le composizioni di Chopin sono pezzi compiuti, come ha ben spiegato la Campaner introducendo il concerto.

Gloria Campaner ha saputo rendere tutte le sfumature di questa meravigliosa raccolta, interpretando in maniera come sempre raffinata, ma anche sofferta e intensa, ogni singolo Preludio. Particolarmente notevole, e profondamente sentita, a mio avviso, l’esecuzione dei Preludi forse più misteriosi, il secondo e il ventesimo, lenti, brevi ma di estrema intensità emotiva.

Suggestivi i disegni corporei creati da Giulia Ramires nella sua sinuosa danza, che hanno sottolineato i netti contrasti fra i brani, ad es. la misteriosa angoscia del secondo e la eterea felicità del terzo.

Il primo brano letto dall’attrice, di George Sand, è un atto d’amore verso Chopin e soprattutto verso la sua musica, un compositore che ha dedicato quasi tutta la sua arte al pianoforte, cantando “l’infinito”.

Il secondo brano è stata una lettera di Chopin con la quale il musicista descrive il clima, tutt’altro che mite, di Maiorca, il suo trasferimento a Valldemossa, in un ex-convento a pochi km da Maiorca, ove il polacco ha saputo apprezzare il silenzio di quei luoghi, ed ha portato a termine i Preludi, uno dei suoi più straordinari capolavori.

Evento molto atteso e partecipato e grande successo di pubblico, che ha gremito la Corte del Castello ed è stato ricompensato da un delizioso bis chopiniano, sempre accompagnato dalla danza di Giulia Ramires: il celebre Valzer op. 64 n. 2, eseguito anch’esso magistralmente da Gloria Campaner.

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