Il caso Norma Cossetto a Messina, l'Anpi replica a Fratelli d'Italia

Il caso Norma Cossetto a Messina, l’Anpi replica a Fratelli d’Italia

Redazione

Il caso Norma Cossetto a Messina, l’Anpi replica a Fratelli d’Italia

domenica 13 Luglio 2025 - 10:49

Così Martino: "Un attacco a Restifo, della commissione Toponomastica, perché s'ignora il contesto storico. E si cede alla vulgata nazionalista"

MESSINA – La mancata intitolazione di uno spazio pubblico a Norma Cossetto a Messina è stata al centro di una polemica dei consiglieri comunali di Fratelli d’Italia. “Nel 2004 il governo ha istituito la giornata del Ricordo, per le vittime delle Foibe. Nel 2005 l’ex presidente della Repubblica Ciampi ha conferito la Medaglia d’oro al merito civile a Norma Cossetto. Siamo molto arrabbiati per la bocciatura e per le motivazioni date dal professore Giuseppe Restifo. Le responsabilità sono sue. Non si parla altro che di femminicidio in questo periodo. Noi così Norma l’abbiamo uccisa due volte”. Ora l’Anpi risponde a Fratelli d’Italia. Ecco la nota di Giuseppe Martino (nella foto), presidente provinciale dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia: “I consiglieri di Fratelli d’Italia di Messina si danno in escandescenze contro la commissione Toponomastica per aver rinviato la decisione di intitolare una via a Norma Cossetto. E in particolare se la sono presa con il professore Restifo, componente della stessa commissione. L’intemperanza del capogruppo Libero Gioveni, espressa in Consiglio comunale, lo porta a uno dei più
grossi errori che si possano commettere in storia: la decontestualizzazione. Chiunque operi la necessaria contestualizzazione di quanto successo con le foibe del confine orientale sa che gli italiani furono perseguitati o in quanto fascisti, o perché identificati con le classi egemoni, o in quanto si opponevano alla costruzione dello Stato comunista jugoslavo, e non in quanto italiani”.

“I consiglieri ignorano il contesto storico, Restifo attaccato perché non cede alla vulgata nazionalista”

Continua Martino: “Per la verità il componente della commissione Toponomastica – nominato nel 2021 dal sindaco Cateno De Luca sulla base di selezione pubblica per titoli culturali e professionali – non è il solo storico italiano ad aver ricevuto attacchi e accuse di negazionismo solo per il rifiuto di cedere
alla nuova vulgata nazionalista e propagandistica. È allora essenziale ribadire che la ricerca storiografica non può essere condizionata da verità ufficiali diffuse o imposte dallo Stato e dalle istituzioni. E che la libertà di ricerca va fondata sull’onestà intellettuale, sulla contestualizzazione ampia degli eventi, sull’utilizzo critico di fonti verificabili; che da parte degli storici non è mai stata negato che le foibe rappresentino un crimine, che si inquadra non soltanto in una reazione alle politiche di snazionalizzazione e oppressione messe in atto dal fascismo nei confronti delle minoranze slovene e croate, ma anche nei meccanismi violenti di costruzione dello Stato jugoslavo da parte di un regime comunista che perseguitava tutti coloro che si opponevano ai suoi progetti”.
In realtà “dietro a questi attacchi”, per Martino, c’è una mancata conoscenza “degli eventi storici e l’utilizzazione di parole d’ordine scioviniste e nazionaliste. L’Anpi di Messina si oppone con forza a questa deriva filofascista e antidemocratica e ribadisce il suo impegno per la libertà di ricerca storica al di fuori di vincoli e polemiche di carattere ideologico. Esprime solidarietà ai ricercatori che in questi giorni e in questi anni hanno ricevuto attacchi scomposti per il loro impegno per la verità e la correttezza storica”.

Chi era Norma Cossetto

Studentessa istriana, Norma Cossetto fu catturata e imprigionata dai partigiani slavi e, secondo una ricostruzione, seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Il padre, Giuseppe Cossetto, era un dirigente locale del Partito nazionale fascista. Da qui la polemica del consigliere Dario Carbone: “Leggere tra le motivazioni del rigetto che Norma Cossetto era fascista come il padre, e iscritta a gruppi fascisti, e che fu uccisa dai partigiani, seviziata e buttata ancora viva in una foiba perché era fascista e non perché era italiana, rappresenta una ingiustificabile operazione di revisionismo storico che contestiamo fermamente oltre che l’ennesima ferita inferta a tutti coloro che furono uccisi o furono costretti a fuggire dalle proprie terre per il sol fatto di essere italiani”.

8 commenti

  1. Francesco Mondo 13 Luglio 2025 15:16

    E quindi hanno fatto bene a stuprarla e buttarla viva nelle foibe? Una sinistra che non si pone mai in discussione e accetta un solo racconto…il suo, mi fa orrore.

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    1. Marco Olivieri 13 Luglio 2025 16:43

      Buonasera, il ragionamento dell’Anpi non è questo.
      Che sia stata vittima di un crimine è indubbio.
      Cordiali saluti

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  2. Quando sento parlare di Anpi e specialmente a Messina mi sale la pressione, per primo dovrebbero pensare ai danni che hanno fatto agli italiani per un loro contributo alla liberazione quasi insignificante, l’italia è stato “liberata” dagli Americani e inglesi e poi a Messina i partigiani non sono mai esistiti in quanto qui la guerra è finita prima.

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  3. Non capisco: Quelli del sud che lottavano, senza l’aiuto di altri paesi, per l’indipendenza del Regno delle due Sicilie erano considerati Briganti, quelli del nord che lottavano organizzati insieme a slavi ed altri, per il trionfo del comunismo, e tanti misfatti hanno compiuto, come le foibe tenute nel silenzio, sono considerati partigiani. Tanti hanno combattuto per la liberazione, napoletani in testa. La grande maggioranza non era organizzata e non era comunista. Comunque gli americani sono stati quelli realmente determinanti.
    Norma Cossetto è stata uccisa con la massima cattiveria, con il massimo sadismo, con il massimo possibile di sofferenze, perchè figlia. Ancora oggi, dopo tanti anni la sx non si apre ad un’uguaglianza democratica tra le vittime di una guerra, dove i morti non portano bandiera.

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  4. Questa associazione chiamata Anpi in cui , per ovvi motivi anagrafici , non ci sono partigiani, riceve finanziamenti pubblici ogni anno?

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  5. Che odio e rancore nei confronti degli italiani sia fascisti che dissidenti alla linea dei titini hanno portato ad una feroce persecuzione e sterminio ingiustificabili che va condannata e ricordata fermo restando che gli occupanti in yugoslavia Grecia Libia Tunisia Albania Russia eravamo noi italiani brava gente

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  6. I signori dell’ANPI vivono di fascismo.
    Se ne nutrono.
    Senza non riuscirebbero a sopravvivere.
    La loro ragione di esistenza è la stesso fenomeno che pretendono di combattere.
    A nome di chi non si sa.
    Le dichiarazioni dell’ANPI le mettiamo accanto a quelle di Gioveni, di destra per caso.
    Nessuno sopravviverebbe senza l’altro e tutti noi staremmo meglio senza entrambi.

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  7. potevano i “fascio buddaci” non imitare i “fascio polentoni” ?
    no, non potevano, anche nel rivendicare una via dedicata ad una vittima dell’odio generato da Mussolini, ad esempio, il criminale che impose agli jugoslavi la dittatura fascista e l’uso obbligatorio dell’italiano, mettendo a ferro e fuoco intere città e villaggi, fucilando civili inermi, violentando donne e bambini, per un totale di un milione di morti.

    Ma questi lo ignorano, quindi prendono un nome a caso tra i tanti finiti nelle foibe, più di un migliaio di km più a nord di Messina per dedicargli una via, nonostante che il 98,66 dei cittadini messinesi ignori chi sia stata la povera Norma Cossetto e che presto quella targa scolorirà come tante altre senza raccontare nulla a nessuno.
    Av essi non viene in mente che invece di intestare una via ad una sconosciuta, sarebbe molto meglio intitolare, se proprio si vuole ricordare i fascisti infoibati, una strada direttamente alle vittime delle foibe. “Via o Piazza vittime delle foibe” sicuramente dirà qualcosa di più ai messinesi che via Norma Cossetto

    meditate, meditate!

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