In campo più che la qualità a volte manca il carattere per superare le avversità. Il vittimismo non aiuta, servono dei rinforzi come tutti gli anni sotto Natale
MESSINA – Per il Messina nell’ultima dell’anno 2024 è arrivata la decima sconfitta in campionato su venti gare disputate, undicesima stagionale però contando il primo turno di Coppa Italia. Questa ulteriore partita persa certifica come quella biancoscudata sia una formazione che nella maggior parte dei casi, 11 su 21, abbia perso. In vista del mercato di riparazione imminente, o anche chiedere a Babbo Natale potrebbe essere una soluzione in questo momento vista la concretezza delle due opzioni, il regalo che la squadra deve farsi è trovare quella voglia di reagire alle avversità e non demoralizzarsi.
Le sconfitte infatti, nove su undici, sono arrivate in situazioni in cui il Messina è passato in svantaggio e poi spesso non ha saputo reagire e alle volte neanche trovare un gol. Una tendenza che si amplifica nel secondi tempi, questi i biancoscudati li giocano statisticamente peggio. La partita dell'”Alfredo Viviani” ha mostrato questo spegnersi nel secondo tempo, ma è stata una sconfitta diversa perché il Messina era passato a condurre, come successo anche con la Cavese in casa, salvo poi “perdere” secondo tempo e partita.
La zona rossa ormai la conosciamo dal 61′ in poi il Messina ha incassato 19 dei 33 gol subiti. Ma il dato che fa specie è che i biansocudati le prendono senza mai restituirle. Solo 7 i gol segnati nei secondi tempi, il dato è tutto sommato in linea con quello dei primi quarantacinque minuti dove il Messina ne ha segnati 9. Ma scendendo nel dettaglio è preoccupante come la squadra di Giacomo Modica, tranne che per un gol in pieno recupero, nell’ultima mezz’ora di partita non abbia mai segnato. Nelle riprese sei gol nel primo quarto d’ora fino al 60′, uno in pieno recupero, zero tra 61′ e 90′.
Il vittimismo (così fine a sé stesso) non aiuta
Alle parole di mister Giacomo Modica nel pre partita, rimbocchiamoci le maniche, fanno da contraltare le proteste dopo il gol del pareggio subito, costata l’espulsione al tecnico. In tante partite il Messina è stato penalizzato, in buona fede crediamo. A fine campionato eventuali errori si compenseranno, ma andare in conferenza stampa quasi attribuendo la colpa della sconfitta al torto arbitrale che potrebbe essere sfuggito ai più sembra vittimismo.
Vero che ci potesse essere un possibile fallo di mano alcuni secondi prima che Rosafio segnasse con la difesa disattenta dopo una rimessa laterale. Ma quello dell’ex era il gol del pareggio, ne è poi seguito un altro per uscire sconfitti da Potenza. Cosa ha fatto il Messina una volta subito il pari? Il piano del Messina è davvero quello di segnare una rete e poi chiudersi a difendere il vantaggio? I biancoscudati tra l’altro dopo una buona prima mezz’ora hanno lasciato completamente l’iniziativa agli avversari, aspettandoli.
Inoltre lamentarsi in modo spot dell’arbitraggio senza mai mandare della documentazione in lega o anche più semplicemente avere un dirigente nell’organigramma addetto all’arbitro o ancora un dirigente che dica qualcosa in conferenza stampa anche forte e col rischio di prendersi una diffida, lascia il tempo che trova perché in questo modo sembra di trovare alibi.
Serve rabbia agonistica e furbizia
Si arriva dunque alla letterina da mandare a Babbo Natale a cui il Messina chiede giocatori più maturi per la categoria. Qualitativamente non sono in discussione i ragazzi attuali perché la prima mezz’ora del “Viviani” è stata ben giocata, come lo sono state anche altre partite, è ovvio che non ci siano campionissimi visto il famoso budget. La squadra però non può sciogliersi alla prima difficoltà incontrata, alla prima nota stonata sullo spartito preparato. Ci deve essere della sana rabbia agonistica, quella che ti porta a dare di più se pensi di aver subito un torto, e ancora un po’ di “cazzimma”, che ti aiuta in quelle situazioni in cui si arriva alla pari e serve spostare gli equilibri, in qualche modo, dalla tua parte.
Si può aspettare che queste caratteristiche si formino nei calciatori dell’attuale rosa oppure, come fatto già negli anni passati, intervenire sul mercato a metà campionato, per portare a Messina quei calciatori che rispondono a queste caratteristiche caratteriali prima ancora che tecniche. Il gruppo, staff e rosa, fanno quello che possono, ma sono soli è vero, abbandonati dai tifosi che hanno scelto con sofferenza la strada della protesta e dalla società allo sbando su tanti fronti, è giusto che arrivi un aiuto e certamente, nonostante il periodo, non da Babbo Natale.
Immagine in evidenza di Francesco Saya,
dalla pagina Facebook dell’Acr Messina
