Il Pums, gli elementi critici visti da Tps Pro: "Il piano farà ripartire Messina"

Il Pums, gli elementi critici visti da Tps Pro: “Il piano farà ripartire Messina”

Giuseppe Fontana

Il Pums, gli elementi critici visti da Tps Pro: “Il piano farà ripartire Messina”

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giovedì 13 Giugno 2024 - 13:27

L'ingegnere Marino in aula ha parlato di piste ciclabili riservate e promiscue. E sull'isola pedonale: "Fino a Villa Dante? Forse se ne parla tra 15 anni"

MESSINA – Il primo Consiglio comunale sul Pums ha visto lo scontro tra Fratelli d’Italia e il Pd. Ma le critiche al Piano urbano della mobilità sostenibile piovono da tempo e da più parti, soprattutto per alcuni elementi legati alle piste ciclabili e alle isole pedonali. Più volte l’amministrazione, soprattutto il vicesindaco Salvatore Mondello, ha spiegato che gli intervisti previsti all’interno del Pums non sono un diktat ma soltanto elementi di pianificazione destinati a costanti modifiche in virtù di valutazioni e controlli costanti sul territorio, ma anche di una città che cambia in maniera costante.

E sul tema è intervenuto anche l’ingegnere Guido Marino della Tps Pro, che negli ultimi sei anni ha lavorato al Pgtu (il Piano generale del traffico urbano) e allo stesso Pums, mettendo su carta la visione di una Messina diversa. Durante il primo dibattito in aula, Marino si è concentrato su due elementi principali di chi muove critiche al piano: la presenza nel documento di piste ciclabili in ogni parte della città (35 km quasi in linea tra Giampilieri e Torre Faro a cui si aggiungono altri 58 km di “tratte trasversali”) e la pedonalizzazione fino a Villa Dante.

Marino: “Il Pums una visione su Messina dall’alto”

L’ingegnere nel suo intervento ha spiegato: “Questo è un giorno cruciale per questo piano che insieme al Pgtu mi ha visto coinvolto nella visione di questa città negli ultimi 6 anni. Sul piano avete alcune perplessità e credo che, avendole raccolte dalle voci di alcuni di voi consiglieri, è attorno a queste che vorrei farvi comprendere la logica progettuale e pianificatoria dietro, oltre alle conseguenze che ci sono a seguito dell’approvazione di un Pums. La visione della città che un Pums permette di avere è una visione a volo d’uccello, una visione di una città diversa rispetto a quella che è oggi, una città che favorisca una diversione modale maggiormente favorevole per valorizzare la città stessa e le singole vite. Essendo una visione a volo d’uccello, com’è stato già detto dal sindaco e dal vicesindaco, non ci si deve fossilizzare sul singolo intervento perché dall’alto non si riesce a vedere il singolo intervento. Questo viene visto solo successivamente e abbiamo sottolineato che non è detto che tutte le azioni che accompagnano la progettazione e i controlli garantiscano l’attuazione dell’intervento come pensato nel piano”.

Il punto sulle piste ciclabili: “35 km tra Giampilieri e Torre Faro”

“Mi riferisco alle piste ciclabili – ha proseguito -. Ma è importante intravedere la rete di collegamenti che permettano di mettere in connessione le residenze o il poligeneratore di traffico, come il porto dei crocieristi, con i poli attrattori. Definita questa rete, la cosa importante, recependo anche le pianificazioni regionali e nazionali, era individuare un itinerario principale. Questo è l’unico itinerario caratterizzato dalle corsie riservate o di piste ciclabili non in promiscuità con i pedoni o le auto. Questa è identificate all’interno del Pums come una lunga linea rossa da Giampilieri a Torre Faro. Al di là di questa linea, che si estende per circa 35 km, sono state previste 58 km di tratte ciclabili trasversali che costituiscono la rete ma sono itinerari secondari e non trovano realizzazione attraverso corsie riservate per le biciclette. Lo strumento attuativo più idoneo per questi collegamenti sono le cosiddette corsie ciclabili promiscue: sono degli spazi ad uso obbligatorio per le bici, ma si tratta di un metro di corsa occupabile anche dalle biciclette e in promiscuo anche dalle auto. Si tratta di una striscia discontinua che delimita. I simboli della bici ricordano agli automobilisti che su quel tratto ci può essere una concentrazione di biciclette superiore alla norma, è un promemoria: non sono piste ciclabili a discapito di posti auto o di spazi stradali destinati a usi pedonali o alla circolazione pedonale di qualche tipo”.

La pedonalizzazione: “Serviranno interventi infrastrutturali”

Poi la pedonalità: “Un altro degli aspetti critici riguarda le aree pedonali centrali. Il piano recepisce delle indicazioni progettuali del Pgtu del 1998 che prevedeva la pedonalizzazione di piazza Duomo e piazza Cairoli ma recepisce anche la pedonalizzazione prevista nel Pgtu da poco approvato, in cui si prevede la pedonalizzazione di un elemento pedonale a collegamento proprio tra Duomo e piazza Cairoli, cioè il viale San Martino basso e la via Primo settembre. In questo Pums è prevista la pedonalizzazione del viale San Martino alto fino a Villa Dante, ma è stato detto in tutti negli incontri fatti che le pedonalizzazioni per essere efficaci devono essere portate avanti a livello strutturale. Ad esempio il tratto compreso tra piazza Cairoli e via Santa Cecilia ha i marciapiedi, ma sono elementi infrastrutturali alla protezione del pedone quando c’è uno spazio per le auto: è evidente che se è prevista una pedonalizzazione di quella strada, non deve esistere il marciapiede. Questo significa che bisognerà agire a livello infrastrutturale”.

La promozione di “un piano del commercio”

“E probabilmente – ha proseguito – si deve agire anche promuovendo un piano del commercio che rivitalizzi le attività commerciali consone a un’isola pedonale. Non ce l’abbiamo in quel tratto, ma se ci fosse un meccanico sarebbe evidente che non si tratta di un’attività propria di un’area pedonale. Se io avessi attività di vendita di cibo o alimenti o grandi elettrodomestici è chiaro che sarebbe un’attività impropria perché necessita la vicinanza dell’auto”.

Tra le altre aree pedonali, c’è quella di viale San Martino basso, dove la sperimentazione si è fermata per i risultati non entusiasmanti in termini di affluenza. E Marino ha lanciato un’idea: “Una delle aree pedonali previste, viale San Martino bassa, oggi non è consona a essere pedonalizzata tant’è vero che la sperimentazione è stata protratta soltanto nell’altro tratto fino a via Santa Cecilia. Per quel tratto di viale San Martino basso mi immagino un concorso di idee che possa sviluppare i migliori pensieri e progetti non soltanto da studi di progettazione e architetti, ma anche pensati da professionalità locali, per vedere come poter ri-immaginare quegli spazi perché possano essere opportunamente pedonalizzati. E così da risolvere il problema delle due barriere costituite da via Tommaso Cannizzaro e via Garibaldi con le due aree pedonale del Duomo e di Cairoli. Può essere un sottopasso con delle rampe? Con delle luci, del verde? Tutto da studiare e sottoposto all’inventiva di chi parteciperebbe a questo concorso di idee. E l’importante lì diventerebbe trovare le risorse per far volare alto queste idee che porterebbero la città a una qualità diversa di vita rispetto a quella di oggi”.

Le tempistiche: “La pedonalizzazione dura decenni”

Uno dei veri temi legati al Pums è quello dei tempi. Il piano dura dieci anni, ma ogni due va controllato e lo stesso Mondello in aula ha spiegato che “qui si dà per scontato che si faccia il 100% di quel piano, che invece va attuato per step. E voglio ricordare che duriamo in carica, forse, altri tre anni. In questi tre anni di quel piano si farà l’1 o il 2%”. Parole che lo stesso Marino ha spiegato poco dopo: “Gli interventi di pedonalizzazione durano decenni, più dello stesso Pums che dura dieci anni. Il tratto di pedonalizzazione verso villa Dante è stato spiegato che si farebbe con progressione. Ci vorrebbero anni, visto che si dovrebbe intervenire in maniera strutturale. A Cosenza la pedonalizzazione che ha la stessa grandezza che proponiamo a Messina è stata completata in 24 anni. Il piano dà la possibilità di monitorare via via questi aspetti e l’efficacia degli interventi stessi. Ci si prometteva il rilancio del centro storico con una maggiore frequentazione? Bene: si fa un tratto e si verifica se questo processo si è innescato, se ha dato i risultati sperati o se è mancato qualche intervento complementare ma necessario per rendere l’intervento stesso efficace”.

E ha concluso: “Questi controlli permettono di cambiare il tiro se non si raggiungono questi obiettivi, si cerca di capire se i risultati non raggiunti dipendono da un intervento attuato male e che deve essere rivisto o meno. Per cui la pedonalizzazione a sud di viale Europa, uno degli elementi più critici che ho percepito, è qualcosa di cui forse si riparlerà tra 15 anni quando il piano nell’attuazione sarà rivisto tre volte. Non è un problema di adesso. Ritengo fondamentale approvare il piano in un contesto così variabile degli elementi di contorno. Faccio riferimento al ponte. Avere il Pums approvato significa avere una posizione di forza: ciò che viene tolto per l’attuazione del ponte ci porterebbe a chiedere qualcos’altro a titolo compensativo per garantire quella visione prevista nel piano. Il Pums è un elemento di ripartenza per questa città”.

7 commenti

  1. Dire no al Pums, significa salvare l’economia cittadina, la vivibilità della città( vedi anziani e disabili), i soccorsi e la sicurezza.
    Dire no, significa ragionare meglio su cosa fare per il bene della città.
    Non esiste solo “si, per prendere i soldi”.
    Altrimenti questi soldi non serviranno comunque, sarà la distruzione per economia, vivibilità e soccorsi.

    PS: quindi negozi di alimenti (ristorazione), nelle isole no.
    E cosa facciamo, solo abbigliamento, magari marche chic e costose ?

    E quindi negozi di alimenti(ristorazione) neanche dove ci sono le ciclabili.
    Dove li facciamo, magari in altre altra città ?
    Mah…

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  2. basta isole, piste ciclabili inutilizzate da nessuno, stop preventivo all’entrata di ztl, avete rotto con tutte ‘ste limitazioni. Si vede che la destra avanza e con lei ‘sta nostalgia di dittatura, regole , limiti , punizioni, multe….

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    1. Tutto giusto tranne una cosa.
      È la “sinistra” che spinge su isole e piste ciclabili. (In Europa ed in Italia).
      A Messina è Sud chiama Nord ed il PD.
      Cioè quelli del “progresso, perché si fa ovunque così”, e quelli del “altrimenti perdiamo i fondi”.
      Meglio senza fondi, che affondati !!!

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  3. In una città di anziani potrà pedonalizzare solo le capre

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  4. Stando a quanto non detto chiaramente per la pedonalizzazione fino alla villa Dante occorre togliere il TRAM. Si perchè se si deve fare un unico piano di calpestio senza barriere ….il tram non può esistere. Veramente non dovrebbe esistere neanche sull’isola tra piazza Cairoli e via Santa Cecilia. Mi pare che da qualche parte ci debba essere un articolo di legge che definisce pericolosa la presenza del tram nelle isole pedonali.

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  5. Ancora una domanda: il sottopasso dove? sotto la via Tommaso Cannizzaro? ma dall’alto delle suo osservazioni non ha visto che sotto c’è un torrente?
    Campa cavallo !!!!

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  6. ……purtroppo da questi commenti si evince CHIARAMENTE che Messina è SENZA speranza…….dite NO a tutto…..in tutte le città CIVILI il Tram transita e fa fermate nelle isole pedonali del centro SENZA alcun problema….la gente lascia le auto anche a km.di distanza e si reca a piedi ai vari negozi a fare spesa…..siete PATETICI e VIZIATI……

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