Le immagini di due fotoreporter messinesi scelte da Solidarietà Internazionale per il calendario 2016

“Siamo sempre lo straniero di qualcun altro. Imparare a vivere insieme è lottare contro il razzismo” (Tahar Ben Jelloun).

I giorni del 2016 accompagnati dalle immagini di quello “straniero” che un tempo furono i nostri nonni, e domani chissà, di quello straniero che è visto, oggi più che mai come un nemico. Il calendario di Solidarietà Internazionale, la rivista che è ormai un punto di riferimento e di elaborazione culturale sulle tematiche legate alla tutela dei diritti e dell’ambiente, è uno scorrere di volti, di frasi, di interviste, di dati che ci narrano quel che non vogliamo ascoltare, guardare, capire.

La novità è che le immagini scelte per il calendario 2016 sono di due fotoreporter messinesi, Giovanni Isolino ed Enrico Di Giacomo, e ci raccontano di una città da sempre “porta” del Mediterraneo ma divenuta adesso “porta” dell’accoglienza.

Non sono immagini di fantasia, quei volti, quegli occhi, quei bambini e quei sorrisi immortalati in scatti d’autore li abbiamo visti, sono passati di qua, si sono fermati in questo brandello di terra, hanno respirato la nostra stessa aria anche se abbiamo fatto finta di non saperlo. Nelle fotografie di Giovanni Isolino ed Enrico Di Giacomo, si vedono i volti velati delle donne, gli sguardi smarriti di chi ha visto l’inferno, gli abbracci decisi dei volontari, le mani di stranieri e siciliani che si sfiorano, i barconi affollati e lo Stretto nello sfondo. E’ un calendario da vedere, e da non dimenticare. Quelle immagini, straordinariamente fermate nel tempo, fanno parte del nostro vivere quotidiano da un paio di anni, non dobbiamo cancellarle. Quegli scatti sono un monito a non voltarci dall’altra parte. La bravura di Giovanni Isolino ed Enrico Di Giacomo, giornalisti e fotoreporter che conosciamo da sempre, è proprio in quest’usare la forza del dettaglio, dei colori, dell’attimo, senza bisogno delle parole, delle frasi.

E’ Messina eppure non lo sembra, perché è il Mondo, questo disgraziato mondo dove le sofferenze degli altri non ci toccano più.

Nel mondo i rifugiati sono 19,5 milioni, gli sfollati interni 38,2 milioni, i richiedenti asilo 1,8 milioni. Ormai sono 60 milioni i profughi e gli sfollati nel pianeta, 14 milioni solo nel 2014. Una cifra quadruplicata in 4 anni. Drammatico il numero dei morti nel Mediterraneo, si legge in Solidarietà Internazionale, su 40 mila decessi attestati di migranti dal 2000 al 2014 nel mondo, 22.400, oltre la metà hanno perso a vita nel tentativo di raggiungere l’Europa dal mare. Il direttore Unicef Anthony Lake ha detto: “almeno un quarto di coloro che cercano rifugio in Europa sono bambini. Nei primi mesi del 2015 più di 106 mila hanno chiesto asilo. Non dobbiamo dimenticare ciò che sta dietro le storie delle famiglie che cercano rifugio in Europa, terribili conflitti come quello in Siria che ha già costretto circa 2 milioni di bambini a fuggire dal loro Paese”.

Nel calendario dell’anno che verrà ci sono le storie, le interviste, le cifre di una Terra nella quale l’1% della popolazione, sparuto gruppo di miliardari entro il 2016 avrà più ricchezze della restante parte, quel 99%. Le immagini di Isolino e Di Giacomo sono state scelte dalla rivista internazionale per rappresentare questa immensa differenza che divide la Terra. Ma rappresentano anche la possibilità di cambiare il modo di guardare le cose e quindi di cambiare il mondo.

“Quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello, poniamo fine ad ogni conflitto. Ecco questo è il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno”. (Paulo Coelho)

Ad ogni foto corrisponde una frase, ed entrambe sono un messaggio, un grido, fortissimo, per tutto il 2016.

Rosaria Brancato