Cronaca

La lobby dei servizi sociali a Patti, sette condanne

Si è chiusa con 7 condanne e una pioggia di assoluzioni il processo Patti e Affari, l’inchiesta della Polizia sull’affidamento dei servizi sociali nel distretto di Patti.

Dopo quasi 10 ore di camera di consiglio, ieri sera il Tribunale di Patti ha emesso il verdetto, decidendo alcune clamorose assoluzioni. A cominciare dal protagonista principale dell’inchiesta, l’ex vice sindaco Francesco Gullo, storico esponente del PD della zona, il primo cittadino Mauro Aquino e il predecessore Giuseppe Venuto. Per loro la formula è la più liberatoria: il fatto non sussiste, non c’era reato cioè nelle loro condotte.

Ecco il verdetto: 6 anni e 4 mesi all’impiegato comunale Salvatore Colonna, interdetto dai pubblici uffici per 5 anni; 2 anni per Tindaro Giuttari;un anno a Michele Cappadona, Giuseppe Catalfamo, Giuseppe Giarrizzo e Carmelo Raneri; un anno e 6 mesi di reclusione a Oreste Casimo. Per tutti la pena è sospesa.

Tra gli assolti, anche gli ex assessori Nicola Molica,Giorgio Cangemi, Salvatore Impalà, Antonino Lena, Paolo Mastronardi e Stefano Mollica; Concettina Buzzanca, Antonella Cappadona, Renato Cilona ex sindaco di Librizzi; Roberto Corrente, Gaetano Di Dio,Calderone Venera,Franca Falliano, l’ex consigliere comunale Nicola Giuttari, Marcella Gregorio, Luciana Panissidi, Domenico Pontillo, Nunzio Pontillo, Maria Tumeo.

Prescrizione infine per Salvatore Giordano.

L’inchiesta della Squadra Mobile, coordinata dalla Pm di Patti Rossana Casabona, oggi in servizio a Messina, scoppiò nel 2015 in 7 clamorose misure cautelari e scoperchiò una vera e propria lobby in grado di pilotare l’assegnazione die servizi sociali nel distretto a coop e società amiche. Ci sarà da leggere le motivazioni del dispositivo di ieri, ma il gran numero di assoluzione e i ruoli delle persone condannate fa capire che secondo i giudici di primo grado, alla fine del dibattimento, le ipotesi principali della Procura sono fondate, ma i politici non ebbero un ruolo determinante nelle assegnazioni.

Le intercettazioni della Polizia erano collegate all’inchiesta messinese poi sfociata in Corsi d’Oro sull’entourage dell’onorevole Francatonio Genovese.

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