La storia di Ezio Rossi e il rapporto tra libertà e sanità: Primula Rossa è al cinema

La storia di Ezio Rossi e il rapporto tra libertà e sanità: Primula Rossa è al cinema

Emanuela Giorgianni

La storia di Ezio Rossi e il rapporto tra libertà e sanità: Primula Rossa è al cinema

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mercoledì 29 Maggio 2019 - 15:32

È stato presentato, alla libreria Feltrinelli, Primula Rossa, il film di Franco Jannuzzi, prodotto dalla Fondazione di Comunità di Messina e da alcuni membri del Distretto Sociale Evoluto. Nei cinema Apollo e Iris il 30 e il 31 Maggio.

La vita di Ezio Rossi, ex terrorista dei Nuclei Armati Proletari, è trascorsa tra il carcere e l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG). E la sua vita diviene filo conduttore del film Primula Rossa, diretto da Franco Jannuzzi, prodotto dalla Fondazione di Comunità di Messina e da alcuni membri del Distretto Sociale Evoluto: la Fondazione Horcynus Orca ed Ecos-Med. La produzione è, poi, stata supportata da Radical Plans ed ha visto la collaborazione della Fondazione Con il Sud, di Manachuma, di Talento dinamico e di Ecosmedia che cura la distribuzione.

I suoi creatori l’hanno raccontato alla libreria Feltrinelli, anticipando la sua messa in scena: 30 e 31 maggio, in una doppia proiezione alla Multisala Apollo (18,30 – 21,00) e alla Multisala Iris (18,00 – 21,00). Inoltre dopo la proiezione all’Apollo delle 18,30 e quella all’Iris delle 21,00 sarà possibile dialogare con i protagonisti.

Alla storia di Rossi si intrecciano altre storie di vita, di dolore e difficoltà, insieme a quella della Fondazione di Comunità Messina, del Distretto Sociale Evoluto e del loro progetto Luce è Libertà, il più importante progetto mai sperimentato in Italia e in Europa per porre fine al dolore dell’internamento in Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

Grazie ad esso è stato assegnato a ciascun internato un capitale personale di capacitazione. Un primo effettivo modo per riprendere in mano la propria vita.

I capitali personalizzati di capacitazione sono stati investiti per creare un parco diffuso fotovoltaico, di cui moltissime famiglie, istituzioni e organizzazioni sono beneficiare, e in modo che il conto energia venga poi ceduto a titolo di liberalità alla Fondazione per co-finanziare sul lungo periodo il progetto Luce è Libertà.

È un’occasione di lavoro per 56 ex internati dell’OPG, di coesione sociale e sostenibilità ambientale, ma ancora prima è un incentivo di sviluppo ingente in campo economico e soprattutto umano, per valorizzare le capacità di chi è più fragile, per cercare nuovi orizzonti, nuovi paradigmi che guardano all’uomo nella sua complessità ed unicità.

Gli incassi del film saranno destinati proprio a sostenere i progetti di lotta alla povertà della Fondazione di Comunità di Messina e, in particolare, a quelli di di liberazione degli ex internati dell’Ospedale Psichiatrico di Barcellona Pozzo di Gotto.

L’incontro di Ezio, nella fiction Ennio, interpretato dall’attore messinese Salvatore Arena, con lo psichiatra Lucio, interpretato da David Coco, il quale lotterà sempre per restituire i diritti a chi per i suoi errori è escluso dalla società, dà origine a diverse domande.

Sono le domande con le quali, da anni, la Fondazione si confronta e che ha voluto riproporre nel film, senza fare un mero resoconto narcisistico della sua attività. Così, spiega Gaetano Giunta: “Il film pone le domande cui noi cerchiamo di rispondere da 10 anni, attraverso le storie dei pazienti, delle loro sofferenze, senza far vedere i meccanismi economici, organizzativi, dietro a tutto. Non celebriamo noi stessi ma mostriamo la possibilità di pensare un quadro di sanità mentale all’interno di un contesto di libertà, solidarietà e amicizia. Abbiamo scelto, però, di non fornire risposte, vogliamo generare la curiosità di farsi domande, creare un film maieutico”.

Una storia di “amicizia e libertà riconquistata” come afferma Giuseppe D’Avella, il cui clima di solidarietà, serenità e voglia di fare è stato al centro di tutte le riprese e dei rapporti tra tutto il cast, e al quale Ezio Rossi, presente all’evento, resterà grato per sempre: “è cambiato tutto in questi anni, lo Stato, è stato difficile uscire fuori, riprendersi; senza la Fondazione sarei ancora dentro un ospedale psichiatrico, invece ho riconquistato un pezzo di vita grazie a tutti voi. Il film lascia intravedere con chiarezza quella realtà perché frutto di un gran lavoro”.

Una grande produzione, una grande regia e una grande colonna sonora in stretta sintonia tra loro, su cui concordano tutti.

Giacomo Farina, produttore esecutivo dichiara: “provengo da studi scientifici e studiando l’entropia sono portato a tenere conto solo della differenza di potenziale tra prima e dopo. Sono felice dei risultati raggiunti, nonostante il grande sforzo, volevamo creare un gruppo osmotico tanto con i professionisti del settore cinema, della musica, del teatro, della letteratura, quanto con i non professionisti, e ne stiamo raccogliendo i frutti”. La spinta motivatrice è stata proprio il rispetto per le storie e le persone, la voglia di esserci e collaborare per un tema coinvolgente.

Un grande beneficio è stato fornito, poi, dai luoghi fantastici della nostra terra, il film è, infatti, interamente girato nelle location del Distretto, eccezion fatta per il carcere. “Spazi che offrono enormi spunti e possibilità. È un privilegio, sono luoghi fantastici da utilizzare e da vivere” ritiene il regista Franco Jannuzzi.

Primula Rossa ripercorre 40 anni di storia contemporanea, tra fiction e documentario, grazie all’attenta ricerca storica sui fatti, curata dalla sceneggiatura di Massimo Barilla e dello psichiatra Angelo Righetti, a partire dalla legge Basaglia del 1978 che sancì la chiusura degli ospedali psichiatrici, un processo lungo ma forse non ancora del tutto compiuto. Spiega Barilla: “La fiction non consiste nel ripercorrere i fatti in maniera pedissequa, deve far sintesi e restituire una realtà più alta, per interpretarla e fondarla meglio, deve essere una narrazione calda, dentro le cose e i sentimenti. E per me è stato possibile farlo, non a partire dalla scrittura, ma da un momento più importante, gli incontri e dialoghi con Ezio che mi porterò dentro per tutta la vita”.

La musica è il grande sottofondo e la fedele alleata degli eventi, musica originale, pensata nei minimi dettagli da Luigi Polimeni, come l’originale valzer dentro l’OPG. “Sono orgoglioso di aver partecipato al progetto e di aver fatto parte di questa grande famiglia, di solito per fare musica devi passare dal regista, dal produttore, attraverso grandi formalità, qui abbiamo lavorato insieme, sono stato sul set, ispirato da quello che vedevo dinanzi i miei occhi. Sotto il mio nome ce ne stanno tanti altri, le musiche sono frutto di una bella energia, di un’arte collettiva” racconta.

Un film rivoluzionario che aprirà, infatti, un festival altrettanto rivoluzionario, l’Horcynus Festival, un film capace di porsi domande rischiose, capace di riflettere sulle effettive possibilità che si aprirebbero, sfruttando le risorse utilizzate per tenere rinchiusi questi uomini al fine, invece, di aiutarli a vivere, un film che ha tutti i presupposti necessari per ottenere successo e varcare i nostri confini.

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