Politica

L’autonomia differenziata e la bimba siciliana ricoverata per il freddo a scuola

Altro che autonomia differenziata nell’Italia delle diseguaglianze. E una bambina finita in ospedale per il troppo freddo ce lo ricorda. Ci svela che il re è nudo. L’alunna della quinta elementare colpita da ipotermia, a Palermo, può essere la rappresentazione perfetta di un dramma italiano e meridionale. Le scuole sono vecchie, soprattutto nel Mezzogiorno, non attrezzate per il freddo, prive di bellezza e d’impianti sportivi, di spazi culturali e sociali. Il motivo? Tutto ciò che appartiene allo Stato, ancora di più al sud, è stato strutturato, in secoli di burocrazia e di classi dirigenti opache, come polveroso e fatiscente. Ma possiamo rassegnarci a tutto questo? Come può una ragazza o un ragazzo pensare che l’istruzione e la formazione siano al centro dell’interesse nazionale se le nuove generazioni vengono accolte in un ambiente poco accogliente, ostile, privo d’attrattiva. A volte persino pericoloso per la sua caducità.

La soluzione? In un mondo scolastico meridionale dove il tempo pieno è spesso una chimera, le palestre un miraggio, ci mancava il tema dell’autonomia differenziata a ribadire ancora di più l’idea del divario incolmabile tra nord e sud. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha parlato del “problema del differente costo della vita nelle diverse città italiane” (fonte Ansa). Ma perché non si mette al centro dell’agenda politica la distanza abissale di servizi, strutture, politiche sociali, opportunità di lavoro tra nord e sud d’Italia? E non basteranno i pur fondamentali fondi del Pnrr. Occorre un New Deal, un nuovo corso per il Meridione. Un piano straordinario d’investimenti e di progettazione culturale, politica e sociale. La questione meridionale è più attuale come mai. Peccato che non ci siano i Gramsci, Dorso e Salvemini, studiosi illuminati, a influenzare le classi dirigenti.