Indagine Provvy: i pochi punti fermi, in attesa della trasmissione "Chi l'ha visto"

Indagine Provvy: i pochi punti fermi, in attesa della trasmissione “Chi l’ha visto”

Alessandra Serio

Indagine Provvy: i pochi punti fermi, in attesa della trasmissione “Chi l’ha visto”

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mercoledì 29 Gennaio 2014 - 17:58

Sigilli alla galleria Bordonaro, le ricerche in corso del secondo cellulare, i tabulati delle telefonate, le piste verificatesi inconsistenti che tornano alla ribalta. Luci ed ombre sulle indagini per ricostruire le ultime ore di vita e le cause della morte di Provvidenza Grassi. E stasera, in Tv, finalmente il padre Giovanni romperà il silenzio.

C'è grande attesa per la puntata di Chi L'ha Visto di stasera, che come annunciato tornerà sul caso di Provvidenza Grassi, la ventisettenne messinese ritrovata senza vita, sei mesi dopo la sua scomparsa. Giovanni, il padre della ragazza, finalmente tornerà a parlare. Dalla sera del ritrovamento della Fiat 600 sotto il viadotto Bordonaro – poco lontano le spoglie di una ragazza, scheletriche, intorno e nell'auto tracce dei suoi effetti personali – il padre si è chiuso in un muto silenzio, concedendo soltanto qualche battuta, a lato al suo legale, l'avvocato Giuseppina Iaria. Davanti le telecamere di Federica Sciarelli, invece, parlerà come ha già fatto nei mesi scorsi, quando proprio dai microfoni di Rai Tre ha lanciato continui appelli per rintracciare la figlia, sperando fosse ancora viva. Proprio oggi un inviato della nota trasmissione televisiva è stato in riva allo Stretto per preparare la puntata, che si annuncia ricca di colpi di scena. In questi giorni le continue rivelazioni, vere e presunte, non sono mancate comunque. Pochi, ma saldi, i punti fermi che vengono invece dalle indagini degli investigatori.

Pochi perché poco è stato ritrovato del corpo di Provvy, tanto da costringere il medico legale Elvira Ventura ad effettuare a più riprese l'esame. Le spoglie della ragazza non sono ancora tornate alla famiglia, e l'esame cominciato ieri non è ancora stato concluso. Il tentativo del consulente della Procura è fissare con la massima precisione possibile la data del decesso della ragazza. A lavoro anche l'ingegnere Andreas Pirri, esperto di infortunistica stradale, che ha il compito di ricostruire la dinamica dell'incidente: la traiettoria dell'auto, come si è mossa sul viadotto, se il luogo nel quale è stata ritrovata è compatibile con l'ipotesi della caduta accidentale, o ancora se è stata tamponata.

Questa è, oggi, la tesi che la famiglia ritiene più plausibile. O meglio, l'avvocato Iaria sta battendo il ferro affinché venga vagliata attentamente anche questa ipotesi. Proprio per non tralasciare anche questa pista, gli investigatori ieri mattina hanno posto sotto sequestro anche la parte interna finale della galleria Bordonaro. L'esame dell'ingegnere naturalmente riguarderà anche la carcassa della Fiat 600 bianca trovata accanto la centralina Enel che sta ai piedi del pilone del viadotto. Stabilire con certezza che l'auto sia stata tamponata, però, non sarà facile anche in questo senso, perché anche del veicolo rimane ben poco, malgrado le fronde degli alberi sembrano aver attutito in parte l'impatto col suolo.

Intanto, proprio stamane l'avvocato Iaria è tornata su alcuni spunti di indagine, inizialmente battuti anche dagli investigatori ma che non avevano prodotto grossi risultati. Nell'autorizzare le intercettazioni telefoniche sulle utenze degli amici di Provvy, infatti, il gip Giovanni De Marco faceva cenno alla telefonata che il fidanzato, Fabio Lo Schiavo, affermò di aver ricevuto dalla ragazza, il 20 luglio scorso. Nessun riscontro ha però trovato la sua affermazione, sulle utenze intercettate. Il ventottenne originario della Calabria e residente a Rometta è stato nel frattempo arrestato per stupefacenti, ed è ora ai domiciliari. Al momento, però, nessun concreto sviluppo dell'inchiesta consente di ipotizzare un collegamento tra le sue attività e la scomparsa della ragazza, tanto che il giovane non è stato nuovamente ascoltato dagli inquirenti. Il pm Diego Capece Minutolo aspetta comunque i risultati dei rilievi tecnici, per muovere i prossimi passi. Compresi quelli dei Ris, a lavoro su tutti i reperti, sia quelli organici che meccanici. Certamente da un primo esame, però, si può dire con una certa sicurezza che nell'auto non c'erano tracce di stupefacenti. C'erano gli effetti personali della ragazza, che hanno consentito allo zio di effettuare il riconoscimento del corpo. C'era anche uno dei suoi due telefonini, poco lontano dall'auto. A quanto pare all'appello manca ancora l'altro cellulare da lei adoperato.

Scartate da tempo, dopo una attenta verifica, anche le segnalazioni che l'avevano data presente fuori zona, settimane dopo. Segnalazioni anche queste pervenute e riprese dalla trasmissione della Sciarelli, ma che non hanno trovato seri riscontri. Anzi, come accaduto per altri casi eclatanti di scomparsa, proprio l'aver dovuto verificare le segnalazioni che davano la ragazza altrove hanno impegnato lontano dal luogo della scomparsa gli investigatori. Si pensi, ad esempio, alle ricerche di Roberta Ragusa, il cui corpo non è ancora stato trovato, dopo molti mesi.

Proseguono, infine, gli accertamenti per capire in che stato fosse il guard rail del viadotto, perché non era stato adeguato, e se per caso, come spesso è emerso nei casi di incidenti stradali mortali, erano state eseguite manutenzioni nel tratto interessato, prima o dopo l'incidente. Manutenzioni effettuate forse soltanto sulla carta. Sei i dirigenti e tecnici del Consorzio stradale indagati. L'ipotesi della magistratura è che la ragazza avrebbe potuto salvarsi, se la barriera fosse stata adeguatamente manutenuta. E che se gli addetti avessero eseguito gli interventi, che sembrano essere stati effettuati successivamente, avrebbero quasi certamente scorto l'auto, sotto il viadotto. (Alessandra Serio)

2 commenti

  1. Più passa il tempo e più mi convinco che la ragazza è stata uccisa.
    George.

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  2. Intanto, dopo la trasmissione di stasera spero proprio che pubblicherete il mio commento che avevate censurato in precedenza per compiacere qualche papavero troppo narciso per rendersi conto che anche gli altri vivono

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