Tragedia Sansovino, parlano le famiglie e gli amici delle vittime: “Vogliamo sapere perché”

Vogliamo sapere perché, vogliamo sapere se si potevano salvare”. E’ un coro unanime quello delle famiglie dei tre marittimi morti nell’incidente sulla nave Sansovino, lunedì pomeriggio, al Molo Norimberga di Messina. Dinnanzi alla camera mortuaria del Policlinico di Messina e di quella del Papardo, i parenti di Christian Micalizzi, Gaetano D’Ambra e Santo Parisi non si chiedono altro, stringendosi in un dolore immenso.

Qualcuno di loro decide di parlare ai giornalisti, sfogarsi, come il cognato di Christian, Primo Ufficiale messinese di 38 anni, che dichiara “è una tragedia”, e il suocere di Gaetano D’Ambra che stamani, insieme ai parenti, è partito da Lipari (luogo di origine del secondo ufficiale) per recarsi al nosocomio universitario. Al Papardo, invece, dove si trova il corpo di Santo Parisi, operaio 51enne di Terrasini, si sono ritrovati i suoi parenti più vicini, giunti dopo un viaggio dal capoluogo siculo. E dalla stessa Provincia, lunedì sera, era partita anche la moglie di un altro marittimo rimasto coinvolto nell’incidente, Federico Puccio. Dopo esser stato soccorso all’interno della nave Sansovino, Puccio, operaio di macchina, era stato trasportato d’urgenza al Pronto Soccorso dell’ospedale Piemonte. Le sue condizioni erano apparse gravissime fin dai primi istanti.

Un viaggio terribile”, come hanno raccontano ieri alcuni amici che hanno accompagnato la moglie, giovanissima. Lei, Rossella Cangemi, da lunedì “presidia” il reparto di Rianimazione dove il marito rimane in prognosi riservata, sottoposto a ventilazione meccanica e supporto farmacologico. Anche ieri era là, col volto straziato, a chiedere notizie a medici e infermieri.

Una piccola folla di amici e compagni si è radunata anche nella sala d’attesa del Pronto Soccorso del Piemonte, per salutare il nostromo Antonino Lombardo. C’erano la moglie e la figlia, arrivate dall’isola di Lipari. L’operaio, che da dal giorno dell'incidente si trovava ricoverato in Osservazione Breve Intensiva, è stato poi trasferito in reparto. Le sue condizioni non destano preoccupazioni ed è stato lui stesso, ieri, a spiegare come in quei concitati momenti della tragedia abbia indossato la maschera salvando due colleghi, e rimanendo intossicato.

Non riusciamo a parlare, siamo ancora sconvolti” è stato invece il commento di altri due marittimi, arrivati al Pronto Soccorso per dare una parola di conforto al “loro Nostromo”. Espressioni di dolore inondano anche le pagine dei profili di Facebook delle tre vittime. Un cordoglio senza spazio che accomuna intere comunità di messinesi, palermitani, trapanesi e siciliani tutti. (Veronica Crocitti)