Cattura Mignacca, un muro di silenzio dai fiancheggiatori. Autopsia su Vincenzo

Non si sono fermati con la cattura di domenica scorsa le indagini sulla latitanza di Calogero e Vincenzino Mignacca. Oggi pomeriggio sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Vincenzino, il maggiore dei due fratelli di Montalbano, che si è tolto la vita sparandosi un colpo di pistola calibro 7,65 alle tempie, quando i carabinieri hanno fatto irruzione nel casolare di Lentini dove si nascondeva insieme al fratello. Come svelato qualche anno fa dal pentito Santo Gullo, Vincenzino soffriva da tempo di una grave malattia, mal curata. Circostanza confermata anche dal fratello, che ha spiegato che a Vincenzino rimanevano pochi mesi di vita. A parte questo particolare confermato ai militari al momento dell’arresto, Calogero, rinchiuso a Gazzi, ha scelto per il momento il più fitto silenzio e ci sono pochi spiragli per una sua eventuale collaborazione con la giustizia, visto il suo carattere di ferro e l’abitudine alle più dure condizioni di vita, come quelle sopportate nella lunga latitanza, cinque anni ininterrotti. Calogero deve scontare una condanna all’ergastolo per due omicidi, e ha sulle spalle un’altra sentenza definitiva per associazione mafiosa, estorsione e rapine. Convalidato intanto l’arresto sia di Calogero che dei sette fiancheggiatori bloccati tra Tortorici, Lentini e Randazzo nel giorno dell’irruzione nel covo. Anche loro per il momento tacciono. Ora il lavoro degli investigatori mira a ricostruire quanto più possibile la rete di familiari e fedelissimi che ha permesso ai due spietati killer pastori di rimanere latitanti dal luglio 2008 fino al novembre di quest’anno.