Intervista alla cantante che si racconta a tutto tondo: i suoi "...anta", l'impegno civile, il rapporto col pubblico nei piccoli teatri
di Alessandra Serio
Messina – Entra nel vivo venerdì 25 ottobre con l’esibizione di Simona Molinari la stagione concertistica del teatro Vittorio Emanuele, diretta da Matteo Pappalardo e aperta lo scorso 8 ottobre daStef Burns con l’Orchestra del Vittorio.
La signora del jazz italiano arriva a Messina dopo l’ennesimo premio, la seconda targa Tenco consegnatele lo scorso 17 ottobre a Sanremo come migliore interprete, con l’album Hasta siempre Mercedes, omaggio all’icona argentina Mercedes Sosa.
Sul palco del Vittorio Simona Molinari e la sua band (Claudio Filippini al pianoforte, Egidio Marchitelli alle chitarre, Nicola Di Camillo al basso elettrico
e Fabio Colella alla batteria) condurrà, come di consueto, lo spettatore in un viaggio che, spiega, è anche il suo viaggio interiore attraverso le diverse fasi del vivere, affrontate attraverso i brani “Egocentrica”, “La Felicità“, “In cerca di te” (sola me ne vò per la città). In scaletta anche “Mr Paganini” di Ella Fitzgerald, “La storia” di De Gregori, “U pisci spada” di Modugno e alcuni brani inclusi nell’ultimo disco che le è valso appunto la recente targa Tenco.
Simona Molinari, raffinata interprete internazionale che ha duettato con star mondiali della musica su i più importanti palcoscenici internazionali. Ora Messina. Detta così pare una battuta….
Sono molto curiosa di conoscere la città, ci sono stata soltanto di passaggio, sono incuriosita dall’umanità messinese che ancora prima di arrivare mi ha tributato una calorosa accoglienza, mi hanno scritto tante persone. Poi, teatri più raccolti come possono essere quello messinese sono molto gratificanti, si crea una empatia, una vicinanza con lo spettatore, come fossimo in una sorta di salotto, che in capienze come quelle di un palazzetto sono impossibili.
Come stai preparando questo spettacolo.
Sul palco rivivo i tempi densi della vita, dall’innamoramento al tradimento, poi il disincanto ma anche l’amore, e il momento dell’impegno. I miei primi 40 anni sono stati di ricerca per me. Ad un certo punto capisci chi sei e come si muove più o meno il mondo. E’ un pò come nel jazz: una volta che conosci le regole sei libero di essere strumento, veicolo per raccontare, ispirare, toccare quelle corde che senti tanto vive dentro di te.
Torni in Sicilia, dove sei stata per un importante concerto dedicato alla lotta alla mafia. Non il primo né l’ultimo tuo sostegno alle cause civili. L’impegno civile è anche questo un aspetto di questo momento di “maturità” o è sempre stata nelle tue corde?
Considero importante l’impegno civile per un cantante. Oggi per noi la musica è quasi l’ultimo prodotto che vendiamo, ci si guadagna poco e oggi siamo ancor prima influencer, intrattenitori e quasi soltanto dopo artisti. Ma la musica parla all’inconscio, può veicolare molti messaggi, a chi la produce non può restate la sola dinamica del guadagno. La cultura nasce anche per ispirarci, guidarci come esseri umani. Dobbiamo quindi tentare di elevarci, o almeno dovremmo cercare di non essere solo quello, quell’aspetto legato al guadagno.
Sì, è stato un aspetto per me importante, però certo oggi, complice anche la rivoluzione culturale e il mio risveglio in quanto donna non sento più la necessità di nascondermi dietro il personaggio, la sensualità, mi sento più libera di dire alcune cose più esplicitamente.
