"Messina era la città della munnizza, ora è modello di efficienza"

“Messina era la città della munnizza, ora è modello di efficienza”

Giuseppe Fontana

“Messina era la città della munnizza, ora è modello di efficienza”

lunedì 29 Dicembre 2025 - 11:15

Il consueto bilancio di Sud chiama Nord, stavolta nel settore dei rifiuti e del verde

Dall’emergenza rifiuti del 2018 fino al consolidamento di un sistema premiato dai numeri, Sud chiama Nord analizza la transizione verso un modello di vivibilità che oggi punta a standard nazionali.

Il cambio di mentalità

Basile ha aperto l’incontro con una riflessione sul tempo e sulla visione: “Sette anni sembrano tanti ma sono pochi. I risultati raggiunti sono numeri che si basano sul lavoro di tante persone. Questo è un progetto che fino al 2018 non era stato nella mente di nessuno. L’intervento di Messina Servizi non è stato solo finalizzato alla raccolta differenziata ma si è esteso anche al ciclo integrato dei rifiuti, all’impiantistica, al verde pubblico. Oggi Messina è un modello per tutto il sud. Va ringraziato Cateno De Luca ma vanno ringraziati anche i cittadini e tutti i componenti di Messina Servizi per il lavoro fatto in prima persona. Questo è stato un cambio di mentalità, una svolta che dipende da chi lo ha messo in atto e da una buona amministrazione che deve dettare la linea”.

Il sindaco ha poi proseguito sottolineando l’impatto sul decoro urbano: “Oggi Messina Servizi è un modello per tutti sulla raccolta e sulla gestione del verde. Prima c’era a bilancio poco meno di un milione di euro per il verde. Oggi questo aspetto ci dà la dimensione di una città vivibile. Tutto questo lavoro è stato fatto nonostante l’impiantistica regionale sia totalmente ferma. E la Tari si è ridotta. Questi sono gli aspetti principali di quanto realizzato”.

La fine di Messinambiente

Successivamente la parola è passata alla presidente Interdonato, che ha ripercorso le criticità del passato: “È importante vedere da dove si è partiti. Messina era vista come la città delle baracche e della munnizza. Lo vedevamo tutti i giorni. C’era un sistema basato su oltre il 90% di cassonetti indifferenziati. La differenziata era all’8% e c’era una gestione farlocca, con consegne di kit su base volontaria e senza registrazioni. Era qualcosa di estemporaneo con i cittadini che si adeguavano. La società precedente aveva oltre 80 milioni di debiti e all’interno c’erano situazioni forti dal punto di vista sociale: sciopero, stipendi e contributi non pagati. La città era sotto scacco. C’erano situazioni di emergenza sanitaria a cui ci eravamo abituati. La situazione di Messinambiente era questa”.

Analizzando il passaggio di consegne, la presidente ha spiegato: “Poi è subentrata Messina Servizi. Costituita nel 2017 si è ritrovata a dover firmare un contratto di usufrutto nel 2018 con Messinambiente, dovendosi accollare onori su personale e su un parco mezzi vetusto e obsoleto. La situazione era palese. Tutto questo ha portato a un totale fermo fino al giugno 2018. Abbiamo trovato una scatola vuota. Fino a lì la strategia era un soccorso finanziario a Messinambiente, che poi è stata dichiarata fallita. Lì è crollata la strategia delle scatole cinesi”.

Il successo del porta a porta

Entrando nel merito della gestione operativa, Interdonato ha aggiunto: “Cosa abbiamo trovato? Una società senza mezzi per i servizi, non vi dico quanto alti fossero i costi. C’era un fermo di cui nessuno capiva il motivo. Lo abbiamo capito noi: non erano state avviate le gare necessarie per acquisire ciò che era necessario ai servizi o per poter manutenere i mezzi. Dall’ottobre al dicembre 2018 c’è stata una paralisi dell’attività dovuto a queste inadempienze. La crisi è stata poi superata con l’avvio delle procedure e su un nuovo sistema, il porta a porta, con il presidente Pippo Lombardo. Ci sono state difficoltà all’inizio nello spiegare alla città il nuovo sistema ma il percorso ci ha portato a passare dall’8 al 61,65% di raccolta nel 2025”.

In merito allo stato attuale dell’azienda, ha concluso: “Abbiamo assunto personale, abbiamo strutturato la gestione del verde con sempre più aree, abbiamo creato una società capace di gestire ogni problematica. Oggi Messina è presa in considerazione perché il nostro è un modello che viene osservato. Ci sono città che non ci riescono e vedere quanto fatto da noi in Sicilia, senza impianti a supporto di questo ciclo, è stato importante. Tutto questo grazie al lavoro coordinato tra amministrazione e dirigenza. Oggi abbiamo la possibilità di crescere ancora e possiamo dire che Messina ce l’ha fatta”.

Le prospettive future di Messina Servizi

La presidente Mariagrazia Interdonato, rispondendo alle domande dei giornalisti ha parlato anche delle criticità che serve superare per migliorare ancora. I problemi sui rifiuti riguardano la qualità dei conferimenti da parte dei cittadini. A marzo saranno consegnati i nuovi contenitori. Ci sarà un nuovo progetto che aiuterà “a mettere ordine”. Saranno circa una cinquantina di condomini con gran numero di utenze a essere coinvolti. Maggiori controlli? Sì. Useremo telecamere e continueremo ad alzare l’attenzione con l’aiuto della Polizia municipale. Non ci fermeremo. Vogliamo aprire le isole ecologiche H24, a breve sarà disponibile quella di via Salandra. Sono tutte progettualità che insieme alla tanta comunicazione che abbiamo messo in campo ci aiuteranno. Potremo sfiorare il 62 % a dicembre 2025. Questo significa che tutto quello messo in campo sta funzionando”.

Il confronto con le altre città

È intervenuto poi Lombardo, deputato all’Ars ed ex presidente dell’azienda, con toni decisi: “Vedere questi numeri oggi… sembra quasi facile, no? Ma vi posso garantire che insieme al sindaco De Luca abbiamo avuto anche gente che ci remava contro. Abbiamo sottratto alle lobby siciliane di gestione dei rifiuti qualcosa come 100 miliardi di euro. Anche la Corte dei Conti ha certificato che Messina è un modello mentre Catania e Palermo sono la palla al piede di una Sicilia che resta ultima in Italia. La Sicilia sarebbe dentro i parametri se queste due città avessero almeno il 58% come lo aveva Messina nel 2024. C’è tanto da fare ancora. A Messina abbiamo dimostrato che se si vuole si può, anche se ci sono ancora quelli che vorrebbero alimentare il sistema delle discariche. C’è un miliardo di euro su fondi di coesione, ricerca e sviluppo, per implementare l’intero sistema. Ci dicevano che eravamo incompetenti, ma i risultati sono questi”.

La rivoluzione del verde

Un focus specifico è stato offerto dall’assessore Massimo Minutoli sulla cura del territorio: “Ricordo uno dei primi incontri, quando arrivò la notizia del crollo di un albero. Lì l’amministrazione De Luca ha subito stanziato 500mila euro per gli interventi di messa in sicurezza degli alberi, ma mancava un censimento, un piano di gestione e controllo. Avevamo una situazione disastrata, basti pensare a Villa Dante, Parco Aldo Moro o Villa Sabin. Lavorando su parchi e alberature è partito il primo censimento. Sono stati stanziati nel 2019 un milione di euro anche per le periferie. Messina pagava lo scotto di un passato fatto di essenze arboree non idonee al contesto e che hanno fatto danni anche ai sottoservizi. Serviva programmare e lo abbiamo fatto. Oggi il contratto di servizio con la Messina Servizi ne è la dimostrazione. Il sindaco Basile parlava di un milione l’anno stanziato in precedenza per il Verde Urbano ma è stato buono, perché erano appena 300mila euro. Oggi siamo invece nelle condizioni, con il nostro unico interlocutore Messina Servizi, di raggiungere i risultati che mostriamo ogni giorno”.

Le radici della strategia

Infine, Cateno De Luca ha riassunto le tappe storiche della sua visione: “Il fronte dei rifiuti oggi caratterizza la città di Messina per un grande successo. Se Messina oggi è un modello non è per il risultato ma per l’arco temporale in cui è stato raggiunto questo risultato. La città ha superato il 60% in 7 anni mentre altre ci hanno lavorato 30 anni. Abbiamo affrontato l’emergenza quando ci siamo insediati. Prima l’abbiamo dovuta gestire per un anno, poi l’abbiamo rotta questa gestione. Per circa due anni abbiamo quindi pianificato il presente, definendo le caratteristiche indispensabili di risorse umane e mezzi che servivano. E intanto guardavamo in prospettiva. Abbiamo fatto uscire la società da confini specifici, settoriali, attraverso l’estensione del contratto di servizi. Oggi il simbolo può essere Parco Aldo Moro, che per 30 anni è stato l’emblema di una non città”.

Il futuro nel segno dell’impiantistica

Guardando al futuro e alle risorse, De Luca ha concluso: “Quella che portiamo avanti è una strategia specifica che passa dalle battaglie per l’impiantistica, per Mili e per Pace. E ora stiamo parlando di altri 30 milioni di euro per cui stiamo chiudendo un ragionamento per la realizzazione di un impianto TMB per il trattamento dei rifiuti. Messina lo merita e questa meritocrazia ci permette di imporci. Oggi possiamo fare la parte del leone e continueremo a farlo. Da quattro anni ci sono risorse bloccate perché Palermo e Catania non arrivano agli standard. Ho detto basta, perché di questi fondi 5-6 milioni sono di Messina e ci servono per alzare ancora l’asticella.

Il recupero dei crediti. Pagare tutti per pagare meno

Oggi stiamo raggiungendo risultati eccellenti abbassando i costi, anche grazie al lavoro certosino di recupero dei crediti svolto da Roberto Cicala. C’erano contribuenti neanche censiti e che ora invece stanno pagando milioni di euro solo per gli ultimi cinque anni. Presto capirete di più, ma è la formula pagare tutti per pagare meno. Se questo lavoro si fosse fatto su tutti gli altri territori forse oggi avremmo risorse importanti per un ragionamento diverso sui due grandi termovalorizzatori che si intendono realizzare n Sicilia. Se si fosse investito in quello che era più corretto nella filiera dei rifiuti oggi avremmo bisogno di una struttura più piccola forse. Messina è la punta di diamante della Sicilia. Ricordiamoci che senza questi risultati non avremmo avuto nemmeno la bandiera blu, perché è tutto sinergico. Sono orgoglioso dei risultati raggiunti. Qualcuno oggi fa finta di dimenticare, ma io ricordo da dove siamo partiti e il presente per proiettarsi verso un orizzonte in cui il sindaco Basile sarà ancora protagonista“.

La verifica politico-amministrativa di De Luca e Basile

De Luca ha poi incensato Basile: “Sta resistendo ad attività di rinculo provenienti da sciocchi che o capiscono dove si vuole arrivare ma contestano o non capiscono la prospettiva. Il tema è un altro: questa squadra sta agendo in regime di monocolore. Trovatemi una città metropolitana dove c’è il monocolore. Agendo in questa condizione straordinaria, gli uomini e le donne scelti devono dare risultati straordinari. La verifica che si sta facendo ha questo obiettivo. Ci renderemo conto se basterà svuotare alcuni cassetti, revisionare alcuni passaggi o capirci su alcuni aspetti. Magari qualcuno deve rinsavire. C’è chi oggi è nel palazzo e ieri non c’era. Se c’è qualcuno infelice deve valutare se fuori sarà più infelice o più insoddisfatto. Questo è il lavoro certosino che stiamo portando avanti con il sindaco Basile.

“La spallata al sistema si estenderà alla Sicilia con De Luca governatore”

Ricordiamoci che la città nel 2018 ha dato una spallata al sistema e nel 2022 ha confermato questa linea. Non posso accettare che parlamentari che ho resuscitato blocchino uno degli impianti più innovativi della città come quello di Mili. Mi riferisco in questo caso all’onorevole Germanà. Questi pensano di condannare la città per conquistare qualche voto in un quartiere. La tensione che stiamo vivendo ha questi presupposti, un senso di responsabilità che viene dal monocolore che è stato possibile grazie al voto dei cittadini. Questo è il nostro obiettivo. Il sistema volerà in Sicilia solo quando Cateno De Luca governerà la Sicilia”.

14 commenti

  1. È vero, peccato però che tanti messinesi non meritano tutto questo.

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  2. Vorrei chiedere al signor sindaco se è normale che dalle 5 del mattino il martedì mercoledì e venerdì in via Socrate accanto alle case si parcheggia un autocompattatore che riceve i rifiuti dai camioncini, il tutto con odori sgradevoli e rumore molesto. E quando dico accanto alle case e perché si trova accanto alle case, invito il signor sindaco a verificare e se permetterebbe una situazione del genere accanto casa sua

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  3. In effetti quando mi capita di tornare a Messina, per un momento, mi sembra di aver sbagliato strada, ho come la sensazione di trovarmi a Ginevra.
    L’importante è crederci e saper ben “banniare” la propria merce, che qualcuno ci crede davvero.

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  4. A munnizza , prima era fora ora è intra i nostri casi.
    La si deve conservare in casa , nei nostri balconi, all’intero delle nostre abitazioni per una o più settimane se ci si dimentica il conferimento.
    Ci siamo fatti belli alle spalle degli altri.

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  5. È vero, peccato che tanti messinesi abituati a vivere nella spazzatura non la meritino.

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  6. Le conferenze stampa lasciano perplessi ed esterrefatti l’ universo. E mentre il popolo mormora e gli utenti soffrono disservizi quotidiani, ci prepariamo all’ennesimo atto. Presto verrà allestita l’ennesima conferenza stampa, pomposa e sfarzosa. I menestrelli del potere canteranno di scuolabus per 900 scolari, di un miliardo di piani personalizzati, di integrazione e inclusione.
    Useranno parole magiche: Harry Potter, Alice, il Mago, la Strega, la Befana. Balleranno la macarena tra lucette scintillanti e banchetti. Ci offriranno “molto, molto fumo” per coprire l’assenza della sostanza. Perché in questa storia, i servizi essenziali possono attendere. E se qualcuno, stanco di aspettare l’amore vero, disdice il servizio… beh, per loro è pure meglio.
    Resta sospesa nell’aria, come un tragico epilogo, una sola domanda che nessuno osa pronunciare: qualcuno è mai riuscito a fare il raffronto tra la qualità di questo sogno e il prezzo salato della realtà?

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  7. Emanuele Ferrara 29 Dicembre 2025 13:44

    Quanto siete bravi ed efficienti! Ma come vi vantate facilmente! Guardate che la città non è solo il Viale e le strade del centro! Ci sono anche i villaggi e le periferie che se andate a vedere come stanno fanno veramente schifo! Quindi non esaltatevi e restate con i piedi per terra! Poi ci sono quelli che vanno sui Colli a buttare la munnizza! Quelli vanno puniti severamente quando vengono scoperti! E poi cari signori cercate di camminare a piedi prima di vantarvi. Ci sono i marciapiedi della circonvallazione che fanno veramente schifo! Ho percorso il marciapiede dalla Chiesa di Loudes fino all’ingresso del Parco Aldo Moro e oltre. Ci sono rifiuti dappertutto che nopn sono stati mai stati raccolti da una vita. Spazzatura marcia che nessuno raccoglie. Allora prima di parlare di miglioramenti verificate voi stessi se quello che segnalo è falso! Abbiate l’umiltà di dire le cose come stanno e smettetela di fare i primi della classe. Ce ne vuole perchè Messina sia annoverata come una città pulita. Ce ne vuole!

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  8. i risultati della raccolta dei rifiuti a Messina sono innegabili. La città adesso è molto più pulita rispetto a qualche anno fa. La società funziona e il Comune pure. Quelli che ancora devono cambiare e progredire sono i messinesi. O almeno una parte di essi. I sacchetti di spazzatura gettati in alcune strade, le micro discariche, gli indifferenziati abbandonati per strada fanno pensare che c’è una parte non piccola della cittadinanza che è refrattaria alle regole. Se alcune strade sono sporche è solo colpa di quei messinesi che le sporcano. Messina sarà una città ancora più grande e civile quando tutti i messinesi si metteranno in testa di rispettare alcune regole basiche della convivenza civile…

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  9. Il risultato è finalizzato alla statistica e questo non si discute se negli indicatori in materia siamo risaliti, anche perché peggio di zero non si può fare( vincere facile ) mentre purtroppo il percepito è ben diverso , e il motivo è che la spazzatura adesso è in casa e il conferimento nelle sue modalità va rivisto .

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  10. Sig sinnacu ha provato a salire,in bici,la bretella che da gravitelli porta ai colli san rizzo,stia attento alle buche e poi goda la discarica che avrà a destra e sinistra e non vada al neurolesi perché è troppo pulita la strada per arrivarci

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  11. EMANUELE FERRARA🤩, TI FACCIO I COMPLIMENTI, (COME SEMPRE) PER I TUOI COMMENTI DI ASSOLUTA VERITÀ👏👏👏👏👏👏……IO CAMMINO PARECCHIO A PIEDI, E PROPRIO POC’ ANZI HO MANDATO UNA SEGNALAZIONE A TEMPOSTRETTO, PER LO STATO DI DEGRADO E INCURIA DI MANCATO SPAZZAMENTO, PER NON PARLARE DEL VERDE TANTO DECANTATO E MAL TUTELATO…..NON SI POSSONO LEGGERE CERTE DICHIARAZIONI BEN SAPENDO CHE LA REALTÀ NON È QUELLA ROSE E FIORI DECANTATA….MI VERREBBE DI FARE UN COLLAGE DI TUTTO CIÒ CHE OCCORRE A SCARDINARE LE INOPPUGNABILI VERITÀ A DETTA LORO…..E PENSO PROPRIO CHE LO FARÒ , PERCHE NON È POSSIBILE PARLARE COSÌ, BEN SAPENDO ,CHE COSÌ NON È…..INONDERO’ TEMPOSTRETTO DI SEGNALAZIONI ANCOR PEGGIO DI COME FACCIO ABITUALMENTE ,PROPRIO PER SCONFESSARE PARECCHIE INESATTEZZE LETTE IN QUESTE DICHIARAZIONI DI AUTOINCENSAMENTO😤 VISTO CHE FANNO FINTA DI NON 🙈🙉🙊COME È GIUSTO FARLO

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  12. EXIGUA HIS TRIBUENDA FIDES QUI MULTA LOQUUNTUR. 😏

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  13. Un modello che a mia memoria, ma posso sbagliare fu pensato da Benimino Ginatempo.
    Così come in CONAI ci portò il vecchio liquidatore toscano di cui ad oggi non ricordo più il nome.
    Questa storia non nasce nel 2018.

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  14. Quante bufale…

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