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Messina, intesa con Sogesid per la bonifica della Zona Falcata. Progetto entro fine anno

Sogesid, società del Ministero della transizione ecologica e del Ministero delle infrastrutture, fornirà all’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto di Messina assistenza specialistica per le caratterizzazioni ambientali e per la redazione del progetto delle bonifiche nella Zona Falcata.

E’ il frutto di un accordo presentato stamani dal presidente dell’Authority, Mario Mega, dal presidente di Sogesid, Carmelo Gallo, e dalla sottosegretaria Barbara Floridia.

Mega ha ricordato che, finora, l’Autorità Portuale ha investito circa un milione di euro per tanti piccoli interventi, tra cui le recinzioni per impedire nuove discariche e occupazioni abusive e ha ringraziato l’Università di Messina per il supporto alla realizzazione del piano di caratterizzazione, poi approvato dalla Regione.

Il 10 maggio via ai lavori di caratterizzazione

La novità è che stato firmato il contratto per i lavori di caratterizzazione ambientale, cioè l’analisi della contaminazione, affidati a un raggruppamento temporaneo di imprese, con capogruppo la Cada snc di Menfi (Agrigento), per un importo di circa mezzo milione. “L’obiettivo è di iniziare la caratterizzazione entro il 10 maggio – ha detto Mega – e di completarla entro il 10 agosto. Sogesid predisporrà l’analisi dei dati che risulteranno da campionamenti e analisi di laboratorio. Questo ci porterà a firmare un nuovo accordo esecutivo, che fa già parte dell’intesa, per avere entro fine anno lo studio di fattibilità tecnico economica, con varie soluzioni progettuali per le bonifiche. A quel punto potremo finalmente chiedere i fondi indispensabili per la valorizzazione”.

La Regione ha dato la disponibilità a concedere un finanziamento da 10 milioni di euro, con l’obiettivo di restituire una prima parte della Zona Falcata alla fruizione della città al più presto. Entro l’estate – aveva detto Musumeci – ma non sarà possibile perché “qualsiasi iniziativa – dice Mega – non potrà prescindere dalla completa conoscenza dei livelli di contaminazione. Non possiamo aprire al pubblico aree in cui la permanenza ossa generare rischi. Dobbiamo chiarire quali sono le aree contaminate e quali quelle libere per immaginare di accelerare la fruizione della Real Cittadella”.

Mega ha anticipato anche che “stiamo lavorando con Rfi per recuperare un passaggio diretto tra la Stazione Marittima e la Zona Falcata”. Al momento, tranne per un passaggio tramite scale, per arrivare alla Zona Falcata è necessario il lungo giro dal cavalcavia a valle di via Tommaso Cannizzaro.

Il futuro della Zona Falcata

Come da previsioni di piano regolatore portuale, “dovremo eliminare l’inquinamento per restituire la Zona Falcata alla fruizione urbana, alla permanenza delle persone, a partire dalla Real Cittadella e dalle ampie aree esterne, dov’è previsto un parco archeologico. Poi ci sono le aree destinate al terziario con più ipotesi. Mi piace la proposta del prof. Josè Gambino, un parco tematico per la tutela della biodiversità, ma non è l’unica. Il piano, comunque, esclude ipotesi di realizzare grattacieli o alberghi. Si dovrà anche valutare cosa fare delle aree inutilizzate del compendio della Marina Militare, lasciarle senza destinazione non è una buona scelta”. C’è ancora l’area dell’Eurobunker. “Abbiamo vinto il contenzioso, gli ex concessionari devono restituirci le aree ma prima dovranno bonificarle”.

La stima economica

Ma quanti soldi serviranno per bonificare la Zona Falcata: “Una stima di massima, sulla base della prime indagini, è di 70/80 milioni di euro ma questa cifra potrebbe essere superiore o inferiore, lo sapremo proprio al termine del progetto”. L’Autorità Portuale aveva chiesto anche un finanziamento sul fondo Recovery ma non l’ha ottenuto proprio per la mancanza di un progetto.