Messina. Storia e culto di San Placido raccontati da Marco Grassi

Messina. Storia e culto di San Placido raccontati da Marco Grassi

Daniele Ferrara

Messina. Storia e culto di San Placido raccontati da Marco Grassi

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lunedì 03 Agosto 2020 - 09:54

Grassi, storico dell’arte, lascerà il posto al nuovo governatore

Buon successo stanno avendo i festeggiamenti in onore di San Placido – compatrono di Messina – nonostante tutte le difficoltà imposte dalla particolare situazione sanitaria. Il triduo giunge oggi alla conclusione, segnato dall’affluenza delle persone devote al santo e di quelle curiose di conoscerlo; stasera ci sarà anche il primo raduno delle persone che portano i nomi di Placido e Flavia. È un programma fitto, che si deve al ferreo impegno e alla dedizione del rettore monsignor Angelo Oteri, dell’Arciconfraternita-Compagnia di San Placido e dell’Associazione Aura.

Visite guidate nei luoghi di San Placido

Domani sarà il giorno solenne, quello in cui si commemora il ritrovamento dei corpi di Placido, Flavia, Eutichio e Vittorino nel 1588, dopo essere rimasti sepolti e occulti per più di mille anni. Nella Chiesa di San Giovanni di Malta, i quattro busti contenenti le reliquie dei quattro monaci alle 10:30 verranno asportati dal sacello in cui sono custoditi e collocati sull’altare maggiore per la celebrazione della messa solenne che comincerà alle 11:00 e sarà presieduta da monsignor Oteri, seguita alle 12:00 dalla supplica ai Santi Martiri in favore di Messina. Una seconda messa sarà officiata nella Chiesa di San Giuliano alle 18:30 per gentile concessione dei Frati Minori Conventuali.

Martedì 4 non si concluderà con queste messe: dalle ore 21:00, recandosi al vetusto tempio, si potrà beneficiare di visite guidate alla Chiesa di San Giovanni di Malta e al Tesoro di San Placido a cura dell’Associazione Regionale Guide Sicilia, un’occasione ottima anche per conoscere un po’ di storia dell’arte a Messina.

Qui il programma e una breve biografia di Placido.

Nuovo Governatore per la Confraternita

La messa in San Giuliano sarà particolarmente importante poiché al suo termine sarà annunciato il nome dell’eletto Governatore della Compagnia di San Placido, e si assisterà all’avvicendamento tra il Commissario straordinario della Confraternita e il suo nuovo Governatore; così giunge a compimento questo periodo di rinascita dopo una latenza durata quarant’anni.

Abbiamo intervistato proprio il commissario uscente nominato dall’Arcivescovo, il professor Marco Grassi, storico dell’arte, che in questi anni si è energicamente impegnato affinché questo antico culto nella nativa Messina acquisisse nuova vitalità.

L’apparizione di San Placido nel 1276

La plurisecolare Arciconfraternita-Compagnia di San Placido è un retaggio dei tempi d’oro di Messina, di quand’era la “città nobilissima”; qual è la sua storia e qual è stata la sua importanza nel tempo?

Quello di domani è un momento davvero importante con il quale si sancisce la ripresa di questo antico sodalizio, una confraternita che fu tra le più importanti a Messina, in primis perché manteneva il culto al compatrono, e addirittura perché, secondo la tradizione, le sue origini sono legate a un’apparizione di San Placido stesso nella Cattedrale di Messina.

Gli storici locali narrano che nel 1276 un monaco si presentò nel laboratorio artigianale di mastro Fiorello e mastro Raimondo, sellai, che avevano la loro bottega al pianterreno del palazzo che diverrà poi della famiglia Zapata (nell’area occupata oggi dall’istituto Maurolico). Questo monaco chiese agli artigiani se conoscessero la figura di San Placido e, alla loro risposta negativa, il monaco raccontò loro la storia del martire messinese. E allora gli artigiani, infervorati dalla storia loro raccontata, chiesero all’ignoto monaco una biografia scritta e in particolare una immagine per poter venerare questo santo. Il monaco li condusse allora in cattedrale, ove vi era un pittore, antenato di Antonello da Messina, che era impegnato in dei lavori, e disse al pittore di ritrarlo, di dipingere San Placido nelle sue sembianze. Vista ormai l’ora tarda, i sagrestani avevano già chiuso le porte del Duomo, ma quando il pittore aveva concluso lo schizzo per approntare il dipinto, il monaco scomparve. Secondo la tradizione, quel monaco era proprio Placido.

Fu allora che questi due artigiani fondarono l’Arciconfraternita che ebbe sede nella cappella che al santo fu dedicata, cioè la cappella di destra accanto all’altare maggiore, che da allora è dedicato a San Placido, così come ancòra oggi la correspettiva porta del prospetto principale, e anche la porta che immette nella sagrestia è dedicata a San Placido con un bel mezzobusto marmoreo.

Il ritrovamento delle reliquie nel 1588

È una storia davvero suggestiva, è un peccato che sia poco conosciuta a Messina. Ma come avvenne dunque che la Confraternita si spostasse a San Giovanni di Malta?

L’antico sodalizio rimase in Cattedrale fino al ritrovamento delle reliquie nel 4 agosto nel 1588, quando la confraternita si trasferirà a San Giovanni di Malta, ove i Cavalieri di Malta concederanno la chiesa inferiore. Già prima le fonti agiografiche raccontavano che i corpi furono sepolti dal monaco Gordiano nel sottosuolo della chiesa, ma non erano mai state ritrovate; poi nel 1588 i Cavalieri decisero di demolire e ricostruire la chiesa, e in questo grande cantiere di sbancamento furono rinvenute tutte queste reliquie. Ma la devozione era ripartita già prima del ritrovamento e anche in molti monasteri benedettini d’Europa sono attestati dipinti di San Placido già prima del ritrovamento delle reliquie.

La Confraternita di San Placido ebbe sempre un ruolo importante nel panorama delle confraternite cittadine anche perché aveva un rapporto privilegiato con l’Ordine di Malta, tanto che aveva il privilegio di portare le insegne dell’Ordine abbinate al medaglione di San Placido.

Il culto a San Placido nel mondo

Di solito la memoria d’un santo o d’una santa e conseguentemente il suo culto si associano anche all’avvenimento di qualche fatto, leggendario o ben documentato, reputato essere un miracolo attribuibile al suo intervento o intercessione. È così anche per San Placido?

Il culto di San Placido si diffuse in tutta Europa attraverso lo stesso Ordine di San Benedetto perché il martire di Messina è considerato dai Benedettini il loro protomartire, e infatti ovunque si vada in Europa in qualsiasi monastero benedettino ritroviamo affreschi, dipinti, statue raffiguranti San Placido – attestati già prima del ritrovamento delle reliquie –, e molte volte rappresentato proprio mentre subisce il martirio a Messina; è quindi un portatore del nome di Messina nel mondo. Questa diffusione del culto ebbe un rilancio con la scoperta delle sue reliquie, e infatti ancòra oggi in luoghi ove è ancora forte il culto sono località che hanno ricevuto in dono alcune sue reliquie; ad esempio, rimanendo in Sicilia, si ricordano le cittadine di Biancavilla in Provincia di Catania e Castel di Lucio in Provincia di Messina; spostandosi sul continente, forte è la devozione a San Pier Fedele nel reggino, a Poggio Imperiale nel foggiano, a Torrebruna in Abruzzo, ad Olevano Romano nel Lazio. Un caso a parte è la diffusione del culto di San Placido nelle Americhe, portato dagli emigranti siciliani, ad esempio in Argentina nella città di Cordova negli anni ’80 è stato eretto anche un santuario; c’è pure una cittadina che si chiama San Placido in Ecuador. Nel centro storico di Parigi, seconda patria del monachesimo benedettino, c’è una via dedicata a San Placido e la corrispondente stazione metropolitana è intestata a lui.

Fede e gastronomia

Ringraziando il professor Grassi per queste gradite e appassionanti conoscenze sulla figura del santo messinese e sul suo culto, v’invitiamo ancòra a partecipare alle numerose iniziative (ce n’è per tutti i gusti, religiose e laiche), giacché potrete anche assaggiare le dolci lingue di San Placido e ottenere l’Acqua reputata miracolosa che dal 1588 sgorga ancòra, pura e limpida, nel punto esatto in cui furono ritrovate le spoglie del Santo.

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