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Meteo Messina: pericoloso temporale stazionario sui Peloritani, superati i 100 mm di pioggia

Come previsto nell’articolo di ieri 27 febbraio, il maltempo in serata ha raggiunto pure il Messinese. In queste ore, un temporale dalle caratteristiche “autorigeneranti”, si sta rapidamente sviluppando fra il versante settentrionale dell’Etna e i Peloritani meridionali. Il sostenuto flusso sciroccale, attivato dalla depressione stazionaria sul Mediterraneo centro-occidentale, sta favorendo l’attivazione del fenomeno, noto come “effetto Alcantara”, che favorisce l’afflusso di enormi quantità di umidità e vapore acqueo, pronto alla condensazione e allo sviluppo di compatti addensamenti nuvolosi pronti a dare la stura a precipitazioni alle volte abbondanti. Il temporale autorigenerante che in queste ore si sta sviluppando nell’alta valle dell’Alcantara sta portando rovesci e temporali in un’area ampia che va dalla bassa valle dell’Alcantara fino a Limina, Antillo, Fondachelli Fantina, per allungarsi verso la vallata del Mela. La situazione in queste zone dovrà essere attentamente monitorata, visto che il temporale viene alimentato da un flusso tiepido e umido, in risalita dal Canale di Sicilia, in quota, e dallo Ionio (tramite lo scirocco), nei bassi strati. In alcune località sono già caduti oltre 100 mm di pioggia, e continua a piovere insistentemente. Il vertice del temporale (tecnicamente chiamato v-shaped storm) attualmente è centrato nella zona di Calatabiano, Fiumefreddo, dove nelle ultime ore ci sono stati fenomeni davvero intensi, anche di carattere grandinigeno. Grandinate vengono segnalate anche sulla costa ionica, nell’area di Calatabiano. Purtroppo fin quando lo scirocco non si placherà sullo Ionio, il temporale peloritano continuerà ad essere alimentato dal calore sensibile dallo Ionio. Si prevedono accumuli pluviometrici a tre cifre, con rischio di istantanee ondate di piena in diversi torrenti se il temporale persisterà oltre la mezzanotte.

Il forte temporale “autorigenerante” che da ore sta interessando l’area dei Peloritani sconfinando fino alla costa tirrenica.

Come nasce questo fenomeno?

Un ruolo determinante lo gioca la componente delle correnti, sia in quota (quindi sopra i crinali montuosi) che nei bassi strati (lungo le strette vallate). Quando la componente assume una direzione da S-SE o SE, sia in quota che al suolo, entra in scena la vallata dell’Alcantara. Molto spesso, quando le correnti si orientano da SE nei medi e bassi strati, l’aria molto umida e pesante che sale dal mar Libico e dallo Ionio verso il versante orientale dei Peloritani, dopo aver aggirato l’ostacolo rappresentato dall’Etna, si incanala all’interno dell’Alcantara e della valle d’Agrò, penetrando per chilometri fino all’entroterra. La particolare conformazione orografica di queste vallate permetterebbe l’ingresso verso l’entroterra, di enormi quantità di vapore, proveniente dallo Ionio e dal mar Libico, per diverse decine di chilometri. L’aria molto umida, dopo essersi incanalata in queste vallate, è costretta a valicare i primi comprensori montuosi, che rappresentano il versante meridionale dei Nebrodi e dei monti Peloritani. Per una forzatura orografica la massa d’aria molto tiepida e carica di umidità viene costretta a sollevarsi verso l’alto lungo la parte più alta del bacino dell’Alcantara. Salendo di quota tende a raffreddarsi favorendo la condensazione del vapore acqueo e il successivo sviluppo di imponenti annuvolamenti cumuliformi (cumuli, congesti, cumulonembi) lungo il crinale esposto a sud.

Gli spettacolari cumuli congesti che alimentano il temporale sui Peloritani osservati dalla webcame di Santa Domenica Vittoria. Quei grossi cumuli evolvendo verso nord-nord/est si trasformano in nuovi cumulonembi forieri di pioggia e grandine sui Peloritani.

La presenza in quota di una forte ventilazione meridionale, in genere o da Sud o Sud-ovest, che scorre a gran velocità sopra l’Etna, tende a sollevare verso l’alto le grosse nuvole cumuliformi che si vengono a formare in loco (tra il versante nord dell’Etna, il lato sud dei Peloritani e dei Nebrodi) fino al punto da farle tracimare sull’altro versante, ossia quello che si affaccia al Tirreno. Qui il temporale assume un asse praticamente obliquo, se non orizzontale, con la corrente ascensionale principale, a ridosso del versante sottovento dell’Etna, che viene costantemente alimentata dagli ingenti quantitativi di vapore acqueo, in ingresso dallo Ionio. Se l’umido flusso sciroccale che si incanala sull’Alcantara persiste per ore il continuo afflusso di aria umida marittima che viene sbattuta sul versante meridionale dei Nebrodi contribuirà ad alimentare la crescita degli addensamenti nuvolosi che diverranno sempre più compatti e sviluppati, al punto da dare la stura a piogge di moderata o forte intensità che rimarranno persistenti fino a quando non si rompe questo delicato equilibrio che si instaura fra i due versanti nebroidei (basta un calo della ventilazione per annullare gli effetti o far concentrare le precipitazioni solo sui versanti meridionali dei Nebrodi e monti Peloritani).

Generalmente, quando si attiva l’”effetto Alcantara”, i cumulonembi responsabili dei diluvi che avvengono sul messinese si sviluppano sopra la cima dell’Etna, per essere rapidamente spazzati dai fortissimi venti meridionali in quota (fra 3000 e 5000 metri di quota) verso il versante settentrionale del vulcano, nell’area fra i comuni di Linguaglossa e Randazzo. I forti moti ascensionali che si sviluppano in corrispondenza dell’Etna e dell’alta vallata dell’Alcantara vengono spiegati dal fatto che proprio in corrispondenza della valle dell’Alcantara, e in misura minore dell’Agrò, questi moti convettivi indotti dalle forzature orografiche, vengono “intercettati” dai violenti flussi da Sud e SO, predominanti in quota. Questi venti violenti in quota, interagendo con la cima dell’Etna, possono generare delle turbolenze piuttosto significative che risucchiano verso l’alto le masse d’aria calde e molto umide, già in ascesa sui monti dietro Giardini Naxos e Taormina, penetrate all’interno della valle dell’Alcantara, spingendo quest’ultime a salire fino a quote prossime alla tropopausa, se non addirittura oltre, generando convezione profonda in un’area circoscritta, proprio fra l’Etna e i Peloritani. Sono proprio i rilievi, al confine tra Etna, Peloritani e Nebrodi, ad agevolare la costruzione di grandi annuvolamenti cumuliformi che si espandono sino al longano e alle pianure del milazzese portando piogge e rovesci, sotto le sferzanti raffiche di scirocco e ostro che scendono dai rilievi circostanti.

I temporali che oggi pomeriggio hanno interessato la Sicilia.

Cosa accadrà nelle prossime ore?

In queste situazioni, il resto della provincia e lo Stretto, rimangono invece all’asciutto, visto che i temporali che si sviluppano fra l’Etna e i Peloritani generano dei moti discendenti, che rendono difficile la formazione di nuvole temporalesche, in assenza di un fronte organizzato o di una linea di convergenza venti (tipo quella fra scirocco e libeccio). Difatti, in questi casi, tutta l’energia potenziale a disposizione dell’atmosfera viene utilizzata da questi temporali, in azione nell’area dell’Alcantara. Pero in questo caso, prima di dissiparsi, il temporale potrebbe estendersi alla costa ionica, visto che lo scirocco non è particolarmente impetuoso, raggiungendo pure lo Stretto, specie la parte più meridionale. Il temporale “autorigenerante” dovrebbe mantenersi in vita fino a quando sulla Sicilia orientale non passerà il fronte freddo, da ovest, che provocherà un cambio di circolazione nei bassi strati che metterà fine al flusso temperato e umido proveniente dallo Ionio.