Futuri medici di famiglia contro l'ultimo decreto regionale: sit-in a Palermo

Futuri medici di famiglia contro l’ultimo decreto regionale: sit-in a Palermo

Futuri medici di famiglia contro l’ultimo decreto regionale: sit-in a Palermo

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giovedì 27 Dicembre 2018 - 11:47
la mobilitazione

Un appello accorato al presidente della Regione Nello Musumeci. Un flash mob virtuale (VEDI QUI) per raccontare ognuno la propria storia e spiegare perché l’ultimo decreto dell’assessore alla Sanità rischia di compromettere futuro, impegno e sogni di tanti giovani medici siciliani. E poi un sit-inche domani mattina porterà a Palermo, in piazza Ziino davanti la sede dell’Assessorato alla Salute, centinaia di futuri medici di famiglia che hanno deciso di scendere in strada per una battaglia di legalità e giustizia.

Hanno deciso di mobilitarsi i tantissimi giovani medici che sotto l’albero quest’anno hanno trovato un regalo che li ha lasciati sconcertati.

Lo scorso 21 dicembre è stato pubblicato il decreto regionale “Misure per il superamento del precariato del personale Medico sostituto operante nei servizi di emergenza 118” che stabilisce che i medici che hanno conseguito l'attestato EST(emergenza su territorio), che alla pubblicazione del decreto hanno accumulato almeno 18 mesi di attività come sostituti del 118, possono entrare in sovrannumero al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale, cioè senza superare alcun concorso. Un decreto che ha scatenato la reazione della Fimmg, la Federazione italiana medici di Medicina generale che ha rilevato i troppi punti oscuri di un decreto che rischia solo di penalizzare i giovani medici che in questo momento si stanno formando.

La Fimmg rileva che con questo decreto, i medici dell’emergenza, una volta ultimato il corso, sarebbero in possesso del diploma di medicina generale, che per norme italiane ed europee garantisce la possibilità di partecipare alle graduatoria sia dell'emergenza, ma anche della medicina generale e della continuità assistenziale. “A conti fatti gli si sta aprendo un portone per lasciare l'emergenza e diventare medici generalisti, a scapito di tutti quei giovani medici vincitori di concorso. I colleghi sostituti dell'emergenza infatti, avendo lavorato per tanti anni nel territorio, hanno accumulato punteggi molto alti, tali da superare qualsiasi giovane diplomato in Medicina Generale di 28/29 anni e andando ad occupare posti di lavoro a scapito della nuova generazione di medici”.

Il timore è che vengano scavalcati i vincitori di un concorsoche risulterebbe del tutto inutile, costringendo i giovani ad andare a trovare fortuna in altre regioni o addirittura in altri paesi.

“Viene da chiedersi come fanno in Assessorato a credere che un decreto Regionale possa in qualche modo avere più valenza di una Legge Nazionale o Europea. La volontà di stabilizzare i precari è più che lecita, la condividiamo in toto, ma la soluzione da intraprendere non può essere l'inserimento in un percorso formativo che prepara per la Medicina Generale, sapendo pure che a livello nazionale si sta lavorando per dividere completamente le due strade. A questo aggiungiamo che, così facendo, si rischia addirittura l'effetto opposto, cioè lo svuotamento dell'emergenza territoriale, problema non di secondo piano.Con l’intento di stabilizzare alcuni, si rendono precari molti (o tutti) colleghi che per passione e amore hanno scelto la Medicina Generale, vinto un concorso e studiato con fatica, per raggiungere gli obiettivi sperati”.

Per la Fimmg la stabilizzazione dei precari è auspicabile, ma non con decreti arruffati, che non tengono conto di una programmazione così ben fatta dalla nostra Regione, che avrebbe permesso quel ricambio generazionale, grazie al quale esisteva ancora una categoria di giovani siciliani che non necessitava di emigrare dalla nostra già tanto bistrattata regione.

Per questo hanno deciso di non rimanere in silenzio e domani si sono dati appuntamento in piazza Ottavio Ziino a Palermo. Per dire al presidente Nello Musumeci che i giovani medici siciliani non vogliono perdere ciò che hanno costruito in questi anni solo per colpa di una mossa politica considerata ingiusta e iniqua.

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