Gli ultimi sviluppi del caso del nostromo Gaetano Puleo. Chiesta la citazione di Caronte
MESSINA – Le associazioni dei marittimi Cosmar e Anmil non saranno parti civili al processo sul caso di Gaetano Puleo, il nostromo morto al porto storico di Messina, quasi tre anni fa, nelle fasi di attracco di un traghetto Caronte.
Il no ai sindacati dei marittimi
Una decisione destinata a fare precedente, quella del giudice Eugenio Fiorentino che sta conducendo il vaglio preliminare, perché si discosta da casi analoghi precedenti. I sindacati, tutelati dagli avvocati Antonio Langher e Carlo Godda, avevano chiesto di essere ammesse all’udienza di prima dell’estate, ma i legali dei familiari di Puleo, assistiti dagli avvocati Claudio Calabrò e Francesco Rizzo, si erano opposti. Per la costituzione è infatti richiesto il consenso della parte. E in questo caso invece i familiari si sono apertamente opposti.
Tre indagati
Si va avanti quindi con l’udienza preliminare, rinviata al prossimo 23 gennaio. In quella data Fiorentino dovrà esprimersi su un’altra richiesta dei legali di parte civile: citare come responsabile civile la Caronte e Tourist spa, ovvero la società armatrice del traghetto. Al vaglio c’è la posizione di tre indagati: la società armatrice, il comandante della nave Giuseppe Cama e Luigi Genchi, armatore della Elio, la nave che stava attraccando quel tragico giorno al porto storico di Messina. Omicidio colposo con la violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro la principale ipotesi di reato.
