Lavoro

Non vuole andare in pensione anticipata e l’Atm lo licenzia. La sentenza

MESSINA – “Per il mio cliente è la fine di un lungo calvario ad opera dell’azienda Atm spa”. Così l’avvocata Maria Ventura commenta la sentenza che conferma il reintegro a lavoro dell’autista Placido Cafeo, licenziato dalla Municipalizzata di Messina per “raggiunti limiti massimi di età pensionabile”.

Cafeo nel 2022 ha compiuto 60 anni e secondo l’azienda doveva andare in pensione anticipata, come possibile per alcuni contratti legati al settore trasporti nel caso in cui i dipendenti abbiano comunque maturato 20 anni di contributi. Ma non soltanto l’autista non lo aveva mai domandato, ma al contrario aveva comunicato espressamente di voler rimanere in servizio fino all’età pensionabile “classica”. A quel punto Atm lo ha prima messo in quiescenza poi lo ha licenziato.

Licenziamento non legittimo, secondo il lavoratore, che si è rivolto ai giudici del Lavoro. E’ quindi arrivata l’ordinanza che lo reimmette in servizio, e Cafeo è tornato a lavoro. Non contenta, Atm ha proposto reclamo, patrocinata dall’avvocato Tommaso Micalizzi. Ma il giudice del lavoro di Messina (dottoressa Rando) non ha ammesso il reclamo, confermando integralmente l’ordinanza e condannando Atm a oltre 4 mila euro di spese legali.

“Il mio cliente si riserva di agire per il risarcimento dei danni”, annuncia l’avvocata Ventura, che ha visto le sue tesi condivise dal Tribunale del Lavoro.