Cultura

Nuovi bacini territoriali e culturali. Nasce l’Archeoclub “Area integrata dello Stretto”

REGGIO CALABRIA – Trentatré soci fondatori della sponda sicula e di quella calabra hanno dato vita in questi giorni, sotto l’egida della sede nazionale, a una nuova costola di Archeoclub d’Italia, denominata “Area integrata dello Stretto”.

La nuova sede locale segue le iniziative già avviate da tempo e che di fatto stanno portando, step dopo step, alla definizione di un nuovo bacino territoriale che è appunto quello dello Stretto di Messina, e conta su numerose e variegate professionalità attive fra Messina e Reggio Calabria, due città metropolitane separate da un breve tratto di mare, ma di fatto da sempre coinvolte in una comune koinè culturale.
Finalità primaria dell’associazione, come noto, la promozione tra i cittadini dell’interesse per la tutela dei beni archeologici, storico-architettonici, culturali, paesaggistici e naturalistici.

A presiedere la sede locale di Archeoclub è stata chiamata Rosanna Trovato (vedi foto grande), che è anche presidente del Collegio probiviri nazionale.
«Archeoclub – commenta la neoeletta Presidente – vuole unire le sponde di due diverse regioni, due mari e due città, Messina e Reggio Calabria, che non sono né Sicilia né Calabria ma un’unica identità. Lo Stretto come unico spazio, lo Scill’cariddi, come un’unica identità, di cui parla sempre Stefano D’Arrigo nel suo romanzo fiume Horcynus Orca (1975), un ecosistema che in virtù di confluenze, interferenze, ma anche d’eventi catastrofici, costituisce un unicum di cui non esiste uguale in altra parte del mondo. Miti e leggende, storia e presente hanno qui un genius loci caleidoscopio e con quest’iniziativa cerchiamo di trovare il punto di osservazione più ampio, perché è solo dallo Stretto che puoi percepire la realtà, quella realtà che non puoi cogliere guardando solo da una sponda o dall’altra».