Gli acquerelli dell'artista pattese visibili nella chiesa di San Francesco fino all'11 agosto
La chiesa sconsacrata di San Francesco a Patti ospita, fino all’11 agosto, una interessante mostra organizzata dal Lions Club locale, presieduto da Antonio Scaffidi, col patrocinio del Comune e del consorzio intercomunale Tindari-Nebrodi.
I colori del golfo, il fascino antico di Patti
Visibili gli acquerelli dell’artista Pasquale Nastasi, che ha raccolto le opere sotto il titolo “I colori del golfo-il fascino del borgo antico di Patti”. A Patti, nel convento di San Francesco chiesa sconsacrata sita nel centro storico si è inaugurata sabato 27 luglio, una mostra di Acquerelli e China di Pasquale Nastasi, cittadino pattese amante della città, della sua storia e delle bellezze paesaggistiche che la stessa offre a piene mani.
La mostra – evento
L’evento, condotto da Gaia Mairo, è stato presentato dal professore Dario Di Blasi, già sovrintendente del Museo Storico di Rovereto. “Credevo di conoscere Pasquale Nastasi da molti anni ma mi sbagliavo. Ho cercato di capire che cosa volesse comunicare con le sue opere. Mi sono dato una risposta con la parola Anima e mi sono permesso di interpretare così il suo messaggio. Anima è una parola abusata, ma è la nostra sensibilità interiore che ci fa riconoscere le cose belle e interessanti che ci circondano e incuriosiscono”, dice Di Blasi.
L’anima dell’artista e lo spirito della città
“L’anima di Pasquale Nastasi sta nei colori della natura del territorio dove vive. I tramonti, il mare, le isole Eolie. L’intensità dei colori delle sue opere pittoriche rappresenta l’intensità dell’emozione che prova in quel momento. Quasi sempre malinconia per un paesaggio che non esiste più o stiamo distruggendo e modificando. Dispiacere per amicizie scomparse o non più solidali. Ma la sua arte è un fiore che non appassisce ai piedi dell’immagine di Santa Febronia, lo spirito della città antica che riassume l’anima migliore dei suoi abitanti. L’arte con la poesia, la pittura, la fotografia, la musica…sono un racconto con cui comunichiamo quel che siamo, sentiamo e vediamo tra il cielo, la terra, la natura. Un po’ come il mito…linguaggio antico e primordiale”. Pasquale Nastasi ha cercato di dirci questo”, conclude il professore.
