All'ex Irrera a Mare Genovese presenta la sua “Messina città moderna-

All’ex Irrera a Mare Genovese presenta la sua “Messina città moderna-

Redazione

All’ex Irrera a Mare Genovese presenta la sua “Messina città moderna-

lunedì 09 Giugno 2008 - 13:09

Al suo fianco i sindaci di Firenze e Torino Domenici e Chiamparino e gli assessori designati Bonura e Puliafito. «Pensiamo a un Libro Bianco per la semplificazione della macchina amministrativa»

La campagna elettorale è agli sgoccioli, e i candidati a sindaco si sfidano nel portare i “big- nazionali in città. Francantonio Genovese, in corsa col Pd, sceglie due ex colleghi, ex perché loro sono ancora sindaci di Firenze e Torino, Leonardo Domenici e Sergio Chiamparino, per il convegno svoltosi stamani all’ex Irrera a Mare dal nome “Messina città moderna-, con tanto di spunti programmatici che il leader regionale del Pd tira fuori come conigli dal cilindro. Genovese lascia il compito di “tirare le fila- del convegno ad Harald Bonura, coetaneo del candidato sindaco, un curriculum da paura (consulente Anci, ex vicecommissario del Comune di Roma, importanti esperienze nel management in aziende pubbliche e private), evidentemente considerato qualcosa di più che un assessore designato. Bonura, come più volte annunciato, si occuperà di uno dei problemi più complicati della città, quello delle amministrative, ma oggi dichiara: «Il male peggiore della città è quel sentimento di cupa rassegnazione che crea il convincimento che poco o nulla è destinato a cambiare. E’ necessario immaginarsi qualcosa di più vasto della dimensione municipale, una rete tra diversi comuni. E’ fondamentale – continua – riacquisire il capitale di fiducia della gente, far ripartire la macchina degli investimenti che non è ferma, ma “abbandonata-, e restituire un’idea di normalità all’amministrazione comunale».

Il primo sindaco ad essere introdotto è quello di Firenze, Domenici, che conferma quanto detto da Bonura: «E’ importante che le città lavorino in relazione, per vedere come si affrontano i problemi sulla base delle esperienze più significative. Un grosso problema si verifica quando mancano continuità e stabilità amministrativa». Secondo Domenici «le prospettive di sviluppo richiedono politiche di carattere generale e nazionale. Sul piano degli investimenti abbiamo tantissimo da recuperare rispetto agli standard europei». Una priorità su tutte: «Investire sulle nostre città. E’ un problema che nulla ha a che fare con il colore politico dei governi locali e nazionali, e su questo siamo stati ampiamente rassicurati dal presidente del Consiglio Berlusconi, il quale ha detto che il segno politico non conta, e che anzi è più disponibile nei confronti dei sindaci di centrosinistra proprio per dare il senso che non ci sono differenze». Uno spot niente male per Genovese, visto che i suoi avversari dicono tutt’altro. Domenici viene invitato da Bonura, anche e soprattutto in qualità di presidente dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), a dire la sua sulla questione del taglio dell’Ici: «C’è molta preoccupazione tra i sindaci. Noi non ci siamo mai opposti, ma abbiamo voluto chiarire che l’Ici torna ai cittadini sottoforma di servizi erogati. Così si crea un rischio di cassa, anche perché gli incassi derivanti dall’Ici aumentano di anno in anno, pur rimanendo ferma l’aliquota, con l’incremento delle case. Una dinamicità non riconosciuta nel decreto del governo. Bossi ha detto che l’Ici la paga lo Stato, ma c’è una discrasia tra la copertura annunciata e quella da noi calcolata. Lo Stato – conclude Domenici – rischia di diventare il primo degli evasori».

Anche Chiamparino si “allinea- a quanto affermato da Bonura e Domenici: «Oggi in Europa gli elementi dinamici dei sistemi di crescita sono due: le imprese e le aree metropolitane. La vera sfida è saper coniugare le risorse per lo sviluppo con le risorse per la coesione sociale». Dunque porta l’esempio della città di cui è sindaco: «Torino fino al 2004 rischiava di diventare una città rassegnata, per via soprattutto della crisi più grave attraversata dalla Fiat. La sfida delle Olimpiadi invernali del 2006 appariva impervia, e i torinesi, forse perché da sempre “lamentosi-, dicevano “Non ce la faremo mai-. Invece ce l’abbiamo fatta, anche grazie a un piano strategico che puntava soprattutto sugli investimenti per lo sviluppo e sull’attrattività della città. Un periodo che, per capirci, abbiamo gestito con un presidente della Regione e un governo nazionale di centrodestra, segno che si può e si deve poter collaborare tra istituzioni di colore politico diverso». Capitolo Ici, affrontato anche da Chiamparino: «In tutta Europa l’autonomia impositiva dei comuni è garantita dalla tassazione sui patrimoni immobiliari, noi abbiamo fatto il contrario, con l’aggravante che la copertura viene trovata con i fondi destinati alle infrastrutture del Mezzogiorno». Fatto che Chiamparino rende “brutalmente- concreto così: «A Torino l’Ici viene coperta con i soldi vostri». Il che risponde ad un «modo di procedere più da campagna elettorale che da governo». Sulla scorta dell’esperienza del prime e del dopo Olimpiadi a Torino, Chiamparino si rivolge a Genovese: «Quando le sfide sembrano impervie, bisogna gettare il cuore oltre l’ostacolo».

Il convegno offre l’occasione di conoscere un altro assessore designato, assente alla presentazione ufficiale, Antonio Puliafito, docente universitario con all’attivo 13 progetti per un totale di 7 milioni di euro di finanziamenti, coordinatore tecnico del progetto “Area innovazione dello Stretto-, finanziato dal CIPE. Obiettivo numero uno, per Puliafito, «stimolare l’imprenditoria locale e convincere i giovani preparati a investire sul territorio».

Tocca a Genovese chiudere il convegno ma soprattutto illustrare i contenuti di “Messina città moderna-. «La prima condizione di sviluppo economico di una comunità – afferma Genovese – è un’amministrazione efficiente. Per raggiungere tale obiettivo abbiamo, quindi, elaborato un primo piano d’azione: costituzione di una delivery unit, composta a titolo gratuito da giovani under 40 selezionati mediante bando pubblico, che predisponga, entro novanta giorni, un Libro Bianco per la semplificazione delle procedure interne e di quelle utili a promuovere impresa ed a realizzare risparmi di costi; vincolare gli incentivi del personale comunale al raggiungimento degli obiettivi del Libro Bianco; destinazione dei risparmi ottenuti al finanziamento di azioni per il lavoro e delle attività di un’Agenzia per l’attrazione degli investimenti». Tre punti che si innestano in un programma più ampio, che prevede: riordino territoriale e nuove centralità anche attraverso il risanamento; recupero del fronte mare e tutela delle aree collinari; valorizzazione delle potenzialità turistiche del territorio; nuovi insediamenti produttivi; distribuzione razionale dei centri commerciali anche naturali, negozi, esercizi, mercati. Ma Genovese parla anche di veri e propri «impegni» a realizzare, nei prossimi cinque anni: strutture turistico-ricettive nell’area compresa tra Ganzirri, Mortelle, Capo Peloro, Faro e Tono; case-albergo nei borghi rivieraschi e collinari; porticcioli turistici; parco naturalistico-sportivo, con campo da golf, in linea d’aria sopra Ortoliuzzo; un Acquario del Mediterraneo nell’area fieristica e un Museo della civiltà marinara; insediamenti artigianali e poli produttivi (in particolare tra Zafferai e Larderia); bonifica della zona falcata; luoghi d’incontro e d’intrattenimento, laboratori artistici, vetrine della produzione locale e terminal crocieristico nella cittadella fieristica; una rete tra i forti e i castelli. Ma ancora, Genovese propone «un bonus mensile per l’affitto della durata di due anni per famiglie monoreddito in transitoria situazione di emergenza socio-economica, un contributo per l’acquisto della prima casa a famiglie monoreddito e giovani coppie attraverso convenzioni con istituti di credito, un contributo al pagamento delle rate di mutuo per la prima casa a famiglie in temporanea difficoltà».

Insomma, Genovese cala gli assi anche se, come sempre, i programmi non vanno solo annunciati ma anche rispettati, e questo lo potremo scoprire solo col tempo. Nel frattempo il segretario regionale del Pd non si lascia sfuggire alcune “frecciatine-. Per la prima Genovese coglie al balzo le “testimonianze- dei due colleghi di Firenze e Torino: «Fino a qualche giorno fa il mio principale avversario ha utilizzato come maggiore argomento a suo favore la presunta necessità di uniformare il colore politico dell’amministrazione comunale a quello del governo regionale e nazionale. Certo, ci è voluto poco per capire quanto grande fosse la distanza tra gli esponenti locali del centrodestra ed i loro referenti a Roma e Palermo». La seconda è una vera e propria “stoccata-: «L’amministrazione non può promettere assunzioni che poi non è possibile fare, come purtroppo altri hanno fatto nel recente passato alla Provincia». E in conclusione: «Se qualche nostro avversario non riesce a resistere alla tentazione di trasformare questa campagna elettorale in una continua aggressione alla mia persona, fondata su calunnie, fantomatici complotti e miserabili bugie, vuol dire che è rimasto a corto di argomenti, ma soprattutto conferma e rafforza il valore delle nostre idee».

(Nelle foto Bonura e Genovese, Domenici, Chiamparino)

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