Amam, i debiti aumentano: necessario recuperare i crediti

Amam, i debiti aumentano: necessario recuperare i crediti

Amam, i debiti aumentano: necessario recuperare i crediti

lunedì 20 Aprile 2009 - 12:15

Il cda della società partecipata ascoltato oggi in prima commissione consiliare: fioccano i decreti ingiuntivi, serve recuperare più di 60 milioni di euro. Caudo: «L'azienda è in stato di sofferenza»

La palla avvelenata se la sono rimbalzata tutte le ultime amministrazioni, comprese quelle commissariali, che sono passate da Palazzo Zanca, e quella guidata dal sindaco Buzzanca non poteva fare eccezione. La palla in questione è la situazione creditoria e debitoria dell’Amam, l’azienda acque di Messina che, per bocca di uno dei suoi consiglieri d’amministrazione, Michele Caudo, versa in un preoccupante «stato di sofferenza». Caudo, insieme al presidente Tanino Sutera e all’altro consigliere Alessandro Arcigli, insomma l’intero cda dell’Amam è stato audito oggi insieme ai revisori contabili dalla I commissione consiliare di Palazzo Zanca, la Bilancio, presieduta da Giuseppe Melazzo.

Sotto la lente è finito, chiaramente, lo stato economico della società, una Spa il cui socio unico è il Comune. Questo il nocciolo della questione: a fronte di una situazione debitoria che aumenta, siamo a 35 milioni di euro immediatamente esigibili per via di decreti ingiuntivi che fioccano, l’Amam può vantare crediti per quasi il doppio, 68 milioni di euro di cui 55 anch’essi esigibili. Il problema è che i debiti vanno pagati subito, mentre recuperare i crediti è questione assai difficile, che nessuna amministrazione, dal 1996 ad oggi, è mai riuscita a risolvere.

I maggiori debiti che l’Amam deve affrontare sono quelli contratti con l’Eas, la Siciliana Acque, e i fornitori di energia, mentre i crediti sono quelli accumulati dai classici morosi, che una città di -portoghesi- sono sempre in sovrannumero. La soluzione oggi proposta è quella di accendere un mutuo quindicennale, per sgravare l’azienda del monte debiti, avviando al tempo stesso un’azione di recupero crediti utilizzando ogni mezzo legalmente riconosciuto. Per partire si attende la scadenza del contratto oggi in vigore con la Fea, la società incaricata della riscossione. Certo è che se in dodici anni si è accumulato un credito di quasi 70 milioni di euro, qualcosa non ha funzionato e va certamente rivisto.

(foto Dino Sturiale)

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