Entro la fine di settembre a Roma per l’impatto ambientale, dunque ci vorrà l’ok definitivo della Regione. Ente Porto permettendo
I natali glieli ha dati nel 2006 l’allora presidente dell’Autorità portuale Vincenzo Garofalo. Una spinta decisa (e decisionista) è poi giunta dall’ex commissario straordinario del Comune Gaspare Sinatra, che con un colpo di penna ha fatto ciò che per mesi non aveva saputo fare l’amministrazione Genovese. E infine il via libera definitivo durante il comitato portuale del 27 marzo 2008 presieduto da Dario Lo Bosco, successore di Garofalo. Ne è passato di tempo, ma il Piano regolatore del porto deve attendere ancora per sbocciare definitivamente. Almeno un anno. Entro fine settembre, spiega l’ing. Francesco Di Sarcina dell’Authority, il Piano “volerà” verso Roma per l’impatto ambientale. In seguito dovrà arrivare l’ok definitivo della Regione, «Ente Porto permettendo», sussurra Di Sarcina. Il Prp, infatti, è evidentemente incompatibile con quanto prevede l’Ente Porto nella zona falcata. Un’incompatibilità che prima o poi, è ovvio, andrà risolta. Nel frattempo, però, è bene fare un “ripasso” dei punti salienti di ciò che prevede il Piano regolatore del porto.
PORTO OPERATIVO DI MESSINA
Sono sei le aree funzionali in cui si suddivide. La prima è quella del terminale crociere, dimensionato per poter accogliere tre navi lunghe 300 metri l’una; la seconda è quella del terminale aliscafi e navi veloci, con un ampio piazzale per servizi di biglietteria e trasporto (taxi, bus, ecc.); discorso a parte merita il terminale ferroviario, al cui riguardo il Prp «condivide e conferma l’esigenza di trasferire altrove, al più presto, il nodo ferroviario di Messina allo scopo sia di restituire alla Città i grandi spazi, oggi occupati da stazioni, binari e servizi, indispensabili per ricucire il tessuto che la lega alla Cittadella e alla zona Falcata, sia di meglio utilizzare preziose aree del porto storico»; per il porto mercantile è prevista una risagomatura del Molo Norimberga, così come si pensa di riassumere in un’unica area i mezzi navali delle pubbliche amministrazioni; altro nodo significativo quello sugli oltre 134mila m3 di area riservata a costruzioni e riparazioni navali, attività «di cui non si prevede il trasferimento a Tremestieri o a Milazzo».
PORTO OPERATIVO DI TREMESTIERI
Qui il Piano si limita a due aree funzionali: il cosiddetto terminale dello Stretto, l’approdo vero e proprio, per il quale si prevede la costruzione di una nuova darsena e il potenziamento di quella attuale, in modo da «accogliere l’intera attività di traghettamento dello Stretto (comprese le automobili), nonché uno o due accosti per “autostrade del mare”»; un’area destinata alle manutenzioni navali, in particolare dei traghetti, «con lo scopo di trasferirvi alcune attività che ora si svolgono nella rada di San Francesco».
WATERFRONT
Il tratto di costa compreso tra i torrenti Annunziata e Giostra è destinato «ad una radicale trasformazione orientata da una parte allo sviluppo del diporto nautico, dall’altra alla formazione di un lungomare urbano di grande qualità». Previsto, dunque, un porticciolo turistico per medie imbarcazioni, una banchina per yacht più grandi in transito, un cosiddetto “porto a secco” per 350-400 piccole imbarcazioni. All’Annunziata sarà organizzato un piccolo polo sportivo e ricreativo «incentrato sui circoli esistenti e sul giardino della villa Sabin», mentre a Giostra si prevede un parcheggio per auto, anche multipiano. Un’ampia passeggiata separerà le banchine dal viale della Libertà. Per quanto riguarda la Fiera, qui è prevista una zona che si sintetizza nel nome dato a questa area funzionale, parco culturale e ricreativo, con la restaurazione degli edifici più importanti della Fiera (trasferita altrove) e la formazione di ampie terrazze a mare e affacci panoramici. L’attuale passeggiata, invece, fermo restando il mantenimento del porticciolo Marina del Nettuno, rientra nell’area denominata giardini pubblici e verrà ampliata.
ZONA FALCATA
E’ questo, probabilmente, il sottoambito progettualmente più significativo. E’ prevista, nell’area funzionale mobilità e verde connettivo, la formazione di un asse viario che percorrerà l’intera zona Falcata, sostituendo via San Raineri, con due carreggiate a due corsie, pista ciclopedonale e ampi spazi di parcheggio pubblico, più un’ulteriore carreggiata per il traffico pesante. Quanto riamane della Real Cittadella, invece, « viene preservato da qualsiasi intervento che non sia la valorizzazione dei reperti archeologici o la costituzione di eventuali spazi museali grazie alla costituzione di un Parco Archeologico». In questo sottoambito rientra, infine, il polo turistico-alberghiero: bonificata l’area dell’ex degassifica, si realizzeranno strutture alberghiere, commerciali, ludiche, sportive, «vale a dire una porzione di città capace di soddisfare quei bisogni, tipici di tutti i waterfront urbani derivati da dismissioni portuali, che la città consolidata non riesce più a soddisfare per la mancanza di idonee aree libere». Si pensa anche ad una nuova sede dell’Istituto Nautico e alla realizzazione di una piccola darsena per imbarcazioni medio-piccole, magari riservata ai clienti delle strutture alberghiere. Importante sottolineare come nel Prp si specifichi che «è previsto un indice di occupazione del suolo inferiore al 10% ed è stata imposta un’altezza massima di 4 piani».
