Arturo Alonci: «La prossima amministrazione dovrà farsi carico del risanamento dell'Atm»

Arturo Alonci: «La prossima amministrazione dovrà farsi carico del risanamento dell’Atm»

Redazione

Arturo Alonci: «La prossima amministrazione dovrà farsi carico del risanamento dell’Atm»

lunedì 19 Maggio 2008 - 11:26

Le -ricette- dell'ex assessore alla Mobilità e candidato al Consiglio Comune: «Il risanamento dell'Atm punto cruciale. E ancora: metropolitana del mare e nuove strade. Il Pd? Si riparta dalla base»

-Ricostruire Messina- probabilmente non è solo il nome di una lista. E’ l’obiettivo che si pone Arturo Alonci, ex assessore alla Mobilità e alla Viabilità della giunta Genovese, che scende in campo, appunto, con una propria lista («civica, non civetta» ci tiene a sottolineare) e che punta dritto a ripartire in quella -ricostruzione- della città che deve passare, inevitabilmente, da un riordino dei due settori che erano di competenza dell’assessorato da lui retto fino a ottobre. E come non partire da uno dei -drammi- principali della città: la crisi dell’Atm.

«L’Atm è il nodo centrale della mobilità urbana. Un servizio di trasporto pubblico efficiente è presupposto fondamentale affinché entrino in centro meno automobili, per la formazione di più zone pedonali e di una vera Ztl. Senza il risanamento dell’Atm il sistema mobilità non può raggiungere livelli -nazionali-, non bastano i parcheggi e le nuove strade previste dal Piano urbano di mobilità».

Cosa serve all’Atm, dunque, da dove partire?

«Per risanare l’azienda si era già iniziato un percorso che prevedeva la cessione da parte del Comune degli immobili in uso all’ATM in modo da creare i presupposti finanziari per ripianare i debiti di 16 milioni di euro. Ma allo stesso tempo era necessario approntare anche un piano industriale che servisse a dimostrare la possibilità per gli anni successivi di andare quantomeno in pareggio, anche con il passaggio di alcuni servizi come il carro attrezzi. Ritengo che la futura giunta in un primo momento dovrebbe farsi carico del risanamento dell’Atm, prima ancora di nominare un Cda, affidando il lavoro ad un assessore delegato, in modo che non possa crearsi alcun alibi rispetto alla riuscita o meno dell’operazione. Si trasformi l’azienda in Spa, con un piano industriale serio, e solo dopo si nomini un consiglio d’amministrazione».

Andiamo ai parcheggi, questione per la quale non è mancata qualche polemica.

«Polemiche spesso strumentali. Di fatto per lo Zaera c’è già il bando per il project financing, mentre i lavori per Villa Dante sono in corso e in via di completamento. Siamo riusciti per la prima volta in occasione di un’opera pubblica a far passare appena tre anni dall’ideazione alla realizzazione. D’altronde questi sono i tempi dettati dalla Comunità europea».

Il Piano urbano di mobilità. Cosa prevede e come potrà cambiare la viabilità?

«Anche qui ci sono lavori già in corso, come la pista ciclabile e l’allargamento delle rampe del Cavallotti. Un’opera fondamentale è la metropolitana del mare. Intanto per un collegamento con Reggio e Villa che dia certezze ai pendolari dello Stretto. Ma può anche servire da collegamento veloce fino a Torre Faro a nord e fino a Tremestieri a sud, un trasporto pubblico con certezze dei tempi, che potrebbe essere utilizzato dagli studenti ma anche dai turisti, e che potrebbe essere affidato proprio all’Atm consentendo ulteriori introiti. E poi la -via marina-, la via Don Blasco fino a Tremestieri, per la quale in atto c’è già il progetto».

Altro aspetto legato alla mobilità molto sentito dalla gente è quello delle rotatorie.

«E’ forse l’intervento più evidente agli occhi dei cittadini, ma di fatto si tratta di una semplice riorganizzazione. Le rotatorie servono innanzitutto a diminuire gli incidenti, ma anche a fluidificare il traffico, anche se è chiaro che nelle ore di punta le strade si intasano, così come si intasavano coi semafori. Il punto è che nel campo della mobilità urbana non si è fatto nulla per vent’anni. Una delle prime cose che la nuova amministrazione dovrà fare sarà redigere un Piano urbano del traffico, perché non si può agire per singoli punti. E poi si dovrà tentare anche di cambiare certe cattive abitudini delle persone».

Ha accennato a nuove strade. A cosa si riferisce in particolare?

«Servono nuove arterie a questa città, non se ne costruiscono da trent’anni. Si pensa, ad esempio, ad una via a monte della circonvallazione, collegando tutte quelle aree dense di abitazioni sorte più di recente. Chiaramente è tutto legato anche alla risoluzione del problema degli svincoli, una questione da sbrogliare con immediatezza. Bisogna capire quali responsabilità ci sono e sbloccare l’iter. Non credo alla sfortuna… Con gli svincoli si decongestionerebbe il traffico sul viale della Libertà almeno del venti per cento».

Per gli svincoli, ma anche per l’Atm e altre questioni legate alla mobilità e alla viabilità, quanto sarà importante il ruolo del prefetto e dei poteri speciali a lui assegnati?

«Il rapporto col prefetto deve essere più che ottimo, e l’amministrazione deve dare il maggior supporto tecnico possibile per realizzare tutte le opere che interessano la città. Solo collaborando tutti si possono risolvere i problemi».

Parliamo di politica, di questo Pd ancora -giovane- e che ha già dovuto affrontare qualche problema.

«Chiarisco che io ero un assessore -tecnico-, anche se è chiaro che dal punto di vista politico è questo il mio -lato-. Il Pd non è nato certo in modo tranquillo, dovendo affrontare da subito momenti elettorali importanti e impegnativi. Per questo credo che la nascita vera e propria potrà avvenire solo dopo le elezioni. Io mi sono mosso con una lista civica, e non civetta, perché credo che se si vuol far crescere il Pd bisogna eliminare le problematiche legate alle ideologie precedenti e partire dalla base. Fin quando ci saranno due anime che si sono originate -esternamente- e precedentemente non si avrà una maturazione completa del nuovo partito. Io non provengo né da di Ds né dalla Margherita, per questo dico che è dai circoli che si deve ripartire, ma circoli veri, di persone che appartengono al Pd, fermo restando che possono poi nascere posizioni diverse. Sono stato criticato in passato per la mia posizione favorevole al Ponte, adesso credo che anche il Pd dica più o meno le stesse cose, ovvero un sì a quest’opera ma insieme ad altre infrastrutture, senza che Messina venga scavalcata. Si può avere un’idea diversa all’interno di un partito, poi con democrazia ci saranno delle maggioranze e delle minoranze».

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