Atm, ad un passo dal baratro. La società di revisione “si astiene” sul consuntivo 2009, l'amministrazione ancora -impreparata- sui numeri

Atm, ad un passo dal baratro. La società di revisione “si astiene” sul consuntivo 2009, l’amministrazione ancora -impreparata- sui numeri

Atm, ad un passo dal baratro. La società di revisione “si astiene” sul consuntivo 2009, l’amministrazione ancora -impreparata- sui numeri

martedì 30 Novembre 2010 - 16:12

Allarmanti le analisi del direttore generale Conte e del Commissario straordinario Russo allegate al documento economico-finanziario, che ipotizzano la definitiva interruzione dell’attività aziendale. Per la società esterna, informazioni carenti e dati insufficienti per poter “giudicare”

Se la questione Atm fosse un film, saremmo già ai titoli di coda e davanti ad un finale drammatico. La vita dell’azienda speciale è oggi più che mai appesa un filo, che solo il Comune può decidere di tenere saldo – ripianando finalmente la situazione finanziaria – o spezzare del tutto, continuando a fare finta che il nodo Atm non esiste e lasciando che continuino a generarsi perdite su perdite, che rischiano di fare scomparire per sempre l’azienda (l’unica) che si occupa di trasporto pubblico locale.

I conti dell’Atm, ma più in generale la gestione amministrativa e finanziaria dell’azienda sono stati “vivisezionati” stamattina in Commissione partecipate, presieduta da Nello Pergolizzi (Fli), alla quale hanno preso parte il commissario straordinario dell’azienda Giuseppe Russo, il ragioniere generale del Comune Ferdinando Coglitore, l’assessore alla mobilità, Melino Capone, e il dirigente al ramo Antonino Cama.

Al centro del dibattito il bilancio consuntivo 2009, trasmesso dall’Atm agli uffici comunali lo scorso 26 novembre, nel quale spiccano debiti per quasi 38 milioni di euro. Bilancio che a quanto pare nè l’assessore Capone nè Cogliotore hanno ancora trovato il tempo di approfondire, dichiarandosi -impreparati- sui numeri.

Il documento, invece, è stato adeguatamente analizzato dalla società esterna di revisione incaricata dall’ammnistrazione comunale, che lo ha giudicato -carente-.

Secondo infatti quanto espressamente dichiarato dal commissario straordinario Russo, il documento – che dovrà essere sottoposto al voto del Consiglio comunale ed è propedeutico alla trasformazione dell’azienda in Spa, passaggio indispensabile per ottenere i contributi da parte della Regione – non ha ottenuto il parere favorevole da parte della società di revisione, la quale ha deciso di “astenersi” in quanto non in possesso di tutti i dati necessari, soprattutto quelli relativi al Comune .

Una scelta quella della società esterna che la dice lunga sulla difficile e poco trasparente situazione finanziaria dell’Atm, definita allarmante persino dal commissario Russo e dal direttore generale Claudio Conte.

La relazione tecnica allegata al documento economico –finanziario e firmata dal dg Conte sentenzia, senza possibilità di equivoci, che « l’attuale situazione non garantisce la continuità dell’attività, con conseguente rischio di soppressione dell’Azienda». Il concetto viene ribadito anche da Russo, il quale scrive nella nota integrativa che senza un accordo con il Comune, volto a stabilire un equilibrio economico e finanziario di lungo termine , anche mediante una riorganizzazione aziendale, «sussistono serie incertezze in merito alla continuità aziendale». Considerate queste premesse, poteva la società esterna apporre parere favorevole al consuntivo 2009?

E’inutile nascondere che l’attuale situazione economica –finanziaria dell’azienda è soprattutto figlia del rapporto “perverso” tra l’azienda speciale e l’ente proprietario Comune, che negli ultimi 10 anni si è guardato bene dal coprire le perdite d’esercizio, che sono via via aumentate; dal sanare i debiti; e, di contro, persino dal promuovere – come la legge prevede – un’azione di responsabilità nei confronti di amministratori ritenuti eventualmente incapaci o inefficienti.

Il risultato di tutto questo è che, ad oggi, manca un contratto di servizio che regoli i rapporti tra azienda speciale e l’ ente proprietario e che l’ultimo bilancio Atm approvato dal Consiglio comunale risale addirittura al 2001. Con quelli del 2007 e del 2008 – regolarmente inviati dall’azienda di via La Farina a Palazzo Zanca – che non sono mai nemmeno approdati in aula consiliare.

L’ Atm è una bomba ad orologeria pronta ad esplodere e se questa amministrazione non dirà al più presto cosa intende seriamente fare di questa azienda, l’attuale agonia diventerà morte conclamata. Seppur il dibattito è squisitamente politico, nell’affrontare la questione Atm non bisogna mai dimenticare che in gioco c’è la sopravvivenza di un servizio pubblico fondamentale, in particolare per le fasce sociali a cui si rivolge, e soprattutto il destino di quasi 700 lavoratori e famiglie. Un’infinità per una città come Messina.

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