Azione giovani: «Da Messina parta una marcia per la riforma universitaria»

Azione giovani: «Da Messina parta una marcia per la riforma universitaria»

Redazione

Azione giovani: «Da Messina parta una marcia per la riforma universitaria»

lunedì 15 Dicembre 2008 - 15:22

I rappresentanti nazionali e locali dell'associazione giovanile: «Non servono le dimissioni del rettore se non cambia l'intero sistema. E' in corso una lotta tra baronati le cui uniche vittime sono gli studenti»

Se il nuovo caso Messina, che ruota tutto attorno all’Università, deve portare semplicemente ad un “passaggio di consegne- tra un baronato e l’altro, allora non ci siamo proprio. La posizione assunta da Azione Giovani e Azione Universitaria è chiara: il problema non è rappresentato da Franco Tomasello e dalle sue dimissioni o meno, ma dal sistema “baronale- che ha consentito che tutto ciò di cui anche i media nazionali, ormai, trattano costantemente accadesse. Un sistema che non è limitato a Messina ma che è, purtroppo, un fenomeno più ampio, “italico-.

A supportare le tesi sostenute dai rappresentanti locali di Azione Giovani, Alberto De Luca (che è anche dirigente nazionale), Pino Galluzzo (presidente provinciale) e Francesco Rella (segretario cittadino), sono intervenuti stamani nel corso di una conferenza stampa il il membro dell’esecutivo nazionale Beniamino Scarfone, di Reggio Calabria, e il vicepresidente nazionale dell’associazione Vittorio Pesato, il quale ha annunciato che a febbraio partirà da Messina una «marcia per la vera riforma universitaria».

«Questa città – ha detto Pesato – ha pagato più di altre un problema che, di fatto, riguarda tutti gli atenei, sempre più proprietà privata dei baroni e sempre meno pubbliche. E’ doveroso lanciare proprio da qui una manifestazione di proposta e rompere il dogma secondo il quale al nord funziona tutto e al sud non funziona niente. Basti un dato: la prima università italiana è quella di Bologna, che però è al trecentesimo posto tra quelle mondiali, segno che il problema è nazionale e non può prestarsi alla speculazione mediatica».

Un concetto, questo, sottolineato anche da De Luca, il quale ricorda che «la nostra iniziativa della petizione per una ispezione ministeriale all’Università di Messina (già raccolte 1800 firme) è precedente alla nuova sospensione del rettore, che certamente aggiunge un ulteriore elemento di dibattito. Un attacco al cuore dell’Università non può che avere ricadute sociali, essendo l’ateneo la prima azienda di Messina. Inoltre è bene chiarire che l’offerta didattica non ha nulla a che vedere con quanto sta accadendo, col risultato che ad essere penalizzati sono sempre gli studenti, che vengono anche “discriminati- fuori città».

Il consigliere provinciale Galluzzo ricorda che a Palazzo dei Leoni è stato sottoscritto all’unanimità un ordine del giorno da lui proposto che invita i gruppi politici a prendere una posizione sull’argomento. «Messina è solo il coperchio di una pentola che contiene ben altro, – afferma Galluzzo – c’è in corso una lotta fra baronati che non ci riguarda, non a caso l’unica “cordata- che chiede con insistenza le dimissioni del rettore è quella guidata dal prof. Saitta, che non è certo estraneo al concetto di parentopoli. Il problema centrale, piuttosto, è quello di riscrivere le regole».

Ma cambiare il sistema con gli attuali vertici universitari è possibile? «E’ innegabile che la presenza di un rettore indagato crea un danno d’immagine – risponde Rella – ma quando qualcosa non va e un percorso viene instaurato, il termine finale non è sempre e solo il rettore. Siccome non possiamo chiedere le dimissioni in blocco di tutti, è bene agire dall’interno per capire le storture e trovare la soluzione più indolore possibile». Secondo De Luca «se è vero che questa gestione non può farci uscire da questa situazione, crediamo anche che non saranno altri baronati a risolverla. Ecco perché va cambiato tutto, a partire dalle procedure per i concorsi». Senza escludere un’ipotesi commissariamento. Pesato: «Più volte, in varie città italiane, abbiamo chiesto le dimissioni dei rettori. Ma è necessaria un’assunzione di responsabilità, da parte nostra ci sarà intransigenza più assoluta, e se sarà necessaria una fase di commissariamento, va bene anche quella».

Riforma del sistema, dunque, che verrà chiesta con una marcia che, come detto, partirà proprio da Messina i primi di febbraio. Ma oltre al problema Università potrebbe nascere, impossibile nasconderlo, anche un caso politico, vista la presenza tra gli intercettati, e non tra gli indagati, è bene chiarirlo, del presidente della Provincia Nanni Ricevuto. I consiglieri provinciali Rella e Galluzzo non si sbilanciano: «E’ ancora presto per parlare, ma siamo fiduciosi. E’ chiaro che saremo vigili e non daremo spazio a faziosità: se responsabilità ci saranno, chi dovrà pagare lo farà».

(nelle foto di Dino Sturiale: il -tavolo- della conferenza stampa e Vittorio Pesato)

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