Un bando per chi vuol cambiare casa popolare

Un bando per chi vuol cambiare casa popolare

Un bando per chi vuol cambiare casa popolare

martedì 15 Dicembre 2009 - 10:31

Lo propone il consigliere della III circoscrizione Gioveni: mobilità per “sopraggiunte condizioni di sovraffollamento, disagi abitativi vari o casi peculiari e gravi”

Un bando pubblico che consenta a chi già vive in un alloggio popolare di poter cambiare casa. A proporlo è il consigliere della III circoscrizione Libero Gioveni, che ha inviato una lettera al sindaco Giuseppe Buzzanca, all’assessore al Risanamento Pippo Rao e al commissario dell’Iacp Leonardo Santoro, specificando che la possibilità di cambiare dovrebbe essere consentita solo in presenza di “sopraggiunte condizioni di sovraffollamento, disagi abitativi vari o casi peculiari e gravi”. Gioveni chiarisce anche che «molta dell’attenzione delle istituzioni deve essere giustamente rivolta al dramma dei baraccati che attendono da decenni un’abitazione dignitosa (oltre che naturalmente, come si sta già facendo, a quello degli sfollati delle zone alluvionate)», ma allo stesso tempo, secondo il consigliere, «è necessario venire incontro a quelle famiglie che si ritrovano molto spesso ad affrontare, nel corso degli anni, non pochi disagi di natura abitativa».

Disagi le cui cause, il più delle volte, sono: «situazioni di sovraffollamento o sottoutilizzazione rispetto allo standard abitativo, mutate rispetto all’assegnazione originaria; inidoneità oggettiva dell’alloggio occupato, che non garantisce condizioni di vita e di salute appropriate per la presenza, nel nucleo familiare, di componenti anziani, di portatori di handicap, o di persone comunque affette da gravi disturbi prevalentemente di natura motoria; esigenze di avvicinamento al luogo di lavoro, o di cura e assistenza qualora si tratti di anziani o persone diversamente abili;

ulteriori motivazioni di rilevante gravità».

Da qui la proposta di istituire, «come avviene in molte altre città italiane, un programma di mobilità dell’utenza in seno al proprio patrimonio edilizio disponibile, da effettuare sia attraverso il cambio degli alloggi assegnati, sia mediante l’utilizzazione delle unità abitative resesi disponibili». Programma, aggiunge Gioveni, «finalizzato alla stesura di una graduatoria formata dagli assegnatari aspiranti alla mobilità, ai quali tuttavia si potrebbe dare anche la possibilità di optare per lo “scambio consensuale di alloggi” qualora questo servisse a soddisfare tutte le esigenze messe in campo dagli inquilini interessati al “baratto”».

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