L’azienda trasporti tiene banco ma, per il Comune, se ne riparlerà a ottobre. Ma società “fantasma” come InnovaBic e Polisportiva continuano a produrre perdite. E si continua a spendere tantissimo per i rifiuti, a fronte di scarni risultati
A contendere la palma di vero punto debole delle casse comunali ai debiti fuori bilancio ci sono le società partecipate. Che spesso, a dire il vero, sono anche causa di debiti fuori bilancio (si pensi al caso Messinambiente). I revisori dei conti si limitano a invitare il Comune a «deliberare in merito al mantenimento delle partecipazioni azionarie/quote societarie, ai presupposti ed al rispetto della finalità istituzionale da parte di tutte le società partecipate» e ad «adottare un efficace ed organizzato sistema di controllo sulle aziende partecipate, con particolare riferimento alle società che registrano perduranti perdite di esercizio che potrebbero alterare i futuri equilibri di bilancio del Comune». Inutile dire che a preoccupare maggiormente è la situazione dell’Atm. I revisori non possono non attestare la mancata approvazione degli ultimi cinque bilanci della disastrata azienda trasporti. E già questa è un’anomalia enorme, se si pensa che i bilanci delle partecipate (comprese le “municipalizzate”, come l’Atm) sono parti integranti dei documenti contabili del Comune.
I revisori entrano poco a fondo nella questione e ricordano semplicemente qual è la soluzione che il Comune ha pensato di adottare nei confronti dell’Atm, posticipandone, di fatto, ogni discussione. «A seguito di atto deliberativo della Giunta Municipale – si legge nella relazione – è stato richiesto all’Atm la predisposizione di un bilancio straordinario ed una situazione patrimoniale a data recente (entro il 31 ottobre, ndr), comprensivo delle relative revisioni e certificazioni. al fine di verificare, su dati certi, la percorribilità di un piano di risanamento aziendale da sottoporre al vaglio del civico consesso che preceda il confronto sulla trasformazione della natura giuridica di “Azienda Speciale”».
Va ricordato che “prudenzialmente”, nel bilancio triennale, il Comune ha previsto lo stanziamento di 15 milioni di euro, in attesa del “superbilancio” di ottobre. Più che di prudenza bisognerebbe parlare di ottimismo. Stando ai numeri forniti nei mesi scorsi dal direttore generale dell’Atm Claudio Conte, sono almeno 21 milioni i crediti vantati nei confronti del Comune. Le perdite, però, sono molto maggiori: 51 milioni di euro, almeno secondo i dati forniti dagli ex esperti contabili (40 milioni se escludiamo l’accantonamento Tfr). Non tenere per nulla conto di queste cifre nel consuntivo 2009 ma anche nel previsionale 2010 rende quantomeno “monchi” entrambi i bilanci.
Ma non c’è solo l’Atm tra gli organismi partecipati che, secondo i revisori, richiedono interventi. C’è Feluca, ad esempi, per la quale, si legge «è in corso la definizione, in sede istituzionale, del processo relativo alla acquisizione da parte del Comune e della Provincia delle quote azionarie del socio privato per la successiva trasformazione della società da Spa a srl». Dunque ci sono autentiche società fantasma, come InnovaBic e Polisportiva “Città di Messina”. Il Comune ha ripianato la sua quota di perdite per 24 mila euro, ma per ottenerne cosa? Stesso discorso per la Polisportiva: qui addirittura la perdita ripianata è di 67 mila euro, ma la società non ha mai prodotto nulla e si continua, questa è la beffa, a mettere a bando la gestione di impianti sportivi. E ancora, ci sono la Nettuno Spa (il Comune ha già sborsato 29 mila euro per le perdite, ne dovrà scucire ancora 42 mila) e Il Tirone Spa (qui la “quota” da ripianare è di 21 mila euro).
Non si fa cenno ad Ato3 e Messinambiente, nella relazione dei revisori dei conti. Ma si continua a spendere tanto, troppo, per la gestione dei rifiuti, a seguito di risultati lontani, lontanissimi dagli standard imposti dalla legge. I ricavi dalla Tarsu, la tassa per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, ammontano a 22,4 milioni di euro e riescono a coprire per appena il 65 per cento i costi, che ammontano a 37,3 milioni. Il “dramma” è che di questi, 36,9 milioni sono riservati alla raccolta dei rifiuti solidi urbani, 240 mila euro per la voce altri costi, mentre uno “zero” si accompagna alla voce “raccolta differenziata”.
