Il Comune e la finanza derivata: storia di un potenziale buco da 200 milioni

Il Comune e la finanza derivata: storia di un potenziale buco da 200 milioni

Redazione

Il Comune e la finanza derivata: storia di un potenziale buco da 200 milioni

giovedì 11 Dicembre 2008 - 13:24

Il primo contratto nel 2002: da allora si sono succeduti assessori, sindaci e commissari, ma solo oggi si cerca di far luce su operazioni finanziarie “bocciate- dal mondo economico

Un potenziale buco da 200 milioni di euro. Mica bruscolini. A tanto sembrerebbero ammontare, euro più euro meno, i contratti di finanza derivata stipulati negli ultimi anni dal Comune di Messina, operazione di rinegoziazione del debito che qualche anno fa sembravano convenire agli enti locali ma che oggi producono preoccupazione in chi si trova a gestire una crisi finanziaria senza precedenti.

Tre i motivi che indussero, ormai sei anni fa, Palazzo Zanca, ma anche diversi altri enti locali (circa 900 in Italia), al ricorso agli strumenti di finanza derivata: la rapida discesa dei tassi d’interessa registratasi nei primi anni 2000; il notevole indebitamento, quasi sempre a tasso fisso, delle amministrazioni locali; l’introduzione da parte della Cassa Depositi e Prestiti di ingenti indennizzi per l’estinzione dei mutui assunti.

Tutto inizia nel novembre del 2002, quando assessore alle Politiche finanziarie di Palazzo Zanca era Pino Cardile e sindaco era Turi Leonardi. La giunta conferì alla Dexia Crediop e alla Bnl l’incarico relativo alla prestazione di servizi connessi all’emissione di prestiti obbligazionari finalizzati al perfezionamento di operazioni di conversione dei mutui in essere. La proposta contrattuale della Bnl per operazioni su strumenti di finanza derivata fu poi approvata il 28 maggio del 2003, dopo il passaggio in giunta del marzo precedente.

Quando il posto di Cardile fu preso da Orazio Miloro, attuale assessore alle Politiche finanziarie che ricoprì lo stesso incarico durante la breve parentesi della prima sindaca tura Buzzanca, fu avviata una rinegoziazione dei mutui con la Cassa Depositi e Prestiti (siamo nel settembre del 2003), il che portò all’adeguamento delle operazioni di finanza derivata.

Quasi due anni dopo, quando il Comune era retto dal commissario Bruno Sbordone, venne conferito sempre alla Bnl il mandato di advisor finalizzato alla rimodulazione dell’indebitamento attraverso operazioni su strumenti di finanza derivata.

Passano i mesi, cambiano i volti a Palazzo Zanca ma non la politica economica: con Mario Centorrino assessore e Francantonio Genovese sindaco, il 31 agosto 2006 la giunta propose l’emissione di un prestito obbligazionario per l’estinzione dei mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti e con il sistema bancario. A novembre l’incarico fu affidato alla Dexia Crediop e alla Banca Opi, con l’approvazione del consiglio comunale. Gli atti vennero perfezionati nel dicembre 2006 e circa sei mesi dopo, il 27 giugno 2007, la giunta approvò l’ipotesi di ristrutturazione dell’indebitamento del prestito obbligazionario formulata dalla Dexia Crediop con ricorso a strumenti di finanza derivata con la stessa Dexia e con la Bnl. A più di cinque anni di distanza dalla prima operazione, dunque, l’amministrazione Genovese decise di proseguire sulla strada della finanza derivata.

E veniamo ai giorni nostri. Nel settembre scorso, col maturare di una serie di differenziali negativi piuttosto preoccupati, l’assessore Miloro, tornato al timone delle Politiche finanziarie del Comune dopo la parentesi del commissariamento Sinatra, chiede alla Bnl e alla Dexia Crediop un dettagliato prospetto per verificare l’andamento dei contratti stipulati. Nessuna risposta, che richiede una sollecitazione, inviata qualche settimana dopo. Finalmente il 26 settembre la Dexia Crediop e il 14 ottobre la Bnl inviano un riepilogo delle operazioni perfezionate con il Comune.

Ne viene fuori che il valore di mercato degli strumenti di finanza derivata configura «perdite molto consistenti, di cui circa due terzi a carico dei Comuni». Motivo per cui, data anche «l’elevata complessità e specificità dei contratti stipulati», con una delibera di giunta del 16 ottobre scorso, proposta dall’assessore Miloro, Palazzo Zanca ha incaricato la IFA Consulting S.r.l. di «elencare tutti i contratti già sottoscritti, stimare l’esatto valore di mercato delle posizioni in essere, evidenziando dunque eventuali perdite o guadagni, effettuare un’approfondita analisi valutativa di adeguatezza tra gli strumenti finanziari negoziati e le relative operazioni di indebitamento, esaminare la regolarità di operazioni pregresse e rilievo dei fenomeni di maggiore costo».

Una relazione “illuminante- che, assicura Miloro, «dovrebbe arrivare da un momento all’altro». E che dovrebbe far luce su una serie di operazioni che non hanno fatto altro che ampliare la già larga voragine delle casse comunali. A proposito di derivati, una buona notizia: il Comune, attraverso Miloro e il ragioniere generale Ferdinando Coglitore, ha diffidato il tesoriere del Comune, la Bnl a “regolare il differenziale al 31 dicembre 2008 pari a 543.626,39 euro-, in quanto una circolare del giugno 2007 del Ministero dell’Economia e delle Finanze ha chiarito che sugli strumenti di finanza derivata «non devono essere rilasciate delegazioni di pagamento», nemmeno al tesoriere. La mammella alla quale in tanti sono stati troppo appesi non ne ha più per nessuno.

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