Concessioni edilizie, le regole cambiano di nuovo. Ecco come

Concessioni edilizie, le regole cambiano di nuovo. Ecco come

Concessioni edilizie, le regole cambiano di nuovo. Ecco come

mercoledì 27 Aprile 2011 - 09:12

L'assessore Corvaja torna sui suoi passi rispetto alla prima delibera che aveva suscitato le critiche degli Ordini degli ingegneri e degli architetti. Varate nuove procedure, con un occhio di riguardo alle opere di urbanizzazione

Forse è eccessivo parlare di dietrofront, forse lo è anche parlare di vittoria degli Ordini professionali, ormai giunti sul piede di guerra nei confronti del Comune. Sta di fatto che le regole per il rilascio delle concessioni edilizie cambiano di nuovo. La giunta Buzzanca, infatti, su proposta dell’assessore alle Politiche del territorio Giuseppe Corvaja, ha revocato le delibere che tanto erano state contestate dagli Ordini degli ingegneri e degli architetti, stabilendo un nuovo iter che punta tutto sull’applicazione dell’articolo 2, comma 2 delle Norme tecniche d’attuazione, per i “profani” quello relativo alle opere di urbanizzazione a “corredo” di una nuova edificazione. Curiosità, l’atto è stato istruito dal dipartimento Attività edilizie e repressione dell’abusivismo, quello al centro del “balletto” delle scorse settimane, proprio il 18 aprile scorso, giorno del nuovo cambio in corsa tra Giovanni Caminiti, uscente e firmatario del provvedimento di cui stiamo parlando, e Carmelo Famà, tornato al proprio posto. Chiusa questa parentesi, torniamo ai contenuti della delibera, partendo dai provvedimenti revocati. La delibera che agli Ordini era andata di traverso è quella approvata dalla giunta il 9 agosto 2010. Delibera che, per farla breve, ampliava il numero dei dipartimenti comunali che avrebbero dovuto rilasciare autorizzazioni utili alla successiva concessione edilizia. Venivano così inseriti la Mobilità urbana, la Protezione civile e altri diparimenti, allungando inevitabilmente l’iter. In maniera eccessiva, secondo gli Ordini, che più volte, in questi mesi, sono intervenuti nei confronti del sindaco e dell’assessore Corvaja. L’ultima lettera aperta, firmata dal presidente dell’Ordine degli ingegneri Santi Trovato, serviva a ribadire che le decisioni del Comune «hanno di fatto notevolmente appesantito l’iter autorizzativo rendendo impossibile l’avvio anche dei piccoli interventi di ricostruzione e risanamento, necessari a mettere in sicurezza il nostro, spesso degradato, patrimonio edilizio». Trovato invitava il Comune a tornare indietro sui propri passi, agitando lo spettro di una mobilitazione della categoria.

E sui propri passi il Comune ci è tornato. Revocando quella delibera (insieme ad un’altra, del dicembre successivo, che ne perfezionava alcuni passaggi) e approvandone una nuova. Con l’obiettivo di snellire, da una parte, le procedure e mantenere, dall’altra, l’intento originario di tutelare il più possibile il territorio da nuovi scempi. Nelle premesse dalla delibera, Corvaja “ammette” che i provvedimenti “contestati”, «rinviando a pareri da esprimersi da parte di altri dipartimenti, non hanno prodotto e determinato, nella loro concreta applicazione, l’analisi e la valutazione ogettiva degli elementi di fatto e di diritto da porre a base dei pareri stessi, determinando un appesantimento dell’iter amministrativo», come del resto “certificato” dalle note inviate proprio dai dirigenti dello staff Protezione civile e del dipartimento Mobilità urbana.

“Nuove” regole , dunque. Ecco quali sono. La richiesta di concessione edilizia dovrà essere corredata da: uno studio geologico che dovrà, tra l’altro, attestare la ricadenza o meno del terreno sottoposto ad edificazione in zone già individuate a pericolosità o a rischio elevato o molto elevato; uno studio relativo alla sussistenza e sufficienza delle strade, con l’analisi dell’assetto viario esistente e dell’idoneità dello stesso in riferimento all’incremento del carico urbanistico conseguente all’intervento da realizzare; l’attestazione dell’Amam sulla sussistenza e sufficienza della rete idrica e della rete fognaria; l’attestazione del dipartimento urbanizzazioni primarie e secondarie sulla sussistenza e sufficienza della rete di raccolta delle acque bianche. I richiedenti la concessione, ovviamente, potranno impegnarsi a realizzare o ad adeguare a propria cura e spese le opere di urbanizzazione primaria (strade, fogne, ecc.). E ancora, il dipartimento Attività edilizia dovrà inserire all’atto del rilascio della concession edilizia anche una prescrizione: «Obbligo per la ditta di porre in essere ogni attività utile a mitigare e contrastare i possibili rischi di dissesto idrogeologico, adottando fin dalla fase di realizzazione ogni utile precauzione operativa, specie in presenza di fronti di scavo o a ridosso di zone collinari con interventi sui relativi versanti, provvedendo inoltre alla regimentazione delle acque piovane dell’intero ambito di intervento ed alla predisposizione di un progetto del cantiere». Inoltre il dirigente del dipartimento Mobilità urbana e viabilità «rimane obbligato di trasmettere ogni aggiornamento relativo al Piano generale del traffico urbano ed al Piano della mobilità», stessa cosa dovrà fare il dirigente dello Staff Protezione civile sul Piano di protezione civile. Verranno, infine, considerate «irricevibili» le richieste di concessione edilizia ricadenti in zone Sic (Siti di interesse comunitario) o Zps (Zone di protezione speciale), se non corredate dal rilascio della valutazione di incidenza ambientale o dello screening.

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