Controllore e controllato, dipendente e amministratore, Ruggeri è ormai un caso

Controllore e controllato, dipendente e amministratore, Ruggeri è ormai un caso

Redazione

Controllore e controllato, dipendente e amministratore, Ruggeri è ormai un caso

venerdì 06 Febbraio 2009 - 10:10

Il capo di gabinetto non è in aspettativa, dichiara di lavorare 14 ore pur essendo part-time e pare non abbia ancora ritirato l’ipoteca su immobili comunali per 700mila euro. Facendo discutere, e non poco…

Infaticabile lavoratore, uno stacanovista del pubblico impiego. Forse anche troppo. I molteplici ruoli ricoperti da Antonio Ruggeri (nella foto) continuano a far discutere. Ma come, lavoro tanto e pure mi criticano?, potrebbe obiettare lui. Il punto è proprio questo: Ruggeri, come ormai è noto, incarna nella stessa persona diverse figure professionali, tutte di un certo peso sia in termini di responsabilità che, perché negarlo, di retribuzione economica. Capo di gabinetto, direttore del polo catastale, presidente dell’Ato3, componente della commissione di vigilanza per gli spettacoli, presidente dell’ordine dei periti e, da un po’ di tempo, anche ingegnere fresco di laurea. E per nessuno di questi ruoli, Ruggeri si è messo in aspettativa.

Qualcuno ha già avanzato dubbi sulla compatibilità tra certi incarichi, come ad esempio quelli di dipendente pubblico e, al tempo stesso, di amministratore di una società partecipata. Ma la questione avanzata sia dai due consiglieri del Pdl, Nello Pergolizzi e Claudio Canfora, sia da uno degli -assessori ombra- del Pd, Salvatore Curtò, è soprattutto di carattere sostanziale e di opportunità, prima ancora che formale e giuridica. Come può un dipendente pubblico part-time, non in aspettativa, ricoprire tutti questi incarichi e dichiarare pubblicamente, come fatto alla Gazzetta alcune settimane fa, di lavorare «per circa 14 ore con dedizione»?. E come si può, si sono chiesti in tanti, rappresentare al tempo stesso il Comune, ente controllore, e l’Ato3, ente controllato?

In questo senso si sono già verificati almeno due esempi di -inopportunità- sostanziale. Il primo è quello lamentato da Mariano Massaro, che dopo aver ricevuto risposte poco confortanti in merito ai precari dell’Ato3 dal presidente della società, Ruggeri, si è ritrovato davanti alle stesse risposte e allo stesso interlocutore, sempre Ruggeri, quando ha chiesto lumi al Comune. Un altro esempio riguarda ancora Pergolizzi, che in qualità di presidente della XI commissione consiliare aveva richiesto ufficialmente copia dei curricula presentati per le nomine alle partecipate, e ha ricevuto risposta proprio da uno dei nominati, sempre lui, Ruggeri, in quel caso nelle vesti di capo di gabinetto in evidente conflitto d’interessi.

A tutto questo va aggiunto che nonostante le rassicurazioni fornite il 10 settembre scorso, il -nostro- parrebbe non aver ancora ritirato l’iscrizione ipotecaria ai danni del Comune da lui prodotta alcuni anni fa (si parla di un credito di 700mila euro). Quando allora fu sollevato il caso, Ruggeri fu pronto nel diramare un comunicato stampa nel quale precisava che «procederò alla cancellazione dell’ipoteca iscritta, per motivi di opportunità connessi all’incarico e per sgomberare il campo da ogni possibile speculazione». Un mese e mezzo fa il dirigente del Dipartimento patrimonio e demanio, l’ing. Schiera, ha presentato una relazione alla I commissione consiliare confermando che ancora quell’ipoteca non era stata tolta (e oggi la situazione non sembrerebbe essere cambiata).

Il Pdl, seppur nella componente Briguglio, notoriamente poco amichevole nei confronti del sindaco Buzzanca, aspetta lumi su eventuali incompatibilità (e probabilmente martedì prossimo, in XI commissione, se ne tornerà a parlare), mentre il Pd, per bocca di Curtò, ne ha chiesto radicalmente le dimissioni. Lui continua a lavorare (e su questo poco da dire, ci mancherebbe) e non si ferma mai. Alla fine chi avrà avuto ragione?

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