Crisi politica a Palazzo Zanca? Scoglio: «Nessuno scontro con l’Udc»

Crisi politica a Palazzo Zanca? Scoglio: «Nessuno scontro con l’Udc»

Crisi politica a Palazzo Zanca? Scoglio: «Nessuno scontro con l’Udc»

mercoledì 18 Novembre 2009 - 14:28

L’assessore: «Solo una fisiologica diversità di opinioni con Melazzo. Il Tirone? Quelle non sono le linee guida di Scoglio ma del consiglio comunale». Il capogruppo del Centro con D’Alia Cilento: «Nessuna crisi in giunta, rimarremo fino a quando rimarrà il sindaco»

Non c’è una crisi politica all’interno della maggioranza di Palazzo Zanca. O almeno questo insistono a sostenere le fonti “ufficiali” di un centrodestra che, in realtà, mai come oggi sembra spaccato. L’Udc non è una componente qualunque dello scacchiere, conta nove consiglieri comunali e cinque assessori, numericamente è determinante per la stabilità dell’amministrazione Buzzanca. Ecco perché si possono comprendere le secchiate di acqua sul fuoco gettate oggi, a ventiquattrore da una giornata “intensa” come quella di ieri (prima l’infuocata seduta sul Tirone, poi le polemiche in consiglio comunale), da alcuni degli attori in campo. Su tutti l’assessore allo Sviluppo economico Gianfranco Scoglio, che con una nota stamani ha precisato: «Nessuno scontro politico si è verificato tra il sottoscritto e il partito dell’Udc rappresentato durante i lavori dal capogruppo, Bruno Cilento, dal presidente della stessa Commissione, Domenico Guerrera, e dai consiglieri Giorgio Muscolino e Giuseppe Melazzo. Si è esclusivamente manifestata una diversità di opinioni, tra l’altro fisiologica, con il consigliere Melazzo e tale dialettica – scrive Scoglio – rientra nelle logiche democratiche di confronto sui singoli problemi, che nulla hanno a che vedere con la tenuta della coalizione che ha appoggiato e che appoggia il sindaco Buzzanca. Tali circostanze, del resto, oltre a essere documentate dai resoconti sommari della riunione della II Commissione sono state oggetto di verifica da parte degli stessi giornalisti, che sono stati presenti per tutta la durata dei lavori della Commissione consiliare».

«In merito poi alle linee guida del piano industriale della società di trasformazione urbana il Tirone SpA – aggiunge Scoglio – e agli interventi previsti nell’accordo di programma sottoscritto tra il comune di Messina e la Regione siciliana, mi preme precisare che le stesse non sono le linee guida dell’assessore Scoglio in quanto sono state approvate dal Consiglio comunale durante l’amministrazione del sindaco Genovese. All’assessore Scoglio possono viceversa essere ricordati tutti gli interventi di riqualificazione urbana finanziati dal Ministero delle infrastrutture nell’ambito del contratto di Quartiere II (scuole, edilizia residenziale e pubblica, scalinata santa Barbara, percorsi di riqualificazione stradale) per un totale di circa 8 milioni e 500 mila euro. In merito alle linee guida approvate dall’amministrazione Genovese la mia posizione è sempre stata chiara e trasparente nel senso che prima di giudicare i contenuti del piano, ho inteso avviare quel necessario confronto con la cittadinanza, con la società civile organizzata e con le forze politiche al fine di pronunziarmi in merito».

«Personalmente – continua Scoglio – ritengo che in questa fase debbano essere realizzati immediatamente gli interventi di riqualificazione urbana previsti dal contratto di Quartiere II le infrastrutture varie e i parcheggi, mentre deve essere continuata la fase di approfondimento sulla localizzazione degli edifici. Ed in particolare del fabbricato previsto per gli uffici pubblici che a mio avviso – conclude Scoglio- sono incompatibili con le funzioni del centro storico e devono essere delocalizzati al di fuori dello stesso. Analogamente deve essere rifunzionalizzata l’area dove era prevista la localizzazione della scuola non più utile, ne finanziariamente realizzabile, e ripensata la scelta di realizzare un centro commerciale, rifunzionalizzandolo come centro di valorizzazione commerciale, con gallerie dei negozi da destinare prioritariamente alle attività commerciali esistenti in loco ed a centro di qualità per orafi, argentieri ed artigiani, secondo i vecchi mestieri di cui la città era orgogliosa. Sono certo – conclude – di aver con tali argomentazioni ricondotto i fatti verificatesi alla loro reale portata e chiarito ancora una volta l’iter in corso della società di trasformazione urbana il Tirone SpA».

Spegne gli animi fin troppo accesi anche il capogruppo del Centro con D’Alia, Bruno Cilento, che non vuol sentire parlare di crisi, nonostante gli esempi (dalle dimissioni di Scoglio richieste proprio da D’Alia alla querelle sui project financing, per finire con i fatti recentissimi, compresa la posizione netta sul Ponte) non manchino rispetto ad una divergenza di vedute interna al centrodestra. Senza contare l’equivoco di fondo che permane dall’inizio di questo mandato amministrativo: a Roma l’Udc è opposizione, qui è maggioranza. A Cilento abbiamo chiesto dunque fin quando perdurerà questa situazione: «Rimarremo in giunta fino a quando sindaco sarà Buzzanca». Stop. Il che vuol dire tutto e il contrario di tutto. «Posso tranquillamente dire che l’Udc si è dimostrato fino ad oggi la “quinta colonna” dell’amministrazione e del sindaco, ma i casi di divergenze, compresi quelli di ieri, sono circoscritti ad una posizione relativa alla Stu che è nota e ad un intervento del consigliere Ticonosco al quale non potevo non rispondere». La scuola democristiana c’è, e si vede.

(foto Sturiale)

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