I consiglieri comunali Cantello e Serra formano il nuovo gruppo, “Sicilia Vera”. Che dovrà superare piccoli ostacoli “burocratici”. Il deputato Mpa sul caos servizi sociali: «Pronti a lasciare la giunta senza 20 milioni in bilancio». E su Milazzo: «Si arriverà certamente al ballottaggio»
Si chiama “Sicilia Vera”, ha due componenti e non tradirà la sua impronta autonomista il nuovo gruppo consiliare di Palazzo Zanca presentato oggi dal deputato regionale Cateno De Luca e dai suoi due nuovi “pupilli” (in realtà uno lo era già dall’inizio della consiliatura), Ivano Cantello e Salvatore Serra. Il quale ha lasciato Risorgimento Messinese, il gruppo di cui è leader il neo commissario cittadino dell’Mpa Fabio D’Amore, nel quale rimarrà dunque da solo Nino Carreri. De Luca definisce l’operazione «solo l’inizio di un percorso», che proseguirà sia al Comune, «dove nel giro di qualche mese di aggiungerà almeno un altro elemento», sia alla Provincia, dove nascerà un gruppo con la stessa denominazione, “Sicilia Vera”, del quale faranno parte i due attuali alfieri di De Luca, Pippo Lombardo e Salvatore Calì (la presentazione ufficiale lunedì prossimo).
Il sindaco di Fiumedinisi si mantiene su posizioni “politicamente corrette”: buoni rapporti tanto con il gruppo Mpa quanto con Risorgimento Messinese. «Con De Luca avevamo iniziato un percorso insieme almeno un anno fa – spiega Serra a proposito dell’addio a D’Amore e Carreri – io l’ho ufficializzato, loro no». Così Cantello: «Continuo a sposare l’operato di De Luca alla Regione, cercando di portare la sua voglia di trasparenza e legalità anche al Comune. Una politica del fare, necessaria in un periodo di grande disaffezione nei confronti della cosa pubblica». Ci sarà anche qualche piccolo ostacolo burocratico da superare: secondo il regolamento di Palazzo Zanca i gruppi di nuova costituzione devono avere almeno tre componenti, ma per De Luca il problema non sussiste, in quanto «è un semplice cambio di denominazione».
De Luca non si sottrae dall’affrontare il tema delle voci che lo volevano ad un passo dal Pd: «Nell’ultimo mese – afferma – mi hanno dato prima con Miccichè, poi con Castiglione, poi all’Udc, ora al Pd. Io non smentisco mai perché non smentisco il gossip politico. Certo, è vero che c’è una questione affettiva che mi lega al neo segretario provinciale del Pd, Francesco Gallo, per questo l’indiscrezione è risultata più credibile. Ma posso dire che in atto non c’è alcun passaggio né al Pd né in qualche altro partito. Anzi, sto lavorando per la nascita di un nuovo gruppo all’Ars, per il quale già si registrano movimenti trasversali dei parlamentari. Mi auguro che già a fine giugno possa esserci qualche novità».
Rimane in piedi, a Messina, il caso servizi sociali, più volte sollevato da De Luca anche perché l’assessore al ramo, Pinella Aliberti, a lui fa riferimento. «Siamo stati molto chiari col sindaco – conferma il parlamentare – attendiamo solo la bozza del bilancio, che evidentemente non c’è. Su questo tema non faremo sconti, se ci sarà una previsione credibile per il rispetto delle esigenze allora saremo tutti d’accordo, e per previsione credibile intendo almeno 20 milioni di euro. Altrimenti, non voteremo il bilancio e usciremo dalla giunta». Un’ultima battuta sulle elezioni di Milazzo, momento cruciale per gli equilibri politici del messinese: «Stiamo sostenendo Carmelo Pino e sono certo che si andrà al ballottaggio, abbiamo pure un assessore designato che è Codraro. Le divisioni dell’Mpa? Ci sono varie leggende, la meno smentibile è che la strategia di diversificare le candidature sia nata per arrivare “tecnicamente” al ballottaggio. E’ una chiave di lettura, ma è certo che io non ho partecipato a questa strategia. Se Carmelo Lo Monte ha lasciato il ruolo di commissario provinciale per Milazzo, sicuramente c’è stata un’altra strategia, mirata a sminuire gli organi provinciali, e per questo gli do massima solidarietà».
