Oggi nuova seduta della IX commissione dedicata al piano d’impresa dell’azienda trasporti. No all’acquisto di 31 bus usati: meglio aggiustare quelli rotti. La Corte e i sindacati: «Dialogo, ma ad ognuno il suo ruolo»
«Dobbiamo ridare alla gente fiducia nel trasporto pubblico». E’ questo l’obiettivo che si è prefissato il nuovo commissario dell’Atm, l’ex questore di Messina Cristofaro La Corte, da pochi giorni alla guida di un’azienda in crisi profonda. Oggi La Corte e il direttore generale dell’Atm Claudio Conte sono tornati a Palazzo Zanca per illustrare alla IX commissione consiliare, le linee guida del piano d’impresa redatto dai tecnici dell’azienda stessa. Anche se, ha chiarito Conte, il termine “piano d’impresa” è forse poco appropriato, meglio parlare di linee guida.
E le linee guida tracciate da La Corte sono essenzialmente due: rendere più efficiente il servizio immettendo più autobus e ripristinare immediatamente una corretta organizzazione del lavoro. Pariamo dal necessario rinforzo del parco mezzi. Questa la situazione attuale: la flotta conta su 168 autobus, dei quali però ben 100 sono “potenzialmente idonei ma fermi per grandi riparazioni”. La media giornaliera degli autobus in servizio, dunque, si riduce a una trentina mezzi, un numero inaccettabile per una città di 250mila abitanti come Messina. Sull’aumento del numero di autobus si sta già lavorando da un po’: a giorni (ma lo si sente ripetere da mesi) dovrebbero arrivare 26 mezzi a metano, ottenuti grazie al finanziamento del ministero per l’Ambiente; nei mesi sorsi, inoltre, la giunta aveva deliberato l’acquisto di 31 autobus usati da una impresa lombarda. Proprio quest’ultima ipotesi, però, è stata bocciata da La Corte. Anziché spendere poco meno di 500mila euro per acquistare mezzi usati, meglio investire una cifra di poco superiore (intorno ai 600mila euro) e aggiustare una settantina di autobus attualmente in deposito per guasti di vario genere. In due tre mesi La Corte conta di immettere su strada tra i 70 e gli 80 autobus, con almeno 9 vetture del tram (grazie alla vicina apertura del nuovo capolinea di Gazzi).
Per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro, questo è un punto sul quale il neo commissario batte fin dal giorno del suo insediamento. E’ necessario ristabilire una catena di comando che determini ruoli, responsabilità e obiettivi. L’alternativa è la situazione attuale, ovvero l’anarchia. Si pensa dunque ad una cabina di regia che renda più rigoroso il controllo. Con i sindacati, ha detto La Corte, il dialogo dovrà essere costruttivo, ma il commissario non consentirà ingerenze nell’amministrazione dell’azienda. «A ciascuno il proprio ruolo», l’imperativo di La Corte, mai seguito in questi anni di caos (a questo proposito, lunedì ci sarà un incontro con le organizzazioni sindacali). Organizzazione del lavoro significa anche razionalizzazione del personale, dunque nuove mansioni per gli inidonei, corsi di formazione per internalizzare servizi attualmente svolti da ditte esterne (con ingenti costi per l’azienda) e se sarà necessario anche prepensionamento (si pensa di ridurre il personale di 120 unità da oggi al 2013).
Poi c’è la questione economica, il problema dei problemi. Ci sono delle scadenze a breve termine, come il pagamento dei contributi Inps e le assicurazioni (una cifra vicina ai 3 milioni di euro da pagare nel giro di pochi mesi), per non parlare della storica situazione debitoria. Il ricorso al patrimonio immobiliare (20 milioni di euro il valore), di proprietà del Comune, pare un’eventualità remota. Qualche aiuto potrà giungere dalla predisposizione di un nuovo tariffario (quello proposto dall’azienda prevede l’aumento, ad esempio, del biglietto valido 90 minuti a 1 euro e 25 centesimi), da un piano serio di vendita degli spazi pubblicitari su autobus, tram e pensiline, e anche dai ricavi delle multe per la Ztl, che attualmente vanno al Comune. Ma tutto questo, unito ai contributi annuali di Palazzo Zanca, non basta. La Corte è stato chiaro: serve una maggiore attenzione da parte del governo di Roma (il governo “amico”), quantomeno la stessa già avuta nei confronti di altre realtà come Palermo e Catania. Tutti questi punti, rafforzati da una maggiore presa di coscienza della situazione reale dell’azienda, saranno esposti da La Corte in una relazione che a breve consegnerà al sindaco Giuseppe Buzzanca.
«C’è estrema fiducia nel nuovo commissario – ha dichiarato il presidente della IX commissione, Nino Carreri di Risorgimento Messinese – è importantissimo il concetto secondo cui ognuno deve tornare a svolgere il proprio ruolo, compreso il sindacato. Che però non deve essere considerato il male assoluto di quest’azienda, deresponsabilizzando così i dirigenti e la politica. Il piano d’impresa? Credo che le parole dello stesso direttore Conte bastino: questo non è un piano d’impresa, anche la seconda ristampa è già superata, l’organigramma non è convenzionale. Credo che le poche ma incisive parole del commissario La Corte siano più esaustive di questo blocco di 200 pagine. Sono troppi i punti vaghi, si parla ad esempio di ampliamento della Ztl, ma prima pensiamo a regolarizzare quella che c’è. O ancora, si parla di internalizzazione dei servizi, senza però prevedere costi per la formazione del personale. Il piano d’impresa dell’Atm – conclude – deve contenere soprattutto l’abbattimento dei costi e l’eliminazione dei tanti, troppi sprechi».
(nelle foto La Corte e Carreri)
