L’ormai ex commissario provinciale critica pesantemente la gestione del partito: Raccolti personaggi di ogni sorta. Tradita Messina e la sua Provincia, diventata colonia da occupare
L’Mpa cittadino perde un pezzo della propria squadra. Gaetano Majolino, ormai ex commissario provinciale del giovanile, e il gruppo di ragazzi a lui collegati infatti, hanno annunciato l’addio al partito, maturato per una serie di ragioni riportate in una lettera inviata agli organi di informazione.
«Inutile ripercorrere tutti i passaggi di una storia che dura da cinque anni, che da azzardo si è trasformata in fenomeno politico, con la conquista della presidenza della Regione da parte del leader Raffaele Lombardo, il raggiungimento di una presenza a livello nazionale, i riflettori nuovamente puntati sullo sviluppo della Sicilia e del Mezzogiorno e sulle ragioni storiche che lo hanno frenato – scrive l’ex vicepresidente del IV quartiere -. Nel frattempo il MPA è cresciuto a dismisura, raccogliendo ogni sorta di personaggi, animati dai più vari obiettivi e provenienti dalle più eterogenee storie. Pur continuando a sentire nostri i valori della politica territoriale, dell’autonomia e dello sviluppo della Sicilia e del Mezzogiorno, e a condividere gli obiettivi di quel disegno rivoluzionario volto a rimuovere quelle incrostazioni di potere che opprimono, la nostra Regione e nonostante in questi anni ci siamo sempre spesi, mettendoci la faccia, con un impegno costante, senza mai far mancare il nostro apporto anche in oggi competizione elettorale, dobbiamo nostro malgrado registrare un fallimento».
Majolino insieme a Carmelo Abate, Gianclaudio Puglisi, Giovanni Scavello, Francesco Ferraù, Salvatore Aversa ed Emanuele Calamoneri, parlano di un “inesorabile declino” iniziato con la responsabilità del governo della Regione, che avrebbe fatto emergere “tutte le criticità e le contraddizioni del Mpa”: «Una litigiosità generalizzata spesso fine a se stessa – si legge nel documento -, un immobilismo diffuso che sta producendo danni enormi che dalla Regione discendono verso le aziende, gli enti locali, le varie amministrazioni pubbliche, oscuri tatticismi che puzzano tremendamente di trasformismo, come osserviamo nelle dinamiche dell’ARS dove il Governo ha sempre la maggioranza, sempre con un sostegno variabile, con gli ultimi arrivati sempre benvenuti. E poi l’affermazione del principio per cui tutti possono essere utili, ma nessuno è indispensabile, ciascuno è una pedina di uno scacchiere che può essere sacrificata in qualsiasi momento, senza riguardo alcuno per la sua dignità».
«Ma ciò che non possiamo più tollerare è il sistematico tradimento degli interessi di Messina e della sua Provincia – concludono -, che nell’ottica di un centralismo politico regionale, invero stridente rispetto ai proclamati valori di autonomia e sussidiarietà, viene vista in ogni occasione come, di volta in volta, merce di scambio, colonia da occupare, valvola di sfogo per interessi che vengono da altrove, terra di “buddaci” capaci solo di lamentarsi e piangersi addosso. Ecco perché diciamo addio al Movimento per le Autonomie comunicando pubblicamente le nostre dimissioni irrevocabili da ogni incarico di responsabilità all’interno del MPA. Tra Roma, Palermo, Catania e Messina, non abbiamo dubbi, scegliamo Messina. Da oggi saremo semplicemente Autonomisti e Messinesi».
