Né proprietari, né affittuari: così gli inquilini delle case popolari diventano “precari”

Né proprietari, né affittuari: così gli inquilini delle case popolari diventano “precari”

Né proprietari, né affittuari: così gli inquilini delle case popolari diventano “precari”

martedì 24 Agosto 2010 - 08:05

Il capogruppo del Pdl Capurro al sindaco e all’Iacp: si regolarizzi la situazione degli assegnatari che hanno avuto gli alloggi in custodia. «E’ un danno erariale»

Comune e Iacp, Iacp e Comune. La storia del risanamento a Messina è fatta di continui corti circuiti tra i due enti, intervallati da rari ma proficui periodi di dialogo vero. Ma dopo anni permangono situazioni di vera e propria precarietà, come il caso degli alloggi, tantissimi, affidati agli assegnatari già durante la fase di costruzione “nelle more” del completamento, per evitare che qualcun altro li occupasse abusivamente. Col risultato, però, che sono troppi gli inquilini che non risultano in possesso di un contratto di affitto né tantomeno di proprietà, con tutto ciò che ne consegue. «Da oltre 10 anni – evidenzia il capogruppo del Pdl Pippo Capurro – il Comune di Messina ha ritenuto di assegnare in custodia quasi tutti gli appartamenti durante la fase di costruzione, nelle zone di Bisconte, San Giovannello, Zafferia, Fondo Basile, Fondo De Pasquale e S. Lucia sopra Contesse, per evitare le eventuali occupazioni di soggetti non inseriti nelle graduatorie redatte a norma di legge. Quasi tutte le costruzioni sopra menzionate sono state regolarizzate, da parte delle imprese aggiudicatarie, ai fini urbanistici con l’acquisizione dei vari certificati di conformità, abitabilità previsti dalla normativa edilizia e dal codice civile in tempi successivi al reale completamento delle opere. Tale stato di fatto ha determinato e continua a determinare un possibile danno erariale stante il mancato introito dei canoni di locazione per il perdurare, sine die, della condizione di precarietà giuridica della pur legittima occupazione supportata da graduatorie predisposte dagli uffici comunali».

Secondo Capurro «il perdurare di tale situazione, determinata dalla mancata regolarizzazione giuridica degli assegnatari che non risultano essere né proprietari né affittuari, contribuisce in modo significativo anche al degrado degli immobili che non possono essere manutenuti né dai privati né dal pubblico poiché nessuno ne ha titolo. Pertanto si rende assolutamente improcrastinabile impartire disposizioni affinché le future costruzioni realizzate con bandi pubblici vengano assegnate ai legittimi titolari solo dopo la formale definizione dell’iter amministrativo da parte delle imprese costruttrici per evitare, tra l’altro, il pagamento di onerose polizze assicurative da parte del Comune di Messina».

In questo marasma, sottolinea Capurro, potrebbe essere il sindaco a «indire una conferenza dei servizi con gli assessori e i dirigenti competenti e con i vertici dello Iacp per porre in essere tutte le iniziative necessarie per monitorare la situazione sullo stato di fatto esistente e, quindi poter avviare le procedure per la stipula dei contratti sia con il Comune di Messina e sia con lo Iacp». E sempre il sindaco, secondo il capogruppo del Pdl, dovrebbe «attivare tutte le iniziative per porre fine al paventato danno erariale determinato dal mancato introito dei canoni di locazione e nel contempo obbligare lo Iacp (ente gestore) a rendicontare i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria durante il periodo di garanzia previsto dal contratto d’appalto nonché i fitti attivi». Giusto perché Messina non diventi una sorta di “anarchilandia”.

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