I numeri delle urne messinesi: Rinaldi il più votato, segue Buzzanca. I confronti col 2006

I numeri delle urne messinesi: Rinaldi il più votato, segue Buzzanca. I confronti col 2006

Redazione

I numeri delle urne messinesi: Rinaldi il più votato, segue Buzzanca. I confronti col 2006

mercoledì 16 Aprile 2008 - 15:55

L'analisi del voto del 13 e 14 aprile. Il Pd secondo partito dopo il Pdl. Il centrodestra passa dal 58% del 2006 al 62% di quest'anno

E’ tempo delle analisi del giorno dopo. La doppia tornata elettorale del 13 e 14 aprile è ormai alle spalle, ma è interessante capire cosa ci dicono i risultati venuti fuori dalle urne messinesi, dalle 254 sezioni della città, soprattutto in vista delle elezioni del 15 e 16 giugno che ridaranno un sindaco, una giunta e un consiglio comunale a Messina (senza contare che ci saranno anche le provinciali). Il più votato in città è stato Franco Rinaldi, coordinatore provinciale del Pd e cognato del segretario regionale Francantonio Genovese, che per le prossime amministrative è il candidato sindaco del partito di Veltroni. Per Rinaldi ben 10.955 voti, dato in calo rispetto a quello del 2006, quando aveva superato quota 12mila. Il secondo più votato in città, con 7.334 preferenze, è Giuseppe Buzzanca, uno dei papabili candidati a sindaco del centrodestra, come tra l’altro lui stesso ha confermato più volte. Buzzanca migliora e di parecchio il suo bottino rispetto al 2006, con quasi duemila voti in più. Nel Pdl lo segue Antonio Beninati con 6.891 voti (1.200 circa in più del 2006), più staccati Santi Formica (4.075) e Roberto Corona (3.959), il quale ha incrementato di mille preferenze il bottino di due anni. Il primo dei non eletti del Pdl è stato Antonio D’Aquino, che però difficilmente potrà ambire a una delle due principali poltrone cittadine avendo ottenuto un non esaltante computo di 3.005 voti (circa 700 in meno del 2006). Più probabile, per lui, un assessorato regionale.

Importante risultato per Giovanni Ardizzone, che trascina l’Udc con ben 5.635 preferenze, quasi mille in meno rispetto alle regionali passate. In città dopo di lui c’è Tullio Lanese, che ha raccolto poco in Provincia ma il cui dato cittadino (1.907 voti) potrebbe aprirgli le porte di un eventuale assessorato a Palazzo Zanca o a Palazzo dei Leoni. Tornando al Pd, più che i numeri di Filippo Panarello (3.016 voti, circa 200 in più rispetto al 2006), può stupire il risultato di Giuseppe Picciolo, che con 2.686 voti è il terzo del Pd, riuscendo ad acciuffare in extremis un seggio all’Ars. Può stupire, ma non dovrebbe, perché due anni fa Picciolo, che correva con la lista -Uniti per la Sicilia-, aveva comunque raccolto 2.003 voti, mentre Francesco Calanna, del quale ha di fatto preso il posto all’Ars, ne aveva presi 910 (quasi quattrocento in più di quest’anno). Diciamo, allora, che rispetto a due anni fa Picciolo ha beccato la lista giusta. Non altrettanto ha fatto Alfonsa Pizzo (1.338): una lista, quella di cui faceva parte e che inizialmente prevedeva anche Antonio Saitta, che in totale ha raccolto poco più di tremila voti, il che la dice tutta sull’interesse riservatole dalla casa madre Pd. Rimanendo nell’ambito del centrosinistra, fa riflettere il risultato di Maurizio Rella (446 voti per lui), non solo per il confronto con il 2006, quando aveva ottenuto più del doppio, ma anche considerando che sarà lui il candidato sindaco dell’Italia dei Valori.

Proseguendo con i numeri, Maurizio Ballistreri ha preso solo un centinaio di voti in meno rispetto all’ultima tornata elettorale, ma a differenza di allora non ottiene il posto all’Ars. Quasi quattrocento, invece, sono le preferenze che ha perso Cateno De Luca in confronto al 2006, ma oggi come allora risulta comunque il primo della lista del Mpa. Ottimo il risultato dell’assessore provinciale Daniela Bruno (3.547), che può legittimamente puntare ad una riconferma a Palazzo dei Leoni, mentre deludente è il bottino raccolto da Antonio Andò, che nella città di cui è stato sindaco per dieci anni ha ottenuto 970 preferenze. Molto meglio Nino Gazzara (2.095), anche se non ha raggiunto la poltrona in parlamento, mentre è molto consistente il calo di Nello Musumeci: nel 2006, quando però era anche candidato alla presidenza, aveva raggiunto quota 232, mentre quest’anno solo 78 messinesi hanno scritto il suo nome sulla scheda verde.

Sonia Alfano ha ottenuto un discreto risultato in città (1.395 come preferenza per l’Ars, 5.317 per la presidenza), mentre non altrettanto si può dire per la Sinistra Arcobaleno, dove -spiccano- solo Lamonica (547) e Napoli (520).

Un’occhiata, adesso, alle coalizioni, soprattutto in vista delle Amministrative di giugno. I numeri sono relativi ai voti di lista. Il Pd, considerando anche la lista -Finocchiaro Presidente-, arriva a 33.534 voti, pari al 25,58 per cento delle preferenze. Aggiungendo anche la Sinistra Arcobaleno, che non ha ancora sciolto le riserve sulle Amministrative (l’Italia dei Valori, invece, come detto correrà da sola), si giunge al 28,72 per cento. Discorso diverso per il centrodestra, che unendo Pdl, Udc e Mpa (comprese le liste -Democratici Autonomisti- e -Lombardo Presidente-) raggiunge quota 86.071 voti, pari al 65,67 per cento delle preferenze. Insomma, è vero che le Amministrative fanno storia a sè, ma i numeri in questo momento dicono che il centrodestra va forte a Messina. Constatazione che si rafforza se si fa un confronto con le Regionali 2006. Allora la candidata presidente Rita Borsellino (Margherita, Ds, Uniti per la Sicilia e Rita) giunse ad un dignitoso 46,3 per cento frutto di 52,983 voti, mentre quest’anno Anna Finocchiaro (Pd, Sinistra Arcobaleno, Italia dei Valori e lista Anna Finocchiaro Presidente) si ferma al 32,18% per 44,550 voti. Migliora, e di parecchio, il centrodestra: Totò Cuffaro (Udc, Mpa, Forza Italia, An, Democrazia Cristiana, Aquilone e Fiamma Tricolore) nel 2006 giunse al 50,88 per cento a Messina, per un totale di 58,220 preferenze, mentre Raffaele Lombardo (Pdl, Udc, Mpa, Lombardo Presidente e Democratici Autonomisti) arriva addirittura a 86,505 voti, pari al 62,48 per cento. A livello di partiti singoli, infine, il Pdl (anche se formalmente non è ancora un partito) è il primo della città con 45.262 preferenze, seguito dal Pd con 30.514. Terzo l’Udc con 12.595, anche se vanno valutati i numeri ottenuti dal Mpa: se alla lista del partito, infatti, sommiamo anche quelle dei -Democratici Autonomisti- e di -Lombardo Presidente-, il movimento di Lombardo raggiunge quota 28.214 voti diventando il terzo in città a ridosso del Pd.

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