Buzzanca da Palermo: «Non ho ancora deciso nulla, per il momento sono a Palermo per cercare di portare qualche soldo a Messina». Le ipotesi in campo
A proposito di doppio incarico. Mentre Giovanni Ardizzone dice addio alla giunta comunale di Messina, il sindaco Giuseppe Buzzanca smette i panni di primo cittadino e veste quelli di parlamentare regionale. Quando lo contattiamo telefonicamente si trova a Palazzo dei Normanni, a Palermo. «Con bilancio e finanziaria ne avremo ancora per molto – afferma il sindaco – sono qui a lavorare per cercare di portare qualche soldo a Messina». E la giunta? «Non è un problema che mi sono ancora posto», risponde lapidario Buzzanca. E quando gli riferiamo che secondo Ardizzone non possono esserci dubbi sul fatto che il suo successore come vicesindaco debba essere dell’Udc, lui chiosa: «Vedremo, non ho ancora deciso nulla. Non ho deciso nemmeno se sostituire chi si dimetterà o meno».
Insomma, Buzzanca tiene tutti sulla corda. La posizione attuale glielo consente, ma gli equilibri politici sono mantenuti da una corda che, se tirata troppo, rischia di spezzarsi. Oggi è toccato ad Ardizzone lasciare la sua poltrona di assessore, nei prossimi giorni, salvo colpi di scena, dovrebbe toccare a Fortunato Romano. Entrambi sono espressione di componenti politiche, quella che nell’Udc fa capo a Gianpiero D’Alia e quella che nell’Mpa si riconosce in Carmelo Lo Monte, che difficilmente accetteranno di perdere una pedina in giunta. Nel secondo caso, in particolare, Romano è l’unico esponente del gruppo Lo Monte all’interno dell’amministrazione Buzzanca, dunque il problema il sindaco se lo dovrà porre eccome.
Le ipotesi in campo sono quelle accennate nei giorni scorsi. La prima, improbabile per le ragioni appena enunciate, è che tutto resti com’è: giunta con due elementi in meno e punto. La seconda prevede la sostituzione tale e quale di Ardizzone e Romano: nel primo caso sarebbe Bruno Cilento, attuale capogruppo del “Centro con D’Alia” in consiglio comunale, a subentrare all’ormai ex vicesindaco e nel secondo verrebbe “promosso” il presidente del Consiglio Pippo Previti. I due verrebbero sostituiti tra i banchi dell’aula dai primi non eletti delle rispettive liste, Santino Culletta e Alessandro La Cava, anche se rimarrebbe sospesa la questione del nuovo ufficio di presidenza. Terza ipotesi, forse la più probabile: la giunta si riduce comunque di due pedine (mossa giustificabile dal fatto che mentre Ardizzone e Romano, proprio in qualità di deputati, non percepivano indennità, i loro eventuali sostituti comporterebbero nuovi costi per le asfittiche casse comunali), ma Buzzanca opera un generale rimpasto, che potrebbe anche veder sacrificato qualcuno del Pdl. “Work in progress” è il cartello appeso davanti alla sala giunta di Palazzo Zanca. La soluzione del rebus, questo è certo, non sarà immediata.
