Il patto D’Amore spacca il Pd, Panarello contro i vertici del partito

Il patto D’Amore spacca il Pd, Panarello contro i vertici del partito

Redazione

Il patto D’Amore spacca il Pd, Panarello contro i vertici del partito

giovedì 05 Febbraio 2009 - 16:58

Il deputato ex Ds: «Le dichiarazioni imbarazzanti di Rao confermano l’investitura del prossimo capo dell’opposizione. Forzature politiche per avallare decisioni assunte in segrete stanze»

Il clima, all’interno del Pd, non sembrava aver bisogno di ulteriori temporali, essendo già burrascoso di suo. Ma le ultime notizie, che sempre più insistentemente vogliono Fabio D’Amore e il suo movimento Risorgimento messinese vicini ad un patto di ferro con il Pd, hanno riacceso gli animi e rischiano di ampliare la già consistente spaccatura tra l’ala maggioritaria del partito e le correnti “dissenzienti”. A far sentire la propria voce è il deputato regionale Filippo Panarello (nella foto), ex Ds, già in prima linea nei mesi scorsi insieme ad Angela Bottari, Antonio Saitta e alle aree Letta e Bindi.

Secondo Panarello «le dichiarazioni imbarazzate ed imbarazzanti di Pippo Rao (segretario provinciale del Pd), nella sostanza, confermano le anticipazioni giornalistiche della prossima investitura come capo dell’opposizione nella città di Messina di Fabio D’Amore. Quindi un partito che, quando serve, viene definito una corazzata ancorché sconfitta nella battaglia decisiva delle amministrative, per rilanciarsi ha bisogno di affidarsi alla guida di una personalità rispettabilissima ma esterna al Pd. L’enormità della vicenda e lo sconcerto che ha determinato tra gli elettori, i militanti e tanti dirigenti del Pd serve a gettare luce sulle recenti vicissitudini interne al partito».

«Le forzature politiche e regolamentari messe in atto dal gruppo che si riconosce nelle posizioni dell’on. Genovese per eleggere i segretari provinciale e cittadino, – aggiunge Panarello – la ritorsione operata nei confronti di Marcello Greco, destituito immotivatamente da capogruppo al Comune, non erano, come si voleva far credere, funzionali al radicamento ed al rilancio del partito, che, purtroppo, con tutta evidenza, continua ad annaspare nella società e nelle istituzioni. Si voleva, invece, affidare a persone di fiducia gli incarichi più importanti perché avallassero senza battere ciglio le decisioni assunte in qualche segreta stanza. Voglio sperare che quanti, anche tra gli amici tradizionali dell’on. Genovese, avvertono disagio per una conduzione del partito “privatistica” prendano coscienza della necessità di voltare rapidamente pagina».

Panarello conclude chiarendo che «non voglio solo evidenziare che questo modo di procedere contraddice la natura ed i principi del Pd. Vorrei che si riflettesse sul fatto che queste pratiche politiche, purtroppo già sperimentate, hanno concorso in maniera non secondaria alla bruciante sconfitta del Pd e dei suoi alleati alle recenti elezioni comunali. Perseverare in questo andazzo, promuovere oscure alchimie politiche piuttosto che occuparsi dei problemi dei messinesi può provocare ulteriore disaggregazione nei militanti e negli elettori».

(foto Dino Sturiale)

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007