Il Pd accusa: «Ci aspetta un buco in bilancio di oltre 16 milioni»

Il Pd accusa: «Ci aspetta un buco in bilancio di oltre 16 milioni»

Il Pd accusa: «Ci aspetta un buco in bilancio di oltre 16 milioni»

domenica 06 Dicembre 2009 - 08:54

Affondo di Calabrò e Gennaro: «Nell’assestamento non si è tenuto conto della mancata dismissione degli immobili e degli oneri concessori. Dubbi sulla veridicità di alcune voci in entrata»

«Il sogno dell’amministrazione, sbandierato ai quattro venti, all’origine era il risanamento, oggi la certezza è che il detto auspicio dovrà quantomeno essere rimandato a tempi migliori». E’ solo un sogno, dunque, secondo Felice Calabrò e Gaetano Gennaro del Pd, il risanamento economico finanziario del Comune. E ciò soprattutto dopo l’approvazione della manovra di assestamento del bilancio, che non ha tenuto conto, rispetto al bilancio di previsione, né della mancata dismissione degli immobili (era prevista un’entrata di 16 milioni) né dei non avvenuti introiti dagli oneri concessori. “Falle” evidenziate da Calabrò anche durante i lavori del consiglio comunale, ma delle quali, evidentemente, l’Amministrazione (né i colleghi di Consiglio che hanno votato l’assestamento) non ha tenuto conto.

«Già qualche giorno prima – evidenziano Calabrò e Gennaro – avevamo avuto le avvisaglie di questo improvvido epilogo con l’effettuazione, in commissione, di una votazione-lampo che non avrebbe lasciato spazio ad analisi e valutazioni di merito sui contenuti. La presentazione della delibera sull’assestamento di bilancio, avvenuta solo qualche giorno prima della scadenza per legge del termine ultimo per la sua approvazione in consiglio comunale, è apparsa, in verità, frutto della necessità dell’occultamento di alcuni aspetti contabili e di programmazione finanziaria non del tutto cristallini. Aspetti che non hanno ricevuto il merito dell’attenzione della presunta maggioranza consiliare, impegnata più a dirimere becere lotte intestine interne ai singoli partiti e all’intera coalizione, che a garantire l’interesse alla continuità amministrativa della città. Sono dovuti scendere in campo deputati e senatori del centro destra messinese di ogni ordine e grado, risvegliatisi dal loro torpore politico, per imporre una votazione ad occhi bendati a un gruppo di rispettabili consiglieri comunali di maggioranza immolatisi sull’altare del senso di responsabilità».

«Senso di responsabilità – continuano i due – non altrettanto perseguito dall’Amministrazione attiva (sindaco in primis) allorquando nella predisposizione del bilancio preventivo ha posto quale tassello fondamentale per il suo pareggio contabile 16 milioni di euro provenienti da dismissioni immobiliari, in astratto realizzabili ma scarsamente perseguite. Nel corso dell’anno, infatti, continue e incessanti sono state le sollecitazioni, interne ed esterne, al primo cittadino per rafforzare il settore amministrativo preposto al disbrigo delle operazioni preliminari finalizzate alle dismissioni immobiliari per l’anno 2009, ma l’arroganza e la supponenza che contraddistingue il suo operato ha partorito esclusivamente (ripicca da lesa maestà?) un’inutile girandola di dirigenti che ne ha ulteriormente rallentato le procedure. Alla data di predisposizione della delibera d’assestamento, nessuna dismissione risulta realizzata e gli unici bandi emessi si riferiscono alla messa in vendita di tre scuole elementari cittadine che, in passato, non hanno raccolto alcun interesse da parte di potenziali acquirenti e il cui eventuale introito risulterebbe alquanto risibile a fronte dei 16 milioni necessari».

Secondo i due esponenti del Pd «appare ovvio quindi, anche ai meno esperti, che già alla data della proposizione della delibera di assestamento era giuridicamente e proceduralmente impossibile pervenire all’alienazione degli immobili entro la fine dell’esercizio finanziario 2009, con la conseguenza del mancato introito preventivato. Tale incauta gestione finanziaria e amministrativa, che preferisce, fra l’altro, concentrarsi su cervellotiche quanto illogiche procedure per l’assunzione di dirigenti dall’esterno (anziché mettere in condizione gli operatori interni di raggiungere gli obiettivi prefissati), chiuderà l’esercizio contabile con un buco finanziario ben superiore ai 16 milioni previsti dalle mancate dismissioni. A tal proposito, quindi, occorre evidenziare che l’atto deliberativo esitato risulta privo della variazione in diminuzione in entrata di tale somma, pur essendo evidente e giuridicamente impossibile pervenire anche al solo accertamento (non si parli d’incasso!) delle somme a tal uopo preventivate entro la fine dell’anno».

A tutto questo va aggiunto che «il provvedimento esaminato, inoltre, nulla dice in merito ai mancati introiti connessi agli oneri concessori, e ciò, nonostante che in più occasioni l’assessore preposto, Giuseppe Corvaja, avesse evidenziato la necessità di un incremento del personale in forza al dipartimento urbanistica al fine di garantire le previsioni di bilancio, e nel contempo, al fine di garantire il rispetto del patto di stablità 2009-2011. Le mancate entrate relative ai detti oneri (concessori, di urbanizzazione, diritti per rilascio concessioni, ecc…), nell’ordine di qualche milione di euro, avrebbero dovuto, ovviamente e realisticamente, essere previste in diminuzione nella manovra di assestamento. Invero, nulla è dato sapere!».

Dulcis in fundo, «nell’esprimere forti perplessità sulla veridicità di alcune previsioni di entrata e sull’assenza della diminuzione di altre, che minano la congruità, la coerenza e l’attendibilità contabile del bilancio comunale così come modificato da tale assestamento, riteniamo sin d’ora utile, questo sì con vero senso di responsabilità – concludono Calabrò e Gennaro – sollecitare tutti gli organi preposti a mantenere alto il livello di attenzione su temi così delicati per la vita dell’Ente».

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