Pd, il patto D’Amore si è già rotto? Rao: «Situazione complicata»

Pd, il patto D’Amore si è già rotto? Rao: «Situazione complicata»

Pd, il patto D’Amore si è già rotto? Rao: «Situazione complicata»

lunedì 23 Febbraio 2009 - 14:14

Il segretario provinciale del Partito Democratico si affida all’ironia: «Sicuramente non l’abbiamo nominato noi commissario della Fiera, adesso dobbiamo capire tutta la situazione»

Ogni divorzio inizia sempre da un matrimonio, dice uno dei personaggi di un film molto in voga in questo periodo. Dunque per parlare già di divorzio, bisognerebbe capire se ci sia stato o meno un matrimonio tra Fabio D’Amore, leader di Risorgimento Messinese, e il Partito Democratico. Certo che un flirt, se non proprio un fidanzamento ufficiale, non si può negare ci sia stato, con ammiccamenti neanche troppo nascosti da entrambe le parti e un’investitura per l’ex presidente del consiglio comunale, anche in questo caso senza i crismi dell’ufficialità, addirittura quale possibile nuovo capo dell’opposizione. Poi ieri la bomba: D’Amore viene nominato commissario dell’Ente Fiera di Messina direttamente dal presidente della Regione, Raffaele Lombardo, membro effettivo, e nemmeno di poco conto, del centrodestra.

Dunque solo “gossip” quello delle scorse settimane? No, troppo riduttivo definire “voci” quello che sembrava a tutti gli effetti un patto politico, pure piuttosto significativo, con tanto di “benedizione” del grande capo Francantonio Genovese e del segretario provinciale Pippo Rao. E dunque? Proprio con Rao abbiamo provato a capirne di più, ma lo stesso leader messinese del Pd sembra stupito da questa mossa. Così si affida all’ironia e si lancia in una battuta: «Abbiamo chiesto a Lombardo un esponente dell’opposizione all’Ente Fiera e lui ci ha accontentati!».

Scherzi a parte, Rao diventa serio quando spiega che «ho appreso la notizia dai giornali e sto cercando di capire qualcosa di più. Non ho idea di quale sia la reale situazione, che a questo punto non è certo semplicissima, anzi, direi che è piuttosto complicata. Sicuramente, tornando alla mia battuta, non lo abbiamo designato noi, dunque vorremo capire i perché di questa nomina e cosa c’è dietro».

Rao stigmatizza le parole di D’Amore a proposito del futuro del Pd, destinato secondo il neo commissario della Fiera a un percorso non troppo lungo, che potrebbe concludersi anche dopo le Europee: «Sono valutazioni semplicistiche di nessun fondamento, come si fa a dire che un partito che, per quanto in crisi, rappresenta il 24-25 per cento degli italiani possa morire?».

Sulla nomina in sé, il segretario provinciale del Pd afferma che «tecnicamente parlando, forse come commissario liquidatore ci sarebbe voluto qualcuno con esperienza da contabile. Ma Fabio D’Amore non si discute, né come persona né come politico, dunque va bene così, a lui vanno i miei auguri per il lavoro che dovrà portare avanti».

(nelle foto Rao e D’Amore)

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