Ponte, il Cipe ratifica l’aumento di capitale. Matteoli: «Il 23 dicembre Berlusconi non ci sarà»

Ponte, il Cipe ratifica l’aumento di capitale. Matteoli: «Il 23 dicembre Berlusconi non ci sarà»

Ponte, il Cipe ratifica l’aumento di capitale. Matteoli: «Il 23 dicembre Berlusconi non ci sarà»

giovedì 17 Dicembre 2009 - 15:59

Confermato quanto stabilito ieri dal “Pre-Cipe”: 330 milioni di euro ad Anas e Rfi. Per l’avvio del cantiere di Cannitello (la presunta prima pietra), il ministro dice: «I lavori partiranno, ma l’inaugurazione è rinviata». La Cgil aderisce alla manifestazione “No Ponte” di sabato

Il Cipe ha ratificato la decisione già assunta nella riunione preliminare di ieri: il capitale della Stretto di Messina Spa ha ottenuto un nuovo aumento di 330 milioni di euro, frutto delle somme assegnate per le rispettive quote ad Anas (213 milioni) e Rfi (117 milioni). Ad annunciarlo il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, il quale ha dato un altro annuncio relativo alla presunta prima pietra del Ponte, l’avvio del cantiere della variante ferroviaria di Cannitello, alla quale non potrà essere presente Silvio Berlusconi, a causa dei noti problemi di salute. «Berlusconi ci teneva tanto a partecipare – ha spiegato Matteoli -, non mi sembrava corretto andare da solo, quindi abbiamo deciso di rinviare l’inaugurazione». I lavori partiranno comunque, mentre nei primi mesi del 2010, ha annunciato il presidente di Impregilo Massimo Ponzellini, inizieranno gli espropri.

Il tutto, va ricordato, in assenza di un progetto definitivo e, viceversa, in presenza di un ricorso presentato dalla Regione Calabria proprio contro la realizzazione della variante di Cannitello. Ricordiamo, infatti, che dopo la decisione della giunta Loiero di uscire dalla Stretto di Messina, l’Avvocatura della Regione ha presentato ricorso al Tar del Lazio ed alla Corte Costituzionale contro il Governo, ciascuno per le proprie competenze, proprio sulla realizzazione della variante Cannitello. La Regione Calabria, infatti, nel 2006 aveva espresso parere favorevole all’opera a patto che la stessa «non fosse condizione essenziale alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, ma servisse soltanto a migliorare ed implementare il sistema della rete ferroviaria». Il quadro è cambiato: soggetto aggiudicatore dell’opera non è più Rfi, come stabilito nel 2006, ma la Stretto di Messina, sul presupposto che «l’intervento è connesso e complementare il progetto del Ponte sullo Stretto». Insomma, vengono a cadere le condizioni poste dalla Regione tre anni fa.

Intanto il fronte del “no” si prepara alla grande mobilitazione di sabato 19. Gli organizzatori si augurano un grande afflusso di manifestanti al corteo di Villa S. Giovanni: si parla di circa 30 mila persone, col sostegno di persone che potrebbero venire anche da fuori i confini di Calabria e Sicilia. Adesione compatta annunciata questa mattina dalla Cgil di Messina e Reggio Calabria: «Distrarre le poche risorse esistenti dalle opere veramente indispensabili – affermano i segretari Lillo Oceano e Francesco Alì – oggi più che mai appare un’offesa ai nostri territori». In particolare i rappresentanti sindacali evidenziano le misure davvero indispensabili alla mobilità e allo sviluppo dei due territori. «Mentre le Ferrovie stanno pubblicizzando a gran voce la recente conquista della Freccia rossa che collega in meno di tre ore Roma con Milano, qui da noi tre ore non bastano nemmeno per andare da Messina a Palermo – spiega Oceano. Mentre si intensificano gli annunci circa la soppressione dei treni a lunga percorrenza e mentre il nuovo orario invernale ha soppresso corse e treni indispensabili ai pendolari si continua ad inseguire l’avvio dei lavori di un’opera evidentemente non prioritaria».

Le Cgil di Messina e di Reggio hanno da tempo avviato una stretta collaborazione nata dalla condivisione di un obiettivo, la realizzazione dell’area metropolitana dello Stretto, e delle tante problematiche che accomunano i due territori. «La Calabria e in particolare la zona di Reggio condivide sia dal punto di vista geomorfologico che da quello socio-economico problemi e difficoltà con l’area di Messina – osserva Alì -. E non sarà certo il Ponte sullo Stretto a risolverli. Occorre piuttosto garantire la conclusione al più presto dei lavori dell’A3, rendere sicura la SS 106, potenziare i servizi di collegamento pubblici dal centro verso le periferie e viceversa. E occorre infine far partire la Metropolitana dello Stretto per dare risposte ai pendolari che quotidianamente vivono le difficoltà di un servizio approssimativo. Mentre i accavallano i dati negativi sull’occupazione e sulle imprese – conclude Alì – e mentre le colline si sgretolano per i mancati interventi di decenni, il Governo si presenta come un occupatore con i suoi personalissimi fini ed obiettivi che nulla o quasi hanno a che vedere con i nostri bisogni».

(nelle foto: Matteoli e Oceano)

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