Pronto lo stop ad altre due concessioni edilizie. La Cisl: «A Messina un Prg dettato dal mercato privato»

Pronto lo stop ad altre due concessioni edilizie. La Cisl: «A Messina un Prg dettato dal mercato privato»

Pronto lo stop ad altre due concessioni edilizie. La Cisl: «A Messina un Prg dettato dal mercato privato»

mercoledì 26 Maggio 2010 - 22:25

Oggi partiranno i provvedimenti per un cantiere della zona nord ed uno del centro. Intanto il segretario della Sicet Loris Foti parla di «Piano regolatore di una Messina che non c’è». E lo dimostra coi numeri

Palazzo Zanca non torna indietro, anzi rilancia. E sulla scia dei provvedimenti già adottati nei giorni scorsi, oggi verrà imposto lo stop per 60 giorni ad altri due cantieri a cui sono state rilasciate concessioni edilizie con la discutibile formula del “silenzio – assenso”: uno si trova in un villaggio della zona nord, l’altro sulla fascia collinare del centro. Altre disposizioni di questo tipo, lascia intendere l’assessore all’Urbanistica Giuseppe Corvaja, partiranno nei prossimi giorni. La strada, del resto, è stata tracciata dall’atto di indirizzo politico predisposto dallo stesso assessore di comune accordo con il sindaco Giuseppe Buzzanca, che fissa nuove “rigidità” nelle verifiche sui cantieri già avviati e su quelli prossimi a mettere in moto le gru. Provvedimento che ha fatto discutere e che continuerà a far discutere, ma che ha un merito, tra gli altri: aver riacceso il dibattito sull’evidente sacco edilizio cui è stata sottoposta la città di Messina.

Dibattito in cui si è inserisce “a piedi uniti” la Cisl ed il segretario del Sicet (Sindacato Inquilini Casa e Territorio), Loris Foti (nella foto). Che si lancia in una dichiarazione forte: «Il Piano regolatore generale è dettato dal mercato privato. E’ un Piano regolatore di una Messina che non c’è. Una città assolutamente sovradimensionata, carente di primarie opere di urbanizzazione, incurante del rischio sismico e idrogeologico. Ma soprattutto è una Messina che non tiene conto della sua non crescita». Un’analisi che non si affida solo alle parole, che rischierebbero di rimanere vacue senza il conforto dei numeri. I dati ci sono e dimostrano l’evidenza sottolineata da Foti. Secondo quelli dell’Agenzia del Territorio vi è una contrazione del mercato che sta riportando i livelli di abitazioni compravendute a quelli osservati a fine anni ’90. I dati disponibili riferiti al primo semestre 2009 indicano che il numero di compravendite di unità immobiliari ad uso abitativo, ha registrato una diminuzione del 15,6% rispetto al primo semestre del 2008. La domanda resta debole, solo il 3,8% (1 su 26) delle famiglie ha intenzione o possibilità di acquistare una casa nel biennio 2009-2010. Nel 2007 era il 6%.

«Ma vi è un altro dato – spiega ancora Loris Foti – sintomatico della situazione di crisi locale nel campo delle politiche abitative che non risultano compatibili con un eccessivo accanimento immobiliare secondo i dati del Ministero dell’Interno, i provvedimenti esecutivi di sfratto emessi a Messina e nella provincia nel periodo gennaio – dicembre 2009 sono aumentati del 69,92% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente». E’ la percentuale più alta delle provincie siciliane (a Palermo c’è una diminuzione degli sfratti emessi del -5,12%). «A Messina – aggiunge Foti – c’è sempre più gente che perde la casa per l’impossibilità di pagarne l’affitto e sempre meno nelle condizioni di poter contrarre un mutuo per l’acquisto di una nuova a causa delle crescenti difficoltà incontrate nell’accesso al credito».

Dallo studio effettuato dal Sicet le motivazioni sul principale utilizzo dell’immobile da acquistare hanno subito delle sostanziali modifiche nelle abitudini dei potenziali acquirenti. Nel 2005, nel 75% dei casi si acquistava per necessità dell’abitazione principale mentre nel 2009 tale percentuale è scesa al 66%. Gli acquisti per seconda casa sono, invece, aumentati dal 9% del 2005 al 14 % del 2009. Gli acquisti per investimento dal 9,1% al 9,4% e quelli per parenti prossimi dal 7% al 10,6%. «Si evince in maniera chiara – continua Foti – che il mercato è sempre più rivolto ad esigenze non primarie. E il contesto urbano di Messina non è nelle condizioni di sobbarcarsi ulteriori carichi viari e urbanistici non rispondenti, fra l’altro, a esigenze primarie dei residenti, alle esigenze del mercato e al rispetto di regole sostenibili. Bisogna puntare sulle incentivazioni delle azioni a sostegno delle politiche di recupero del patrimonio immobiliare esistente rafforzando, a livello locale, i recenti provvedimenti emanati dal Governo regionale in tema di recupero di abitazioni nei centri storici urbani».

Secondo il Sicet Cisl è necessario potenziare immediatamente gli uffici urbanistici, mettendo in condizione gli addetti per giungere in tempi brevi al recupero degli oneri concessori dovuti in coerenza ai piani attuati. Ciò consentirebbe, oltre al sostegno delle asfittiche casse comunali, la possibilità di destinare una quota minima (20-30%) per la costituzione di un fondo, aggiuntivo ai finanziamenti regionali, con la finalità di abbattere gli interessi per mutui stipulati per l’acquisto e l’eventuale ristrutturazione di abitazioni esistenti ricadenti nel territorio urbano. «Al contempo – propone il segretario del Sicet, ex consigliere comunale – potrebbe essere aperta una ulteriore posta in bilancio relativamente a contributi comunali da somministrare a quei nuclei familiari impossibilitati all’acquisto e che potrebbero accedere al mercato delle locazioni in ambito urbano usufruendo degli accordi sui canoni concordati stipulati per la città di Messina che prevedono interessanti incentivi, anche fiscali, per i proprietari di immobili».

Secondo il Sicet occorre sfruttare la sospensione delle concessioni quale pausa di consapevolezza per far attuare, a livello regionale, quelle modifiche normative che consentano di andare oltre il silenzio–assenso, nella convinzione che l’obiettivo primario è giungere nel più breve tempo possibile a una revisione dell’attuale Piano Regolatore e delle relative norme di attuazione. «Oggi – conclude Loris Foti – siamo agli inizi di importanti inversioni di tendenza in materia di politiche del territorio ma gli ingredienti necessari sembrano già esserci, così come anche uomini coraggiosi come l’ingegnere capo del Genio Civile. Il tutto deve essere alimentato da un risveglio di coscienze sollecitato, nel caso specifico, da una classe giornalistica attenta e responsabile. Nessun operatore del settore, a qualsiasi titolo, può pertanto sottrarsi ad una analisi di merito. Per questi motivi la sospensione temporanea delle concessioni si deve caratterizzare non come provvedimento di stile “emotivo” ma come una riflessione che sarebbe dovuta partire da almeno un decennio e che oggi, seppur tardiva, appare obbligatoria».

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