Punto per punto il discorso di Veltroni al PalaSanfilippo

Punto per punto il discorso di Veltroni al PalaSanfilippo

Redazione

Punto per punto il discorso di Veltroni al PalaSanfilippo

venerdì 28 Marzo 2008 - 00:02

Dai giovani alla sicurezza, dalle riforme alla corsa solitaria, dallo sviluppo alla legalità. Ecco su cosa punta il Pd

Inizia con la canzone di Jovanotti -Mi fido di te- il pomeriggio del leader del Pd Walter Veltroni a Messina. Ad attenderlo tanti giornalisti ed una cornice di pubblico numerosa. Ma vediamo punto per punto, quali argomenti ha trattato l’ex sindaco di Roma al Palazzetto dello Sport di San Filippo.

LA TOURNEE SICILIANA: -Sono stati tre giorni molto belli e intensi. Tre giorni di contatto con la gente di questa terra. In questa parte della Sicilia poi, che per fortuna è stata ben amministrata da Francantonio Genovese, che sono certo che rieleggerete, vengo ben volentieri. Qui ci sono potenzialità enormi, c’è voglia di fare-.

GIOVANI: -Per il Partito Democratico è uno spettacolo vedere in tutte le 77° piazze dove siamo stati, tantissimi giovani. Osservare il loro entusiasmo, la partecipazione, la mobilitazione, che non si vedeva da moltissimo tempo. E’ stato così in tutte le zone del Paese e io sono convinto che il nostro messaggio, che vuole essere serio, sereno, d’innovazione, di cambiamento radicale, i ragazzi lo apprezzano e capiscono quanto ci sia di antico nel linguaggio che viene usato dalla destra. Nello stereotipo dei giovani che viene raccontato, non ci sta l’impegno politico. Ma se questa è la risposta, vuol dire che non sono tutti bulli, disinteressati e che passano tutta la giornata davanti alla tv. I ragazzi hanno, come ha la società italiana e anche quella siciliana, una grande voglia di cambiare le cose.

I ragazzi italiani non hanno meno talento dei loro coetanei americani o di altri Stati. Però hanno meno possibilità. Dei ragazzi americani ad esempio, se si mettono insieme uniti dal talento per il computer, studiano e poi vanno in banca, se il progetto è buono l’istituto finanzia la loro operazione. In Italia se un giovane pensa di fare la stessa cosa, in banca gli chiedono se il padre ha una casa da ipotecare, perchè per loro conta molto più della valenza di un’idea. Così l’Italia non andrà mai avanti-.

IMPRESA: -Io sono un appassionato della storia aziendale, perchè li dentro c’è in filigrana la trasformazione della società italiana. Spesso parliamo di persone che magari facevano un lavoro umile e hanno detto, però forse questa cosa che io in fabbrica faccio mettendoci tanto tempo, la posso fare risparmiando minuti e soldi. Così sono nate anche le più grandi imprese italiane, come la Ducati. La parola rischio non è brutta, anche se è diventata sinonimo di pericolo. In realtà è quello che tiene in piede una società, perchè altrimenti vivremmo nell’immobilismo-.

LEGALITA’ E’ SVILUPPO: -Il rispetto delle regole, la possibilità per ciascuno di farcela, la legalità. Bisogna garantire tutto questo attraverso il rispetto delle legge e proprio in questa terra si sono succeduti una serie di episodi che non vanno per niente bene. Non va bene che un magistrato aspetti sette anni e otto mesi per scrivere una sentenza che consente a decine di persone di uscire dalla galera, non va bene che ad Agrigento una persona accusata per tre volte del reato di pedofilia sia in giro e possa colpire per la quarta volta, non va bene che nella città in cui ha lavorato Carlo Alberto Dalla Chiesa, il figlio di Totò Riina possa uscire quasi deridendo le istituzioni dello Stato. Se governeremo, quando governeremo, noi daremo alla mafia che è stata già duramente colpita, la mazzata finale. Non mi importa se questo potrà avere delle conseguenze elettorali, ma io dico oggi, la mafia scelga per chi votare, ma sappia che noi siamo i nemici.

SICUREZZA: -Un valore e un diritto di tutti i cittadini che deve essere garantito. Ciascuna persona deve avere la propria incolumità personale tutelata. Questo passa per l’impegno delle forze dell’ordine, ma anche dalla certezza della pena e in primo luogo per i mafiosi, che se incappano nel 41 bis non devono essere benificiari di sconti. Ma bisogna parlare anche della sicurezza sociale: il lavoro, la precarietà. Ormai riguarda generazioni di italiani, più si va avanti e più è difficile, soprattutto per chi vive con contratti per sei mesi e senza avere certezze per il futuro. Il primo provvedimento che adotteremo nella prima seduta del consiglio dei ministri, sarà l’istituzione del compenso minimo legale per le persone che svolgono professioni precarie o atipiche; nessuno dovrà guadagnare meno di 1000 o 1100 euro al mese-.

L’ITALIA: -Quando in pullman mi portano le agenzie io non credo ai miei occhi. L’altro giorno ho letto: ‘Attenzione pericolo brogli’. Mi sono chiesto, è una notizia del ’94 o di oggi. I brogli? Noi siamo un Paese che è stato per un anno e mezzo a ricontrollare le schede per poi decidere che il risultato era quello decretato dalle urne. L’Italia politica è così, mentre quella reale, quella della gente, guarda chi governa come degli extraterrestri. E noi invece dobbiamo riavvicinare, perchè non è vero che è inutile occuparsi di politica, perchè altrimenti finisce che la politica si occupa di te e non sempre nel modo migliore. In questo momento la politica rappresenta un fattore di forte freno alla crescita dell’Italia. Fare e cambiare sono le due parole che mancano al nostro Paese. L’Italia ha bisogno di avere voglia di futuro. Intendendo scrollarsi di dosso il passato che ci insegue e che è una specie di utopia al contrario. Oggi il Paese necessità di riforme e cambiamento, riduzione della frammentazione, una politica più sobria, il dimezzamento del numero dei parlamentari, la riduzione delle camere legislative da due a una, una nuova legge elettorale-.

LA SICILIA: -Questa è una terra fantastica, per la sua bellezza, per la sua storia, per la sua archeologia, per tutto quello che il segno delle civiltà umane ha lasciato su questa regione, oltre che per quello che la natura ha prodotto. Però la ricchezza è compressa da una politica furbacchiona, che sa benissimo che, meno le energie siciliane riescono ad esplodere e più le persone saranno dipendenti dalla politica che ha governato in questi anni. Ma la mia domanda è, la Sicilia è questa, o è la terra di Portella della Ginestra, di Pio La Torre, di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, di Rocco Chinnici, ma anche di tanti poliziotti, carabinieri, magistrati e giornalisti che hanno fatto il loro dovere? Secondo me oggi la Sicilia è la terra di chi vuole cambiare, di chi come la Confindustria regionale ha deciso di espellere gli imprenditori che pagano il pizzo.

La Sicilia nuova preme alle porte di quella vecchia e lo so che non è facile, che ci sono tanti condizionamenti, che ancora dopo tanti anni c’è ancora chi crede nella promessa che dopo le elezioni succederà qualcosa. Ma bisogna dire no, ora basta. Come l’imprenditore dice no a chi gli vuole garantire la ‘sicurezza’ in cambio di un pagamento in denaro, il cittadino deve dire no a chi gli dovesse promettere qualsiasi cosa per il voto-.

IL PD CORRE DA SOLO – GLI AVVERSARI: -In Italia si fa tanta fatica a fare le cose, un’infrastruttura, un’impresa. Abbiamo concluso un’esperienza politica, perchè vogliamo cambiare questo Paese, non vogliamo solo governarlo. Questa è la nostra sfida e diciamo agli italiani se voterete per noi ci sarà un gruppo parlamentare, con un programma, che potrà realizzare i suoi impegni. A destra viene mandato in onda il solito film. Ho visto sui giornali che Bossi farà il ministro delle riforme istituzionali e ho visto che il ministro dell’economia sarà Tremonti. Ma vi prego di non fischiare, perchè noi siamo quella politica della civiltà e della speranza, che non replica anche se viene attaccata. Il governo che si propone è la riedizione di quello del 1994 e sono passati 14 anni. Chi si candida alla presidenza del consiglio, lo fa per la quinta volta-.

LE ELEZIONI REGIONALI: -Nella storia italiana gli scenari locali sono spesso stati diversi da quelli nazionali. Ma mentre noi lo diciamo esplicitamente, è sublime il modo in cui è stata giustificata l’alleanza costruita nel centrodestra in Sicilia. Citando testualmente: ‘Io alleato con l’Udc di Cuffaro? Neanche per sogno. Io sono alleato con Lombardo. E’ lui che è alleato con Cuffaro-.

La manifestazione si è conclusa sulle note dell’inno di Mameli, cantato con la mano sul petto dallo stesso Veltroni, accanto alla bandiera dell’Italia e insieme a Francantonio Genovese e ad Anna Finocchiaro.

(Foto di Dino Sturiale)

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007