Quando paga Pantalone...Il giallo dei revisori dei conti all'Amam

Quando paga Pantalone…Il giallo dei revisori dei conti all’Amam

Redazione

Quando paga Pantalone…Il giallo dei revisori dei conti all’Amam

venerdì 16 Gennaio 2009 - 07:08

Il mandato dell'attuale collegio sindacale sarebbe scaduto con l'approvazione del bilancio 2007, avvenuta lo scorso 30 giugno. Ma i sindaci sono ancora al loro posto, pagati profumatamente

Il mandato dei revisori dei conti dell’Amam sarebbe scaduto il 30 giugno scorso, ma tutti e tre sono ancora al loro posto, percependo un lauto compenso. Siamo di fronte all’ennesimo caso di esborso “ballerino- di denaro pubblico? Sembrerebbe proprio di sì, perché i tre componenti del collegio sindacale dell’azienda con sede a Ritiro, il presidente Paolo Bitto, Gaetano Abbratozzato e Massimo Salomone, hanno ricevuto il loro mandato nel 2005 per il «triennio in corso 2005/2007». Lo statuto dell’Amam, infatti, all’art. 22 stabilisce che «i sindaci restano in carica per tre esercizi», dunque all’approvazione del terzo esercizio finanziario decadono.

Il terzo esercizio, il 2007 per intenderci, è stato approvato il 30 giugno scorso, quindi da allora i tre sindaci dell’Amam operano in regime di “prorogatio-, discutibile alla luce del fatto che l’assemblea dei soci del 30 dicembre scorso ha provveduto alla nomina del nuovo consiglio d’amministrazione (ricordiamolo: presidente Tanino Sutera, consiglieri Michele Caudo e Alessandro Arcigli) ma non a quella del nuovo collegio sindacale.

La domanda è: cosa aspetta il sindaco a rinnovare anche questo organo dell’Amam? E soprattutto, i revisori continueranno a percepire le paghe estremamente generose che hanno ricevuto in questi anni? Sempre secondo l’art. 22 dello statuto, infatti, in vigore nella sua forma originaria fino al febbraio scorso, «l’assemblea fissa il compenso da corrispondere entro i limiti previsti dalle tariffe professionali vigenti». L’assemblea dei soci del 6 aprile 2006, però, ha stabilito che ai sindaci «spetta il compenso secondo le tariffe professionali vigenti applicando le maggiorazioni particolari massime previste dalle stesse». Una bella differenza, considerando che i tre revisori sono arrivati a percepire cifre da capogiro (oltre 370mila euro secondo un’interrogazione del 2007 dell’ex consigliere comunale Ciccio Curcio, quasi 200mila euro secondo la versione dell’Amam), rispettando quelli che sono gli onorari previsti per le prestazioni professionali dei dottori commercialisti.

A cambiare le carte in tavola ci ha pensato il commissario Gaspare Sinatra, che nel febbraio scorso ha cassato l’ultimo comma dell’art. 22, sostituendolo così: «L’indennità annua lorda dei sindaci è determinata dall’Assemblea all’atto della nomina, ai sensi dell’art. 2402 c.c.». L’auspicio è che si ponga un freno ad un’emorragia di risorse pubbliche inaccettabile, considerando che i revisori delle altre società percepiscono molto meno della metà di quelli dell’Amam e che addirittura il presidente dell’Amam stessa riceve un compenso minore di quello del presidente del collegio sindacale. Sguazzassimo nell’oro…

(foto Dino Sturiale)

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