La riconquista dell’affaccio a mare e i progetti per il futuro: idee a confronto

La riconquista dell’affaccio a mare e i progetti per il futuro: idee a confronto

La riconquista dell’affaccio a mare e i progetti per il futuro: idee a confronto

sabato 26 Febbraio 2011 - 00:28

Un ingegnere messinese dice la sua sul Piau e sulle sue linee guida. L’assessore Scoglio “risponde” e spiega a che punto è l’iter

«Si può fare tutto, ma quei grattacieli…». Il confronto è tutto, in democrazia. Il confronto sul merito delle cose, non sul nulla o peggio ancora sugli interessi spiccioli di qualcuno, come purtroppo spesso si esplicita in politica. Ed è un sano confronto quello che con oggi noi di Tempostretto.it vogliamo ispirare su quella che è una delle tematiche più importanti da affrontare di questi tempi e diremmo in questi anni nella nostra città: la riconquista dell’affaccio a mare, la riqualificazione di un’area da troppo tempo “proibita” ai messinesi. Una riconquista che deve andare oltre la pur meritoria azione di “ripulitura” avviata da questa amministrazione comunale e portata avanti, non senza difficoltà, dall’assessore Pippo Isgrò. Insomma, oltre le demolizioni, cosa c’è? Ci sono parchi, c’è un lungomare, strade nuove, palazzine, alberghi? Ci sono, come teme chi ha pronunciato la frase con cui abbiamo iniziato (un ingegnere messinese), «grattacieli»? Oltre le demolizioni, oggi, c’è il Piau. Una sigla che sta a significare “Programma innovativo in ambito urbano” e che ha un nome, “Porti & Stazioni”. Una vera e propria pianificazione, finanziata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, portata avanti al Comune di Messina dall’assessore allo Sviluppo economico Gianfranco Scoglio e dell’ufficio Programmi complessi. I fronti di intervento sono essenzialmente sei: eliminare la barriera fisica della ferrovia; creare un nuovo sistema di viabilità; incentivare e rafforzare le funzioni attrattive, turistico-ricettive, direzionali e commerciali; recuperare la costa con la creazione di spiagge e servizi ad esse connessi; realizzare una piattaforma logistica che faccia da traino agli investimenti del settore; potenziare il ruolo del porto di Tremestieri e ravvivare quello della zona falcata.

Nello specifico il Comune ha messo a bando la progettazione di un piano particolareggiato dell’area che va dalla stazione marittima alla via S. Cecilia, dunque della zona di Maregrosso. Per la progettazione il Comune ha dato delle linee guida, basate sullo studio effettuato dal noto architetto Oriol Bohigas, il quale ha immaginato un’isola artificiale proprio di fronte a Maregrosso, che ospiti alberghi e strutture ricettive, oltre ad un porticciolo; una “doppia” via marina, una proprio sul mare e una interna; un grande parco urbano, che si colleghi alla zona falcata, con all’interno un polo tecnologico. Proprio su queste idee ha voluto dire la sua un professionista messinese, l’ing. Sergio Bruno, che non ha nascosto alcune perplessità. L’idea di Bohigas, linea guida del Piau, prevede sull’isola artificiale di Maregrosso ben cinque grattacieli: «Perché snaturare così lo sky-line della città?», si chiede l’ing. Bruno, che in generale sostiene: «La vera vocazione turistica della città era altrove, tant’è che il Piano regolatore generale prevedeva molte zone C4 e C5, cioè destinate a strutture ricettive, sulla Panoramica, dove però si sono costruite solo case. Dopo che si è distrutto per sempre lo sviluppo, adesso ci spostiamo a mare?». Perplesso è l’ing. Bruno anche per quel che riguarda l’edilizia residenziale che, dando un’occhiata alla cartografia delle linee guida del Piau, dovrebbe svilupparsi lungo la via Marina. «La città subisce un costante decremento demografico – afferma – che senso ha costruire ancora case? La mia idea sarebbe: eliminiamo i grattacieli sull’isola artificiale e gli alberghi, se proprio dobbiamo realizzarli, facciamoli al posto delle case. Ma temo che le linee guida date dal Comune siano qualcosa di molto simile ad un progetto preliminare».

Un “timore” che però viene scongiurato dallo stesso assessore Scoglio, che spiega: «Le linee guida sono un’idea, quella dell’arch. Bohigas nello specifico. Nulla di più. Non sono per nulla vincolanti. Anzi, per dirla tutta, alcune di quelle proposte sono già di per sé irrealizzabili, con l’entrata in vigore del Piano paesaggistico. Ciò che non possono essere snaturate sono le strategie, ossia l’intenzione di creare una via Marina, un porticciolo, delle strutture ricettive, un parco urbano. Ma “come” realizzarlo ce lo dovranno dire i progettisti». Il bando scadrà lunedì 28 febbraio: «Arrivate le offerte – spiega Scoglio – saranno valutate da una commissione altamente qualificata: ho chiesto terne di nomi alle più importanti università italiane in materia di architettura e partenariato pubblico-privato, oltre che agli ordini professionali». In una prima fase, spiega Scoglio, «i progettisti ci consegneranno dei master plan, in base al quale verranno scelti i primi cinque che a loro volta svolgeranno una gara tra loro. Nella seconda fase verranno valutati i progetti preliminari». Aspetto importante: «I progettisti dovranno indicare non solo come realizzare le cose dal punto di vista tecnico, ma anche da quello economico, cioè dicendoci come attivare forme di partenariato pubblico-privato. Perché pensare che il pubblico possa farcela da solo oggi è pura follia». I tempi: ci vorrà un anno per la progettazione definitiva, nel frattempo si andrà avanti con le demolizioni. Anche se Scoglio la sua idea sull’affaccio a mare ce l’ha: «Il vero waterfront della città, dal punto di vista turistico, va dalla cittadella fino a Tono. E infatti non ci siamo mica fermati con il progetto della Mortelle-Tono. Stiamo lavorando ad un protocollo d’intesa con la Regione ed alla stesura del piano particolareggiato. A Maregrosso e fino alla cittadella si può sviluppare un altro tipo di turismo, direi “qualificato”, da qui l’idea del polo tecnologico-scientifico».

I più scettici parlano di libro dei sogni, ma una domanda bisogna porsela: perché altre città, in Europa, riescono a cambiar volto nel breve volgere di pochi anni e Messina, invece, continua perennemente ad “interrogarsi” senza però agire? Una domanda che giriamo ai lettori, che invitiamo ad alimentare il confronto, con proprie idee, posizioni, critiche, inviandoci delle e-mail all’indirizzo info@tempostretto.it. Perché assistere passivamente a ciò che accade se si ha la possibilità di esprimere la propria opinione?

(nelle foto: sezioni dei “grattacieli” immaginati da Bohigas nell’isola artificiale, da sud e dal mare [in fotogallery l’immagine più grande]; Gianfranco Scoglio e l’ing. Sergio Bruno)

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