Romano e i beni mafiosi all’asta: «L’ennesimo atto di violenza che si consuma contro il Sud»

Romano e i beni mafiosi all’asta: «L’ennesimo atto di violenza che si consuma contro il Sud»

Romano e i beni mafiosi all’asta: «L’ennesimo atto di violenza che si consuma contro il Sud»

mercoledì 18 Novembre 2009 - 09:07

Il deputato regionale dell’Mpa e componente della commissione all’Ars: «Siamo fortemente contrari alla decisione di mettere all’asta i patrimoni confiscati alla mafia»

Quasi 4 mila le confische eseguite, oltre 400 aziende sottratte alla mafia, oltre 2 mila gli immobili sequestrati in Sicilia. Sono i dati importanti sulle confische ai mafiosi, fino a ieri patrimonio dello Stato, da domani a disposizione di chiunque (dunque, chi lo sa, anche dei mafiosi stessi) dopo la decisione del Senato, le cui posizioni in questi giorni fanno discutere eccome, di approvare un emendamento alla Finanziaria 2009 che consente la vendita all’asta dei beni stessi.

Sulla questione è duro Fortunato Romano, assessore alla Protezione civile di Messina area Mpa e deputato regionale, componente della commissione Antimafia all’Ars: «Esprimiamo tutta la nostra contrarietà. Faremo di tutto perché alla Camera si possa fermare l’iter che modifica la norma. I beni confiscati alla mafia debbono essere utilizzati per creare economia legale ed impiegati in Sicilia dalle istituzioni locali, dalle associazioni, dal territorio e nel territorio le cui mafie hanno costruito povertà e dipendenza E’ l’ennesimo atto di violenza che si consuma contro il Sud, in una terra in cui anziché una politica sempre più centralista e sempre meno rivolta alla tutela dei territori emarginati occorrerebbero provvedimenti di segno opposto che incoraggino la lotta al crimine con l’aggressione ai patrimoni mafiosi».

«Naturalmente questo ddl potrebbe consentire con grande facilità la riacquisizione del bene confiscato da parenti ed amici degli stessi mafiosi. Tutto questo va evitato utilizzando meccanismi virtuosi e promuovendo i consorzi per la gestione di questi beni tra le associazioni e gli enti locali».

(foto Sturiale)

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