Faccia a faccia in diretta a “Sciarada- di Rtp. Buzzanca prima dice no, poi raggiunge Ansaldo Patti, Clementi, D'Amore, Genovese e Visicaro per l'ultimo quarto d'ora di trasmissione
E confronto fu. Proprio nell’ultimo giorno utile di campagna elettorale, dopo -ritirate strategiche- e convitati di pietra, tutti e sei i candidati a sindaco di Messina hanno partecipato alla diretta televisiva di “Sciarada-, trasmissione di Rtp condotta da Orazio Costa. Con un piccolo fuoriprogramma. Solo alle 21.37, infatti, quando mancavano poco più di venti minuti alla fine della trasmissione, Giuseppe Buzzanca ha fatto sapere di voler partecipare alla trasmissione, alla quale aveva inizialmente rinunciato per via di “impegni elettorali-.
La prima parte, dunque, si è svolta senza il candidato di Pdl, Udc, Mpa, Pri e La Destra-Fiamma Tricolore e dunque con, in ordine di “posto- in studio, Francantonio Genovese (Pd, Idv, Verdi e Sd), Filippo Clementi (Forza Nuova), Saro Visicaro (Alternativa in Movimento), Fabio D’Amore (Risorgimento Messinese e Progetto per Messina) e Rosario Ansaldo Patti (Prc, Pdci, Lega Autonomie Locali, Comitato Pendolari dello Stretto e Rete verde di Ecologia sociale). Primo argomento all’ordine del giorno, l’attraversamento dei tir e del gommato pesante. Genovese ricorda come «durante la nostra amministrazione abbiamo trasferito buona parte del flusso a Tremestieri. Su questo fronte molto avremmo voluto fare con i 250 milioni di euro, i famosi fondi ex Fintecna, scippati dal governo Berlusconi, che dovevano servire a risolvere definitivamente il problema. Inoltre abbiamo ottenuto i poteri speciali proprio per la viabilità, poi dati al prefetto per ovvie ragioni». Per Clementi quanto fatto «non basta. Ogni giorno vedo che il viale Europa è ancora attraversato dai tir. Bisogna spostare anche la tratta Salerno-Messina a Tremestieri». L’argomento è chiaramente cavallo di battaglia di Visicaro: «I cittadini sono stati presi in giro: quando Tremestieri è stato completato, si era detto che il problema si era risolto al cento per cento. Cosa rivelatasi del tutto falsa, con oltre metà dei tir che sbarcano ancora al molo Norimberga». Secondo D’Amore la questione è «paragonabile alla tela di Penelope, si fa e si disfa nel giro di una notte. L’unica vera soluzione, in attesa di nuovi approdi, è realizzare la via del Mare, che decongestionerebbe il centro città. Mi sarebbe piaciuto conoscere il parere di Buzzanca, che da un lato plaude Berlusconi per il taglio dell’Ici, dall’altro fa lo stesso con Lombardo che gli fa ricorso». Sulla stessa scia Ansaldo Patti: «Ci troviamo un convitato di pietra… Il primo atto del centrodestra al governo è stato fortemente anti-meridionalista. Ci vorrebbe un atto istituzionale anche ai limiti della legalità, opponendosi al transito dei tir con la fascia tricolore addosso».
Proprio da Ansaldo Patti si parte col secondo argomento, il problema della casa: «Non si deve più parlare di sbaraccamento ma di risanamento. E lo Iacp deve accelerare i suoi tempi». Secondo D’Amore la soluzione è «risanare insieme al privato, che può avere interessi a investire», mentre Visicaro propone «un fondo “etico- per il muto, anche se il problema è più generale, del mercato immobiliare e del piano urbanistico». Clementi porterà «in consiglio comunale l’iniziativa di un mutuo sociale, con il Comune che dovrebbe pagare gli interessi». Genovese intende «reperire le risorse all’interno del risparmio comunale, dando un contributo sull’affitto e sull’acquisto della prima casa, attraverso convenzioni con le banche, e pensando al concetto di “proprietà sociale-».
A questo punto Costa chiede: ma dove prendere i soldi per tutto ciò, vista la situazione finanziaria del Comune? Genovese: «La situazione che abbiamo trovato era disastrosa, ma abbiamo lavorato per trovare soluzioni e intendiamo continuare su questa strada». Clementi propone «il taglio dei gettoni di presenza di consiglieri comunali e consiglieri di quartiere di un terzo di quello attuale. E poi razionalizzazione delle risorse e eliminazione delle consulenze esterne». Per Visicaro «il bilancio comunale è una grande incognita. Mi sarebbe piaciuto approfondire, ad esempio, l’operazione dei Boc. Tanti sono gli sprechi da eliminare, a partire dal doppione Ato3 – Messinambiente». D’Amore pensa ad una sola soluzione: «Una drastica riduzione delle spese, a partire dalle consulenze estere, dalle auto blu, ma soprattutto dei debiti fuori bilancio, per i quali non mi risulta abbia mai pagato alcun dirigente. E ancora i contenziosi legali e le società partecipate». Secondo Ansaldo Patti molto dipende da «una migliore strutturazione della burocrazia comunale, ci sono sacche dentro il palazzo che vanno attenzionate».
Capitolo rifiuti. Ansaldo Patti individua nel «rapporto tra Comune, Ato3 e Messinambiente il bubbone da recidere. A Treviso, con pochissimo personale, riescono ad avere la possibilità di creare e ottenere energia rinnovabile». La soluzione di D’Amore: «Un’unica società, un nuovo contratto di servizio, la ripartenza della raccolta differenziata e soprattutto, la prima cosa da fare, una discarica in città, lavorando a nuove tecnologie innovative. Bisogna lavorare in sinergia col prefetto». Non è d’accordo Visicaro, secondo il quale «un’altra discarica posticiperebbe soltanto il problema. Si deve cambiare strategia, moltiplicando la raccolta differenziata». Stessa idea per Clementi, che aggiunge: «Bisogna obbligare il cittadino alla raccolta differenziata. E poi è impensabile che a Palermo debba chiudere una fabbrica di riciclaggio della plastica». Chiude Genovese, che propone «un socio privato per Messinambiente, proseguire con la raccolta differenziata, il porta a porta, il riciclaggio e le nuove tecnologie che producano energie rinnovabili».
La grande questione del lavoro. Messina ha un problema, secondo Genovese: «Tante aree del territorio non sono disponibili al Comune perché di competenza di questo o di quell’ente. Bisogna mettere in moto dei meccanismi virtuosi che invitino gli imprenditori a investire in città». Obiettivo giusto, secondo Clementi, ma raggiungibile solo se si riuscirà a «ristabilire la legalità, senza la quale nessuno investirà sul nostro territorio». Per Visicaro «la vera ricchezza e il porto. Ma c’è una precisa strategia che mira a gettare fuori dalla zona falcata la cantieristica, le attrezzature militari, le strutture di Rfi. Così si perdono posti di lavoro». D’Amore chiarisce un punto: «Basta col miraggio del posto pubblico. Intendiamo sviluppare i porticcioli, lo sportello unico delle attività produttive, e aiutare le piccole e medie imprese. La zona falcata è da riprendere, ma partendo proprio dalla cantieristica e dalla nautica. E poi bisogna “sfruttare- i turisti, con società e cooperative che li facciano girare per la città». Ansaldo Patti: «Bisogna riprendere il rapporto di sviluppo mare – collina. Il turismo ha bisogno di utilizzare le bellezze paesaggistiche e culturali della città». A questo punto entra a far parte della comitiva anche Buzzanca, anche se praticamente in zona Cesarini. «Bisogna aumentare la capacità ricettiva – dice il candidato del centrodestra – la Sicilia è al quarto posto per richieste. Senza quantità di strutture non si può attrarre quel turismo che poi, a sua volta, creerebbe ricchezza».
Si parla delle squadre di governo e si parte proprio da Buzzanca: «Ho scelto l’esperienza al servizio della città, le capacità gestionali e, inutile negarlo, anche l’appartenenza politica. La chiamo una squadra di operai che dovranno rimboccarsi le maniche. Gli scienziati lasciamoli al Cnr». Brevissimo Ansaldo Patti, che sottolinea come la sua giunta sia fatta di persone «radicate nel territorio». Quella di D’Amore è «una squadra al di fuori di logiche partitiche, fatta di esperti che consentiranno un ulteriore risparmio sulle consulenze esterne. La politica lasciamola ai consiglieri comunali, come legge vuole». Molte donne per Visicaro, «sono sei perché credo siano un elemento importante di conoscenza dei problemi. Ho puntato molto su persone che svolgono attività nel sociale». Clementi ha scelto «giovanissimi del mondo dell’università e quattro donne. Ma soprattutto competenze specifiche e passione al di fuori della politica». Uno slogan per Genovese: «Continuità e innovazione. Innovazione perché era necessario che in alcuni settori ci fosse più capacità di analizzare e risolvere i problemi».
L’ultimo argomento, prima dell’appello finale, è quello delle grandi opere e delle infrastrutture, con particolare riferimento agli svincoli. Genovese ribadisce che «uno strumento importante sono i poteri speciali. Sugli svincoli si è già attivato il prefetto, ma non si può prescindere dai fondi che ci sono stati dati e poi tolti». Clementi più che di grandi opere parla di «grandi incompiute, anche per i tempi della macchina comunale. Adesso nemmeno gli svincoli sarebbero sufficienti a smaltire la viabilità cittadina». Visicaro sottolinea come «il problema sia legato agli appalti, che attirano interessi di molti. La prima cosa da fare sarebbe cambiare la direzione tecnica degli svincoli». Ansaldo Patti dice «no alle grandi incompiute, no al Ponte sullo Stretto, ecomostro che non viene incontro alle esigenze di viabilità della città». Per Buzzanca «una grande opera è quella del risanamento, con capitali pubblici e il sistema del project financing. Ci sono agevolazioni normative all’Ars che possono incoraggiare i privati».
Cronometro “idealmente- alla mano, Costa dà 45 secondi ai sei candidati a sindaco per convincere gli elettori a votarli. Un Buzzanca dai torni “morbidi- si appella al «voto libero e consapevole, non votate perché sotto pressione o convinti dagli amici. L’obiettivo è creare coscienze libere e immaginare un futuro di libertà, altrimenti sarà solo un tuffo nel passato». Ansaldo Patti, evidentemente a disagio per i tempi troppo stretti: «Siamo gli unici a dire no al Ponte, sì alle grandi infrastrutture, gli unici a porre il problema della metropolitana dello Stretto, che risolverà il problema dei tanti pendolari che viaggiano ogni giorno tra Messina e la Calabria». Un treno D’Amore, che tutto d’un fiato dice: «Se siete scontenti di come è stata gestita la cosa pubblica negli ultimi vent’anni, se volete un volto nuovo con esperienza amministrativa, se credete nei programmi e nei progetti e non nei libri dei sogni, il vero voto utile sarà per me e Risorgimento messinese». Brevissimo Visicaro: «Votare noi significa da cittadini votare altri cittadini come voi». Clementi chiede semplicemente: «Fatevi un giro prima di andare a votare. Se vi soddisfa quello che vedete, continuate a votare chi ha creato tutto questo e prosegue nel chiedervi il voto, altrimenti votate per me». Chiude l’ultimo sindaco prima del commissariamento, Genovese: «C’è un’esigenza di cambiamento. Bisogna uscire in maniera seria e concreta dai disagi, con la forza e il cuore dei messinese. Crediamo nella dignità e nella speranza di essere protagonisti, di non essere più una città telecomandata dall’esterno». Buon voto a tutti, allora.
